Il Talento del Calabrone è il nuovo film di Giacomo Cimini, che doveva uscire nelle sale ma a fronte dell’emergenza Covid è stato rilasciato su Amazon Prime Video.
Gli attori principali sono Lorenzo Richelmy, che intepreta DJ Steph, Sergio Castellitto, che interpreta Carlo, e Anna Foglietta, che interpreta il Tenete Amedei.

Trama:
Un uomo a bordo di un’autobomba, Carlo, chiama in diretta Radio 105 e minaccia di suicidarsi mentre gira in auto per Milano. Nel corso della serata l’uomo, che le autorità scoprono essere un professore che ha perso la propria famiglia, prende il controllo della rete elettrica usando un virus informatico e chiede alla radio di versargli 1 milione di euro, da destinare all’ascoltatore che saprà identificare l’oggetto contenuto in una fotografia da lui diffusa tramite un account social chiamato “Il Calabrone”.

Il thriller in Italia non è un genere molto diffuso e quindi si deve apprezzare lo sforzo e la realizzazione di questo film, che è si un thriller all’Italiana, ma realizzato molto bene e con una regia molto internazionale.
Farò degli spoiler più avanti, ma vorrei parlare un po’ della trama, che sicuramente ha preso spunto dai thrilleroni in cui ci sono edifici che esplodono e terroristi che minacciano grandi tragedie, ma con una certa pacatezza e poca spettacolarità.
Carlo, un professore che ha perso la famiglia qualche anno prima, sta sempre nella macchina e si oppone a Steph, che invece è chiuso nella sala di registrazione della Radio. Il dialogo tra i due è pieno di tensione sia generazionale, perchè si oppone un ragazzo giovane che fa il DJ e un professore di mezza età, sia mentale, poichè Carlo ha in mano la situazione e conosce cose che invece DJ Steph non sa e quindi va nel panico, mentre Carlo rimane quasi sempre calmo durante il film.


Per quanto riguarda il comparto tecnico, hanno fatto un eccellente lavoro poichè hanno usato tecniche di green screen e sfondi digitali molto realistiche (infatti il film è ambientato a Milano ma è stato girato interamente negli studi di Roma). I colori predominanti sono il verde e il blu, con tonalità molto scure per dare la sensazione di freddezza, di mistero e di ansia.
A livello di location, il film è girato tutto nello studio radiofonico e nella macchina, dando un senso di soffocamento e di pressione, aumentato dal fatto che le vicende sono ambientate tutte in poche ore e di notte. Non è facile realizzare una cosa del genere e riuscire a intrattenere e a mantere viva l’attenzione.

Castellitto risolleva un po’ la recitazione di tutto il resto del cast. Lui riesce a trasmettere tutto un range di emozioni attraverso gli occhi e poche battute, rimanendo praticamente sempre seduto al posto del guidatore in un auto. Infatti, si vede la differenza tra lui e Richelmy, che per quanto sia stato bravo, si perde un po’ a confronto con la bravura di Castellitto. Inoltre, la parte centrale l’ho trovata un po’ ripetitiva, sia nei dialoghi sia nelle situazioni mostrate che contrappongono questi due protagonisti, perciò penso che il ritmo ne abbia un po’ sofferto.

La Foglietta invece non ha dato il meglio di sé qui. Risulta troppo sopra le righe, a partire dal fatto che gestisce tutta l’indagine in vestito da sera fino alle battute esagerate che le danno e al comportamento troppo impulsivo e iroso che non è normale per un agente delle forze dell’ordine e quindi ti toglie un po’ il realismo della situazione.

La musica è molto importante in questo film e abbiamo una colonna sonora composta principalmente da brani classici. Secondo me dà il giusto tono di tensione, ma anche di malinconia al film.
Una cosa che ho apprezzato è il fatto che mostrino due esperti di informatica che aiutano con le indagini, e anche se non ho colto tutti i riferimenti (che sembravano un po’ esagerati e ‘all’americana’), comunque mi è piaciuto che abbiano portato il tema degli hacker informatici e della divisione che gestisce questi crimini, perchè non se ne parla tanto in Italia.

[PARTE SPOILER]
Per me il finale è ciò che eleva il film e che me lo ha fatto piacere molto.
Innanzitutto, non avrei mai immaginato che Carlo non fosse veramente in giro per Milano ma fosse all’interno degli studi, con una macchina smontata e dei teloni che mostrano video delle strade di Milano. Mi ha molto stupito ed è stato orchestrato bene.

Il tema di sottofondo che poi emerge appunto solo nelle ultime scene, quando Carlo rivela che il figlio si è suicidato per colpa degli abusi e insulti che subiva a scuola, è quello del bullismo. Anche se in una piccola parte, il film ti fa capire la potenza che il bullismo ha di distruggere vite e famiglie. Io l’ho trovato molto emotivo, soprattuto ripensando ai flashback sparsi in tutto il film e alla scena finale in cui Carlo riesce a spegnere tutte le luci di Milano in onore del figlio.

Menzione speciale per Cristina Marino che ho disprezzato per tutto il film perchè faceva la cretina e poi si scopre che lo faceva apposta per non farsi scoprire, perchè era in combutta con Carlo. I did not see that coming!

Ora i voti:
Trama: 8/10
Regia: 7/10
Lacrimometro/Divertometro: 8/10
Nota di merito: la scena in cui tutte le luci di Milano si spengono
Overall: 8/10
Sylvie
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Se posso, mi sono immaginata gli sceneggiatori di Boris scrivere la parte della Foglietta: F4 Basito in loop.
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