Con qualche difficoltà, data la situazione, finalmente sono riuscita a vedere il primo episodio della seconda stagione di Roswell, New Mexico, andata in onda il 16 Marzo. Come già detto al nostro ultimo appuntamento, questo, insieme a Le terrificanti avventure di Sabrina, è uno dei reboot più riusciti degli ultimi anni, ognuno per le sue motivazioni. Nel caso di Roswell non si tratta di rimarcare goffamente un grande cult adolescenziale di fine anni novanta, ma un omaggiarlo, tirando fuori dalla solita navicella spaziale qualche nuova idea, non perdendo di vista, come punto solido di partenza, i romanzi di Melissa Merz, Roswell high.
Tuttavia tra nostalgia e qualche plot twist interessante, nella prima stagione la mancanza di una continuità nel ritmo degli eventi e la poca accuratezza tecnica, soprattutto in sceneggiatura, hanno abbassato il livello di una serie che, proprio per il nome che porta, poteva volare alto o decollare con “stile“. Roswell, anche con questa seconda stagione, sembra non voler abbandonare, morbosamente, gli anni ’90, e nonostante le nuove tecnologie e vere scoperte scientifiche, continua a mettere in bocca a scienziati, medici e alieni dialoghi stereotipati, come anche le situazioni che vengono risolte, o disfatte, come avrebbe fatto la vecchia combriccola di alieni-umani. Loro, però, erano adolescenti.
Rosa viene nascosta da Liz in casa di Max. Isobel celebra il funerale di suo marito Noah per mantenere le apparenze, ma c’è un grande assente: Max che viene tenuto nella capsula in attesa di una soluzione per resuscitarlo.
Conclusioni:
- Isobel, “sedotta” e abbandonata: un grande interrogativo si trascina dalla stagione passata: la vera reazione di Isobel una volta assimilato di aver passato parte della sua vita con un assassino che si insinuava sotto la sua pelle/mente. Se ci allontaniamo un attimo dalle questioni aliene, credo che scoprire che la persona con cui hai condiviso il letto e a cui dichiaravi amore eterno, sia un omicida seriale, possa intaccare la serenità proprio mentale. Ho sorvolato, nella season1, sulla totale mancanza di approfondimento di questo aspetto psicologico, che potrebbe definire meglio un personaggio ricorrente, ma in futuro non transigerò. Sembra che ora la questione stia uscendo allo scoperto con questi scatti di rabbia verso chiunque, Liz, l’ufficio addetto alla cremazione del corpo, le cristalliere del vicinato. Questa irrequetezza, che vibra sotto pelle, potrebbe essere la mia tanto attesa reazione umana ad una questione fondamentale, che non può passare in sordina, in quanto farebbe perdere di credibilità alla storia, ma soprattutto renderebbe quasi una marachella, la violenza psicologica vissuta da Isobel. Infatti la mancanza di aiuto da parte degli altri, la trovo una indelicatezza della sceneggiatura, che lascia Isobel agira da sola sulla scena e avere a che fare con un grande problema inaspettato, una gravidanza aliena, e la negazione verso la morte di Max. Per quanto la mia simpatia verso questo personaggio non sia nata neppure nel lontano 1999, e continui a trovarlo sopra le righe (non era proprio il caso di un abbigliamento fatiscente al funerale), l’indifferenza di tutti è oltraggiosa. Ma soprattutto il non prendersi mai sul serio.
- Sleeping Rosa: la gioia di ritornare alla vita di Rosa Ortecho ci ha travolti come uno spiffero non ben identificato dal soggiorno. Se Liz ha un motivo in più per essere distratta e non aver messo gli striscioni di benvenuto, Rosa non aiuta la causa. Soprattutto è il suo disfattismo a sfiancare prima ancora di cominciare. Nonostante l’intervento di Max l’abbia ripulita, lei continua ad ammettere che procurerà danni. Il vero danno che sta adduccendo ora è prendere sottogamba la questione fantascientifica, e non raccontare i sogni che la notte la tormentano come se ritornare alla vita non fosse un dettaglio basilare per ricordarsi che la normalità che conosceva non esiste. Ancora una volta interviene Liz a sistemare tutte le questioni. Nonostante apprezzi questo suo atteggiamento di polso, ho provato una morsa al cuore vederla chiudersi in bagno a piangere. Porta sulle spalle troppi pesi, anche perchè è l’unico collante che abbiamo con le mille storylines aperte. Tuttavia la morte di Max è stata affrontata frettolosamente, infatti sono dovuta andare a rileggermi la nostra ultima recensione per capire come ci eravamo lasciati.
- Troppi personaggi e nessun posto: questa confusione si evince dal fatto che tutti si stupiscono della morte di Max e della resurrezione di Rosa. Senza contare che le scene che riguardano l’Evans scomparso e dovrebbero ricostruire i suoi ultimi momenti, sono disseminate confusamente in 40 minuti di episodio. Roswell continua a commettere gli errori della prima stagione, inserire in un unico episodio tutto il cast che agisce per vie differenti. Rivediamo fugacemente Michael e Alex che riprendere in mano questioni in sospeso, per poi focalizzarci su Maria, improvvisamente persa per un bacio di Michael, e sua madre che sembra sapere o vedere più di quanto gli altri abitanti di Roswell abbiano fatto. Non era il momento di aprire tutte le porte. Parallelamente rispunta un soldato Manes e trafuga il cadavere di Noah per… ripicca nei confronti del rapimento del sergente Manes da parte di Alex stesso e Kyle, quest’ultimo l’unico che abbia agito moderatamente sulla scena. E dato che gli eventi da digerire erano pochi, si assiste ad una piccola parentesi da allegro chirurgo dove Liz, che fa il verso a quella degli anni ’90, improvvisamente riscopre il motivo per cui si è avvicinata alla scienza, dichiarando senza preamboli che ricostruirà un cuore per Max (e addio fattore mistero su cosa ci terrà impegnati nelle prossime puntate). E dato che le storyline aperte erano poche ci hanno aggiunto un sergente Valenti che sicuramente non si darà per vinta e appunto le visioni di Rosa che pare ripercorrano gli ultimi momenti di Max, con tanto di messaggio finale di non salvarlo.
- Max come Edward in New Moon: non farò nessun paragone tra i romanzi o le trasposizioni, ma ho il timore che questa assenza di Max ricalcherà la stessa presenza che Edward ha avuto nel film, New Moon con le visioni, non solo uditive. Fu una trovata intelligente per sopperire ad una grande mancanza. Nonostante ciò qui la presenza di Max pesa, perchè lui è stato il primo e forse unico personaggio ad avere un ruolo preciso in tutte queste vicende, a trascinarci fino alla fine e vederlo ridotto a visione o zombie, mi lascia una sensazione irrequita per quanto ne concerne i prossimi risvolti.Se Roswell puntasse più sui sentimenti (non solo musicalmente: Stay – I Missed you – di Lisa Loeab o Zombie dei Cranberries), che sul numero di trame aperte, brillerebbe di più. Per quanto sia incuriosita dal seguito, sento anche io un brivido sotto pelle di fronte ad una sceneggiatura mediocre, a tratti infantile nello sviluppo e nei dialoghi, che non è degna di Carina Adly Mackenzie.
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