A inizio maggio una mia amica aveva deciso di voler cambiare genere letterario, allora le ho subito consigliato il genere che amo di più, ovvero il giallo/thriller/poliziesco. Oltre ad averle raccomandato alcuni libri per iniziare, ha comunque deciso di fare una ricerca dei libri usciti negli ultimi anni e tra questi c’era proprio La donna alla finestra di A.J. Finn. Il titolo non mi era nuovo e ho scoperto che avrei voluto vedere il film, che sarebbe dovuto uscire in maggio, ma con l’emergenza coronavirus è stato rimandato a data da destinarsi (ammetto che mi è dispiaciuto molto, perché penso che il film meriti veramente).

Leggendo la trama e ricordandomi il trailer mi sono appassionata alla storia e ho deciso di comprarlo, facendo infine la scelta giusta. Ammetto che abituata ai libri di Agatha Christie l’ho trovato forse un po’ lento, alcune parti descritte nel libro non mi interessavamo particolarmente, ma alla fine l’attesa e i vari particolari descritti, sono importanti per comprendere tutta la vicenda.
Ciò che mi ha incuriosito è la situazione della protagonista, Anna Fox, che soffre di agoraphobia, un disturbo da stress post traumatico, che la fa rimanere chiusa in casa, nel libro descrive la sensazione che prova nell’uscire, come una pressione schiacciante del fuori, ha paura della vastità del cielo. Stando sempre in casa si troverà a spiare i suoi vicini, con la sua Nikon D5500 in compagnia del suo solito bicchiere di vino, e grazie a questo suo passatempo potrà assistere a quello che forse è un omicidio, avvenimento che la farà quasi impazzire.
Insieme ad Anna vivremo le sue giornate, le sue sensazioni, i suoi pensieri, vedremo quello che osserva attraverso i suoi occhi o dall’obiettivo della macchina fotografica, entreremo dentro di lei, diventeremo quasi noi stessi i protagonisti del libro. Proveremo con lei l’angoscia nell’uscire fuori, il bisogno di scoprire la verità, la necessità di quel bicchiere di vino. Non ci si sofferma su come la protagonista conduca la propria vita, ovvero poco salutare, solitaria e poco diligente, ma su come sia arrivata a quel punto, come una psicologa in carriera abbia subito un trauma tale da chiudersi in casa. La forza di questo libro sta nel farti rimanere attaccata alle pagine per poter scoprire non solo l’omicidio, ma anche la vita di Anna, che sembra essere sull’orlo del precipizio.
Mi ha anche affascinato l’idea di non dover quasi mai cambiare ambientazione, rimanere sempre nella stessa casa, le uniche varianti sono i luoghi che la protagonista vede attraverso le finestre della sua casa o i ricordi. In questo modo ci sentiamo ancora più partecipi di ciò che accade, ancor più vicini a lei. Tutto si incentra su Anna, la sua vita e ciò che le accade intorno.
Io aspetto con ansia anche il film, composto da un cast sensazionale e in attesa della sua uscita, vi consiglio di leggere il libro.
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Claudia Clemente