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Recap | The Crown: dove eravamo rimasti?

“A volte non fare nulla è la cosa giusta, ma chi non fa nulla non scrive la storia”.

Dal 15 novembre sarà disponibile nella piattaforma Netflix la 4 stagione di The Crown: tante news si sono avvicendate e tante sono le aspettative. In attesa di rivedere i nostri personaggi preferiti, ecco un recap generale.

Chissà quale particolare meccanismo psicologico ci coinvolge sempre quando si tratta di un impero un po’ sbiadito come quello britannico: la realtà è che il potere britannico esercita un fascino irresistibile.

Abbiamo sempre adorato le serie tv a sfondo storico, magari condito da qualche intrigo di corte, e quando nel 2016 prese il via The Crown sulla Piattaforma Netflix c’è stata molta attesa ed entusiamo: finalmente una serie tv che trattava della famiglia reale britannica, la più chiacchierata di sempre.

La serie

La serie è stata acclamata dalla critica e sono state apprezzate in particolare le interpretazioni di Claire Foy nel ruolo della protagonista e di John Lithgow nel ruolo di Winston Churchill; entrambi gli attori hanno vinto diversi premi, tra cui lo Screen Actors Guild Award per la migliore attrice in una serie drammatica e quello per il miglior attore in una serie drammatica.

Il punto cardine della serie è la vita di Elisabetta II del Regno Unito e la famiglia reale britannica, da poco prima della sua ascesa fino ai giorni nostri. La prima stagione ha coperto un arco temporale che va dall’anno del suo matrimonio nel 1947, sino alla crisi di Suez nel 1956. La seconda stagione segue gli anni che vanno fino al 1964. La terza stagione prosegue con un arco temporale di 8 anni, fino al 1977.

Change twist

Il filo conduttore della serie è il Cambiamento. Un cambiamento significativo nel cast innanzitutto, necessario, e un cambiamento storico: l’Inghilterra lo chiede con veemenza alla famiglia britannica, che risulta un po’ obsoleta e rigida nei suoi riti. Un popolo attraversato da pericolose tensioni sociali e politiche.

L’impeccabile cast che aveva dato vita alle prime due stagioni (tra gli altri composto da Claire Foy, Matt Smith, Vanessa Kirby e Matthew Goode) viene sostituito da controparti più anziane che possano rappresentare la famiglia reale. Un ricambio generazionale magnifico, con un cast stellare.

Olivia Colman (Premio Oscar nel 2019 per La favorita) è Elisabetta, Tobias Menzies (Il Trono di Spade) è Filippo, Helena Bonham Carter (Il discorso del re) è la Principessa Margaret, Ben Daniels (Rogue One: A Star Wars Story) è suo marito Antony Armstrong-Jones. E i nuovi arrivi, Josh O’Connor (che sarà il Principe Carlo), Erin Doherty (la Principessa Anna), Marion Bailey (la Regina Madre), Jason Watkins (il Primo Ministro Harold Wilson), Charles Dance (Louis Mountbatten), Emerald Fennell (che sarà Camilla Shand, che in futuro conosceremo meglio come Camilla Parker Bowles). Nella quarta stagione cui saranno ache Emma Corin (nei panni della futura principessa Diana Spencer) e, infine, Gillian Anderson che presterà il volto a Margaret Thatcher.

Oltre ad un cast stellare, che ha dato vita ad episodi di altissimo livello, sicuramente una nota di merito va ad una grande sceneggiatura, punto focale di The Crown sin dagli esordi. Episodi di un impatto enorme a livello visivo, comunicativo ed emotivo. Ma aggiungerei anche una sceneggiatura inevitabile perché è la storia che crea la giusta via da seguire. Altra nota di merito per i costumi, quasi simili alla realtà. Impeccabili.

Un investimento riuscito su una storia che forse nessuno avrebbe puntato, senza mai scadere nella banalità della donna al comando: una Colman che interpreta Elisabetta in tutte le sue sfaccettature, che poi con estrema arguzia trova il modo di brillare e diventare grande. Capace di mantenere il potere con uno sguardo algido, superiore a tutto e spesso crudele e disinteressata a ciò che la circonda e anche con i suoi stessi figli, tutto ciò che abbia la sfortuna di non essere un cavallo (o un corgi).

Vediamo poi il mutamento della regina da una chiusa insicurezza ad un’intelligenza strategica ed una fioca apertura verso il suo popolo, in un periodo come gli anni 70 davvero arduo per la corona. Ma in ogni momento di queste stagioni ciò che abbiamo potuto vedere è stata la capacità di una donna di costruire un mito incontrastato.

Accanto a questa, di regina, c’è un Filippo più mansueto con un Menzies che sostituisce il turbolento Principe ribelle di Matt Smith. Filippo in questa stagione ha capito di essere sposato con una delle donne piu potenti del pianeta, conosce il suo ruolo e la rispetta, pur continuando a essere irruento e incattivito con gli altri.

Personaggio che perde un po’ il suo charme rispetto al suo predecessore è la coppia Helena Bonham Carter–Ben Daniels che sostituiscono i perfetti Vanessa Kirby e Matthew Goode. I nuovi interpreti della 3 stagione sono fantastici, ma la Kirby nei panni di Margaret era fantastica e spregiudicata; la Bohman Carter spettacolare, ma perde in fascino facendo un po’ da contorno alla serie.

Nota di merito per Josh O’Connor che interpeta un Carlo maltrattato, sottovalutato soprattutto dai suoi stessi genitori.  Il suo Principe del Galles è un ragazzo sensibile e intelligente, gentile ed attento al prossimo. Bello vedere la sua storia d’amore con Camilla, già da subito turbolenta ed ostacolata.

Riflessioni

La serie è riuscita nel difficile compito di farci interessare ad una storia che fondamentalmente già conosciamo, esponendo i loro leader fragili ed umani, reduci non solo da trionfi ma anche da disfatte clamorosamente pubbliche e personali.

Ogni episodio ci trasmette un aspetto della storia poco conosciuto, con avvenimenti che fungono da metafora per fornirci spunti di riflessione sulla necessità di modernizzare e rimanere a passo con i tempi, sulle difficoltà di essere ciò che sono e i loro stati d’animo. La critica feroce alla Corona non è mai stata tanto intensa, sempre molto sottile, cercando di dare valore all’aspetto emotivo della famiglia reale

Ci viene fornita una chiara caratterizzazione dei personaggi dove ogni singolo riesce ad emergere e brillare di luce propria, in particolar modo della Regina e del suo consorte Filippo di Edimburgo, anima inquieta sempre alla ricerca del suo posto nel mondo e senza dimenticare la sfacciata sorella Margaret e la figura appena introdotta di Carlo nell’ultima stagione.

Tutto ciò riuscendo nel difficile compito di appassionare anche il pubblico meno dedito alla visione del realismo storico. La storia viene narrata con enorme cura e precisione delle situazioni culminanti della vita della regina, offrendoci spaccati di vita sicuramente un po’ romanzati nel dialogo, ma veri nella loro realtà e nudità.

Il Futuro

La stagione 3 ci lascia con il giubileo del 1977, i 25 anni di regno della Regina, con una scena finale emozionante: fastosità e solitudine, quasi inumani e senza cuore. Finiti gli anni Settanta, ci attende la quarta stagione, con la parabola della Thatcher e quella di Diana. La maggiore curiosità è vedere come affronteranno la vicenda della morte della Principessa di Galles. Fino ad allora possiamo solo attendere.

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3 thoughts on “Recap | The Crown: dove eravamo rimasti?

  1. Pingback: Recensioni Seriali | The Crown, in attesa della stagione 4 – UnaCalabreseAspasso

  2. Pingback: Recensioni Seriali | The Crown, in attesa della stagione 4 – Espresso Calabrese

  3. Mi piace sopratutto il fatto che ci si concentrerà su questa triade di donne che dominerà la stagione. Diversi caratteri! Diverse aspirazioni! Diverso destino!
    Ma in tutto questo: La Corona domina, sovrasta e incombe.

    Piace a 1 persona

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