Telefilm

Recensione | You – Seconda stagione

“Squadra che vince non si cambia” avranno pensato gli sceneggiatori della seconda stagione di You, la quale fino ultime puntate persegue quella formula che avevamo conosciuto nella prima annata, cercando un equilibrio tra Gossip Girl e Dexter. La potenza dei social e un uomo sul bilico di Delitto e Castigo, rappresentano nuovamente il percorso di You, poiché il protagonista ritorna a cercare il vero amore attraverso menzogne e inganni, costruendo la sua nuova identità online e giuridica con grandissimi risultati, sorretto dall’unico obiettivo di trovare la sua anima gemella.

Quest’ultima sembra trovare la personificazione in Love (Victoria Pedretti), cuoca dal grande talento che colpisce all’istante Joe, facendogli dimenticare il suo progetto di non innamorarsi ancora una volta. Questo tipo di narrazione che ha come colonna portante il suo protagonista (Penn Badgley), che gli conferisce un voice over continuo, che gli concede uno screen time quasi onnipresente, porta con sé il rischio di rivestire ai comprimari, il ruolo di elementi unicamente importanti per delineare meglio il personaggio principale. In parte è così, poiché le similitudini dei character secondari di queste due stagioni sono così tante che il prodotto audiovisivo è costretto a farlo notare, dicendo a noi spettatori quanto loro siano consapevoli di ciò.

Le dinamiche tra i personaggi troppo analoghe a quelle della prima annata, pur potendo essere fastidiose, trovano la loro motivazione nel finale, il quale sviscera totalmente Joe per donargli un percorso totalmente coerente con ciò che è avvenuto prima. Oltre a tutto ciò, il nuovo contesto losangelino inserisce il mee too all’interno della storia, proiettandola verso le tematiche della mascolinità tossica all’interno dello spettacolo. Se nella prima stagione il rapporto manipolativo e malsano della coppia si fermava all’intimità di essa, la seconda stagione di You allarga il discorso e lo infarcisce di concetti recenti come il mansplaining, trovando ancora di più le distanze da prodotti che non tengono in considerazione il punto di vista femminile.

L’equilibrio tra ciò che You cerca di comunicare e come lo trasmette è interessante, perché trova nell’assoluta improbabilità del racconto la realtà attuale, difatti le tantissime forzature che la serie inserisce non risultano seccanti e la loro utilità a fini della storia narrata valgono queste implementazioni. Le similitudini con Dexter sono sia il punto di forza del personaggio di Joe, sia un avvertimento per l’intero progetto che alla sua seconda stagione sembra aver esaurito il suo scopo in modo soddisfacente. Continuare a riproporre lo stesso personaggio potrebbe davvero essere controproducente per il prodotto audiovisivo, il quale trova la compiutezza nell’insoddisfazione di ciò che possiede. “Farei qualunque cosa per te”, in una relazione sentimentale, sono delle parole di cui dovreste avere paura.

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