Film

Recensione | P.S. Ti Amo Ancora

 

AVVISO: più che una recensione tecnica, questo articolo nasce come un bisogno di esprimere le sensazioni che la visione del film mi ha lasciato.
E sì, contiene SPOILERRRRR.

Quando nel 2018 è uscito Tutte le Volte che ho Scritto Ti Amo (titolo adattato dall’originale To All the Boys I’ve Loved Before), praticamente non si parlava d’altro. Il successo è stato così fulminante che l’annuncio della produzione di non uno ma ben due sequel colse di sorpresa… probabilmente nessuno. Io stessa ammetto di aver amato davvero tantissimo il primo film, tanto che ormai per me esiste un “prima” e un “dopo”: quando guardo un film prodotto da Netflix, infatti, mi chiedo sempre in una scala da uno a To All The Boys I’ve Loved Before quanto mi è piaciuto questo film?

(Se vi interessa saperlo, gli unici che si sono classificati più in alto in questa classifica – ma non eguagliano TATBILB – sono Tall Girl e The Perfect Date)

Capirete dunque con quale ansia e aspettative attendevo questo sequel. Del primo avevo amato tutto: i due protagonisti, Lana Condor e Noah Centineo, avevano una chimica che funzionava benissimo, Peter Kavinsky rappresentava il nuovo eroe romantico, il perfetto miscuglio dell’atleta popolare che non ha paura di mostrare i suoi veri sentimenti, l’esempio ideale di ragazzo che vorremmo accanto a nostra figlia, mentre Lara Jean è l’eroina moderna che si prende ciò che vuole ed è… vera. Genuina. Come genuino è il rapporto tra lei e le sue sorelle, genuine sono le sue reazioni. La trama, nonostante trattasse qualcosa di già visto – due ragazzi che, per comune beneficio, fingono di stare insieme e poi finiscono per innamorarsi davvero – ha dalla sua questo sviluppo lineare e credibile (ammettiamolo, a volte certi film hanno twist sentimentali che ti lasciano a chiederti ma davvero? Ma quando è successo?) che io ho apprezzato davvero tantissimo.
Insomma, gli elementi vincenti c’erano tutti. A quel punto la domanda era: la storia va bene così, o è necessario un sequel? Se pensiamo ai libri dai quali sono tratti la risposta era indubbiamente sì, visto che quelli sono tre.
Io ho appreso la notizia con gioia, almeno inizialmente, ma poi riflettendoci a mente fredda ho realizzato che di P.S. Ti Amo Ancora (P.S. I Still Love You) non ne sentivo veramente il bisogno. E, nonostante questo, non vedevo l’ora di vederlo.
Ed è con questo spirito contrastante che ho guardato il film.
Cosa ne penso? Che, tutto sommato, la mia idea resta immutata. È un film carino, certo, ma non all’altezza del primo (un pochino, ingenuamente, ci speravo). Eppure forse era necessario: se in To All The Boys I’ve Loved Before vediamo Lara Jean e Peter Kavinsky innamorarsi, qui li vediamo affrontare quel bellissimo momento che segue lo sbocciare dell’amore in cui credi che starete insieme per sempre e che nulla vi potrà distruggere, o almeno lo speri, e tutte le sfide che invece il destino è pronto a mettere davanti a questo amore appena sbocciato. Qui è la stessa lettera scritta da Lara Jean (stavolta per John Ambrose McLaren) a mettere a dura prova il rapporto.
Fin dal momento in cui la nostra protagonista ha ricevuto la risposta da parte dell’amico d’infanzia ha cominciato ad avere dei dubbi sul suo rapporto con Peter, e io non facevo altro che chiedermi perché lo sta facendo? Un semplice foglio di carta ricevuto scritto da qualcuno che non vedi da cinque anni e che fino a quel momento avevi praticamente dimenticato può giustificare tutti questi dubbi? Per me no. E ho capito che forse la lettera scritta a lui era quella più forte dal punto di vista emotivo, ma continua a non giustificare tutto questo panico.
Il film ha acquisito più senso quando John Ambrose è effettivamente entrato in scena: a quel punto, complice anche il recast vincente di Jordan Fisher nel ruolo, il contrasto tra il forse più compatibile ex amico con cui amava leggere e il fidanzato-troppo-amico-della-sua-ex diventa più evidente, ed è lì che forse il senso del film diventa chiaro. Questo film serve a Lara Jean per non avere rimpianti. Ha affrontato ufficialmente non solo tutti gli uomini che ha amato in passato, ma anche la Donna Alla Quale Peter Ha Detto Ti Amo, ovvero la sua ex amica Gen, il vero fantasma di quella relazione – che tuttavia è stato liquidato un po’ in fretta e un po’ superficialmente.


In genere, nelle trilogie, non apprezzo mai il secondo film perché troppo di “passaggio” per i miei gusti e credo che questa non sia un’eccezione: capisco il senso di mettere alla prova la relazione tra Lara Jean e Peter per farci capire che si amano davvero e che si sono lasciati definitivamente il passato alle spalle, ma per farlo hanno sfruttato dei mezzucci che a me proprio non vanno giù, come per esempio il mettere quasi in cattiva luce Peter. Sembrava che a un certo punto volessero farcelo odiare. Alla festa sta con i suoi amici mentre Lara Jean fa tutt’altro, ma il suo lato premuroso ha la meglio e la porta via perché lei si sta annoiando. O il video girato da Gen: lui sapeva che era stata lei a farlo, però aveva sempre negato perché non voleva che le due litigassero. Quindi è un bugiardo. E in più scopriamo che lui stava aspettando Gen e non Lara Jean, in vasca, facendolo passare come lo stronzo che ha scelto in pratica quella che è arrivata prima da lui e rovinandoci un po’ una delle scene più ioniche del primo film. Poi c’è quella scena in cui, dopo essersi lasciati, Lara Jean chiede a Peter se voglia indietro la collana che lui le ha regalato: io li ho pensato ma per favore, non lo far… ma prima che potessi finire la frase, lui le risponde di sì e se la riprende!!!! Non lo so, quella scena mi stonava proprio, sotto ogni punto di vista.
I nuovi personaggi, a parte John Ambrose, sono giusto… comparse. Forse solo Stormy lascia un’impronta più profonda, ma nemmeno tanto perché va comunque a ricalcare alcuni cliché che la rendono soltanto ripetitiva. Kitty ha mantenuto la vivacità del primo film, anche se a lungo andare mi sono stancata di sentirle dire a ogni scambio di battute con la sorella, “è solo merito mio se tu e Peter adesso state insieme”.

lo scivolone che prendete quando cercate di farmi odiare Peter

Nel complesso questo film non mi è dispiaciuto. Alla fine avevo comunque gli occhi a cuoricino e sorridevo come un’ebete, ma tante cose mi hanno fatto storcere il naso e di certo non mi ha lasciato la sensazione super positiva che mi lasciò To All The Boys I’ve Loved Before e che mi portò a guardarlo più volte nel giro di un paio di settimane.
Devo ammettere di aver apprezzato molto il finale: il discorso conclusivo di Lara Jean, che riconosce di non dover cercare la perfezione ma che deve lavorare ogni giorno per far crescere e rendere più forte questo rapporto, è quello che mi ha stampato il sorrisone sulle labbra… il problema è come siamo arrivati a questa bella e profonda conclusione.

Quindi. È un brutto film? No, assolutamente, è carino. Per spezzare una lancia a suo favore, ammetto che la competizione con il primo film è tanta e sarebbe stato davvero difficile eguagliarlo.
Vale la pena vederlo? Certo.
È bello come To All The Boys I’ve Loved Before? Ahimè, no. Ma era inevitabile, solo che mi aspettavo qualcosina di più. Spero solo che il terzo riesca a sorprendermi come non è riuscito a fare questo.

 

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4 thoughts on “Recensione | P.S. Ti Amo Ancora

  1. Conoscendo i libri non penso che il terzo possa sorprenderti in positivo come ti auguri. A me ha fatto odiare la protagonista, figurati. Anche se in questo film lei prende coscienza del fatto che la sua relazione non sarà perfetta e va bene così, allora posso sperare che nel terzo non faccia come nel libro che vuole assolutamente una relazione speciale da poter vantarsene con il mondo.
    Mchan

    "Mi piace"

  2. Pingback: Recensione | Tutte le volte che ho scritto Ti Amo 3: Tua Per Sempre | parolepelate

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