Telefilm/The 100

Recensione | The 100 7×16 “The last war” Series finale

Ed eccomi, eccoci qui per l’ultima volta. Vi chiedo scusa se mi ci è voluto così tanto per scrivere questa recensione: un po’ è perché ho aspettato prima di vedere l’episodio, un po’ è perché dovevo metabolizzarlo e un po’ perché in questo momento mi sento un po’ come se fosse finita un’era.

Ma dobbiamo parlarne, giusto? Eviterò di parlare di alcune cose secondo me superflue o di minore importanza per concentrarmi sul resto. I miei primi due commenti saranno un pochino polemici. Primo: la fine di Sheidheda. Se mi avete seguita fino a qui sapete quanto ho apprezzato il lavoro di JR nel ritrarre il Comandante Oscuro. Però. Sheidheda doveva essere IL cattivo, quello impossibile da battere, sadico fino al midollo. Inutile dire che, nonostante sia stato ucciso da chi doveva essere ucciso e abbia cercato di fare danni fino all’ultimo, la sua fine non mi ha soddisfatta. Neanche un po’. Secondo: continuo a essere indignata per Adina Porter. Indra è un personaggio bellissimo, con un arco evolutivo pazzesco, e in questa stagione ha avuto un ruolo rilevante. Indra è con noi dalla seconda stagione e da allora non ci ha mai lasciato. In quest’ultima è presente in quasi ogni puntata. Eppure è sempre lì, la prima tra le guest star, mentre altri, tipo Chuku (Gabriel), che sono comparsi di meno e sono stati meno importanti, sono nella sigla. Questa cosa mi ha infastidita parecchio durante tutta la stagione.

Veniamo ora alle cose importanti: il test. Alla fine Jordan aveva ragione e Cadogan non aveva capito niente in secoli di studi. Fossi in lui mi sarei sentita molto, molto stupida in quel momento. Non ha il tempo di metabolizzare la cosa però, perché Clarke fa Clarke e lo uccide prima che possa anche solo cominciare il test. E così è costretta a farlo lei. Clarke è, secondo me, il personaggio più umano dell’intera serie. Nel corso delle stagioni ha subito evoluzioni, involuzioni, ha commesso tanti errori, si è addossata pesi, colpe, responsabilità che sarebbero state pesanti anche per le spalle di un uomo adulto. Ha avuto crolli emotivi, fisici e psicologici, e più che se stessa ha sempre pensato a proteggere le persone a cui voleva bene. Clarke è, a onor del vero, un personaggio meraviglioso nonostante i difetti, e per questo dobbiamo ringraziare, sì, la scrittura ma anche Eliza che l’ha resa profonda e reale. Per questo ho trovato estremamente verosimile che, dovendo giudicare l’umanità tramite lei, Clarke abbia fallito il test. La razza umana potrà anche cambiare, ma lei sarà sempre disposta a uccidere per le persone che ama.

Ho trovato anche altrettanto giusto che sia stata Raven ad aprire gli occhi e a dire “aspetta, guarda” alla Divinità multifaccia (di cui poi parleremo). Per tanto tempo Raven si è atteggiata come se fosse l’unica buona, l’unica giusta, l’unica a non commettere errori. Poi li ha commessi anche lei. Ha capito, è stata perdonata -bella l’alleanza con Nikki- e alla fine salva tutti.

Non da sola, però. Non potevano fare scelta più azzeccata. Octavia la guerriera, la guerrafondaia, la Regina Rossa che ferma l’ultima guerra. A parole. Octavia ha affrontato un bellissimo arco narrativo in queste stagioni, sebbene la sua redenzione fosse molto, molto prevedibile. Tuttavia l’esecuzione è stata fatta bene e alla fine lei, che rischiava di distruggere la razza umana un paio di stagioni fa, l’ha salvata. Elevata.

Un altro personaggio che ha avuto un’evoluzione bellissima, e sapete quanto io lo ami, è Murphy. Diciamoci la verità, nella prima stagione lo odiavamo tutti. E poi… Lo dirò fino alla fine, lui ed Emori sono la miglior coppia dello show, e a conferma di questo, quando Murphy decide di impiantarsi la sua mind drive pur di tenerla in vita, lei si rifiuta. Non perché non voglia condividere un corpo, ma perché non vuole che Murphy muoia a causa sua. Bellissimi davvero.

Ed eccoci al finale. La divinità si lascia convincere da Raven e Octavia, tutti trascendono. Bellamy aveva ragione. Bellamy è morto e aveva ragione. Per quanto questo mi sia stato sulle scatole è comunque verosimile, quindi non mi sento di dire altro a riguardo. Però qualcosa che mi ha fatto molto, molto arrabbiare c’è. Giustissimo presentare a Raven la Divinità sotto forma di Abby. Per lei è stata tanto, forse più della sua stessa madre e questa ne è la prova. Sbagliatissimo e puro fanservice mostrare Lexa a Clarke. Le due ragazze sono state insieme per pochissimi mesi. L’amore era profondo, va bene, ma volete davvero dirmi che nel corso della sua vita e del suo percorso non ci sono state persone più importanti? Sua madre, ad esempio, ma siccome la vede Raven non può vederla anche Clarke, lo capisco. Ma Bellamy? Il suo migliore amico, che è stato sempre al suo fianco, che ha condiviso pesi e colpe? Colui che Clarke ha cercato di contattare per anni mentre era da sola? Qui non si parla di ship, sia chiaro, si parla di oggettività. Bellamy, per Clarke, è stato più importante di Lexa. Ma a Jason non piaceva Bob, quindi non poteva inserirlo nel finale dopo aver ucciso Bellamy in quel modo. E così ha cercato di, passatemela, pararsi il culo con Lexa, uno dei personaggi più amati della serie (perdonatemi ma io non ho mai capito perché, visto anche che è morta da un bel po’.) Per la serie: faccio un dispetto e poi butto lì un po’ di fan service così la gente non si arrabbia. Questo mi ha fatto imbestialire.

In più, ho trovato le cose un po’ affrettate. Poco spiegate. Chi sono questi esseri divini? Da dove vengono? Perché si arrogano il diritto di decidere per la razza umana? Sono Dio? Sono una? Sono tante? Troppe poche spiegazioni.

Il finale, tuttavia, mi è piaciuto. Clarke che è l’unica a non poter trascendere non perché debba addossarsi di nuovo le colpe di una razza intera ma perché, essendo Clarke, ha commesso un delitto in un luogo e in un momento sacro. Clarke, che è stata sola per tanto tempo e che adesso non vuole esserlo, tanto da supplicare l’affetto di un cane. Clarke, che ha appena lasciato andare la sua bambina. Clarke, che da sola alla fine dei conti non lo è mai stata.

E Octavia, Murphy, Raven, Miller, Indra e Gaia, Levitt, Jackson, Nylah, Echo, Jordan e Hope che rifiutano una vita immortale per rimanere con lei.

Alla fine, la razza umana è trascesa, è da qualche parte senza problemi o dolori, ma finirà ugualmente. Perché loro non avranno eredi e quando moriranno la razza morirà con loro. I protagonisti finalmente tutti uniti, felici, liberi di vivere per davvero senza rancori o rimorsi.

Unica pecca, secondo me? Quel primo piano di Clarke, Raven e Murphy… io avrei inquadrato Clarke, Murphy, Miller e Octavia. Gli ultimi quattro sopravvissuti dei 100.

Questa serie mi mancherà tanto. Rimarrà una delle mie preferite, la riguarderò, ma non sarà più lo stesso. E devo ringraziare gli attori e la troupe, la scrittrice e un pochino meno Jason, ma anche voi. Voi che mi avete seguita per due anni, aspettando le mie recensioni. Voi che correte subito a leggerle, i nomi dei più affezionati sempre in cima. Le mie opinioni vi hanno tenuto compagnia e per qualche motivo le avete apprezzate, le avete cercate. Voi avete tenuto compagnia a me. E adesso cominceremo un’altra avventura, un’altra serie, insieme. Grazie. Davvero.

May we meet again,

-V.

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