Anche questa ottava puntata di Doctor Who è riferita alla storia e a personaggi realmente esistiti. In questo caso, famosi scrittori come Lord Byron e Mary Shelley, un poeta romantico e una regina dell’horror.

E quindi non poteva che essere una puntata dell’orrore, con fantasmi e mani ossute che se ne girano da sole.
Infatti, la fotografia è molto scura, con solo le fiamme calde provenienti dalle candele ad illuminare le scene. Anche la musica ovviamente contribuisce a creare questa atmosfera di mistero e terrore.

La casa in cui si trovano i nostri protagonisti (il Dottore e la fam, Mary Shelley, un amica, il dottore Polidori e Lord Byron) sembra attraversata da un qualche evento soprannaturale che fa sembrare a chi sta all’interno di rimanere sempre nella stessa stanza anche se si muovono e di vedere apparizioni di figure e ombre.

Finalmente, una figura che cercava di entrare nella casa appare… ed è un Cyberman solitario!!
Abbiamo visto molte volte i cyberman, che insieme ai Dalek e al Maestro, sono gli acerrimi nemici del Dottore. Ma, al contrario degli altri due, questi sono ancora più terrificanti perchè sono tecnicamente umani. E l’umanità è ciò a cui il Dottore tiene di più e che ha sempre cercato di proteggere e vederla ridotta a un vuoto cumulo di ferraglia che vuole solo fare del male è insopportabile per lei.
E in questa puntata fa anche riferimento a quello che è successo a Bill Potts, trasformata in un Cyberman che però ha mantenuto le emozioni, consapevole di essere un mostro.
Quando i tuoi nemici sono un’evoluzione dei tuoi amici, è la cosa peggiore.

Questo cyberman sta cercando qualcosa e, come il capitano Jack aveva detto alla fam, non bisogna lasciargliela trovare ad ogni costo. Lui è un cyberman incompleto, con mezza faccia ancora umana e le parti metalliche tutte male assortite.

Sta cercando Percy Shelley, il futuro marito di Mary che non si era presentata alla serata, perchè una strana sostanza gli è entrata nelle vene e per proteggersi ora sta manipolando la casa e la realtà intorno ai protagonisti. Questa sostanza è il Cyberium, contenente tutti i dati inerenti ai cyberman, al loro comportamento e alla loro storia.

Nonostante l’episodio sia spaventoso, non manca di momenti comici come il Dottore che prova il pennacchio militare in testa e Graham che deve andare in bagno perchè gli scappa la pipì.
La parte seria viene invece quando il Dottore deve scegliere se salvare Shelley e quindi consegnare il Cyberium al cyberman, sapendo che ci saranno brutte conseguenze nel futuro, oppure lasciar morire Shelley, sapendo che ci saranno brutte conseguenze nel futuro. E il Dottore lo spiega ai suoi companion, che pensano che sia tutto così semplice, sacrifichi uno per salvare molti. Ma non è così. La vita del Dottore è un continuo di scelte impossibile con cui deve convivere, da sola, dall’alto dei suoi anni e delle sue esperienze.

Bellissima la scena in cui Shelley cerca di parlare al Cyberman, che ha risparmiato il figlio e quindi gli dice che lui ha amato ed è stato amato, ed ora è un mostro fatto da varie parti ma c’è ancora un anima in lui… e così nacque l’idea di Frankestein. Ma il cyberman alla fine si incazza e cerca di uccidere tutti, ma il Dottore estrae il cyberium da Shelley e lo impianta in se stessa. Ma il cyberman minaccia di portare i suoi amichetti a distruggere la terra e allora il Dottore gli consegna il cyberium e lui se ne va.

Ma ora devono andare nel futuro e fermarlo prima che distrugga tutto.
Già prevedo che la prossima puntata sarà entusiasmante. Anche questa è stata veramente piacevole, molto classic Doctor Who che ci piace sempre.

Ora i voti:
Trama: 9/10
Regia: 9/10
Lacrimometro/Divertometro: 9/10
Nota di merito: il cyberman che dice “We are inevitable” ed è subito Thanos e gli Avengers.
Overall: 9/10
Sylvie
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