Se ricordate, il primo e l’ultimo episodio della quarta stagione si intitolavano Strangers, estranei. Devo dire che questa puntata mi è sembrata quasi un proseguio di quelle due, una sorta di parte tre più in sordina: abbiamo visto primi incontri tra sconosciuti, abbiamo visto persone comportarsi come tali e persone che invece sembrano non riconoscere più chi invece vive sotto il loro stesso tetto. Ma andiamo per gradi.
Il primo incontro è tra Toby e Kate e la possibile madre del bambino che vogliono adottare. Un primo incontro basato inizialmente e in gran parte sulla buona impressione, perché entrambi vogliono davvero un altro figlio. E così anche la scelta della mascherina da indossare è importante per colpire positivamente la potenziale madre biologica e anche un errore banale come aver dimenticato i pannolini di Jack nel bagagliaio rischia di diventare un errore madornale che può mandare all’aria l’intera operazione. Alla fine però Kate sembra aver trovato un’amica (adorabili quando parlano di Buffy) e questa nuova amicizia rischia di non renderla abbastanza lucida. C’è da dire però che tra il suo ottimismo e il pessimismo mascherato da realismo di Toby, che ha paura che possa anche risolversi tutto in un nulla di fatto, i due si compensano piuttosto bene. Questa è una storyline che seguirò con piacere, sperando che diano ai due personaggi più rilievo rispetto alla scorsa stagione.
Passando invece a Kevin e Madison, questa puntata è servita a mettere in chiaro una cosa che io per prima – insieme a Kevin – tendo a dimenticare: nonostante stiano passando la quarantena insieme, i due sono praticamente estranei e le premure di Kevin a Madison sembrano quasi eccessive, proprio perché alla fine è come avere a che fare con uno sconosciuto. Si sono ritrovati invischiati in una situazione che nessuno aveva previsto, ma non hanno mai avuto nulla in comune, non hanno mai condiviso niente. Però rendersene conto è un bel punto di partenza, perché alla fine questo hanno fatto. Si sono aperti, si sono confidati l’un l’altro e si sono dati la possibilità di conoscersi. Non è detto che tra i due sboccerà un amore come quello tra Jack e Rebecca, che sappiamo essere da sempre la chimera di Kevin, ma i gemelli che Madison porta in grembo di sicuro non meritano di avere come genitori due estranei che si comportano educatamente tra loro.
Infine passiamo a Randall, che ha trovato un nuovo terapeuta, stavolta di colore, e con cui ha più cose in comune rispetto che con la Dottoressa Leigh. Ammetto che la sua storyline di quest’anno mi sembra quella più ancorata all’attualità reale, tra le proteste del Black Lives Matter e gli effetti della pandemia, quindi seguirla fa un certo effetto. Ma comunque, rispetto alla settimana scorsa dove era lui il protagonista di una serie di problematiche, adesso si trova a doverle risolvere. Già, perché avere a che fare con dei figli adolescenti non è mai facile (si è visto anche nei flashback di Jack e Rebecca, che hanno avuto a che fare con tre contemporaneamente…), ma in questa puntata sembra quasi che né Beth né Randall riconoscano più la loro Tess, dopo essere stati richiamati dal preside dopo che la figlia ha pubblicato su internet un video in cui mandava gentilmente a quel paese una professoressa che le aveva toccato i capelli senza il suo consenso.
Il silenzio è complicità con gli oppressori, dice Tess a ragione, ma anche Beth ha ragione quando dice che internet ha la memoria lunga e certe cose rischiano di fare più male che bene. Ma l’orgoglio di due genitori che vedono la figlia alzare la voce per ciò che è giusto, quello rimane, anche se hanno dovuto punirla.
(Ah, Internet aveva torto sull’identità del nuovo terapista di Randall. A quanto pare per ora non sarà sua madre biologica, che però è rimasta una presenza aleggiante per tutta la puntata…)
Insomma, una bella puntata, più introspettiva e senza muovere troppo la trama, ma senz’altro non filler.
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