George Lucas è conosciuto presso il grande pubblico, per aver creato quella che sarebbe stata una delle saghe più importanti della storia del cinema, tuttavia oltre a Star Wars, questo importante cineasta, è anche l’iniziatore di un discorso sul ricordo che sarà poi replicato arrivando fino ai giorni nostri. American Graffiti, secondo lungometraggio di Lucas, inaugura il cinema della nostalgia portando noi spettatori a riflettere sui precedenti decenni e sulla nostra gioventù, ritraendo il passato con estrema tenerezza non per essere migliore del presente, ma per ricordare la semplicità del vivere senza responsabilità e con tantissimi sogni nel cassetto.

Se Lucas nel 1973 con American Graffiti ricordava gli anni 60, il revival di cui noi spettatori degli anni 2000 siamo stati invasi è quello degli anni 80. Dal cinema alla televisione, in questi dieci anni di prodotti audiovisivi il discorso sulla nostalgia, si è concentrato su quel decennio. Uno dei primi a ricordare quel periodo storico è stato J.J. Abrams con Super 8, e a seguire, sono stati tantissimi i registi che si sono confrontati con quel decennio, in cui spiccavano i teen movie d’avventura, difatti una delle pellicole rappresentative degli anni 80 è: “ I Goonies”, nei cinema in questi giorni.

In sala dal 9 all’11 dicembre, potrete vedere quanto tutto il revival in analisi quest’oggi, abbia come punto di riferimento l’opera di Richard Donner. Una delle serie televisive più popolari di Netflix come Stranger Things, la quale rappresenta ancora uno dei prodotti rappresentativi di questa nostalgia anni 80, ha recuperato quell’immaginario e lo ha riproposto al grande pubblico, costruendo su una base solida le avventure dei personaggi nella bizzarra cittadina di Hawkins. Vedere I Goonies nel 2019 a quasi trentacinque anni di distanza, dovrebbe essere quasi normale poiché siamo stati invasi da progetti che ricalcano costumi e usi di quel decennio, tuttavia non è così e I Goonies sono ancora oggi unici come allora, avendo, a differenza dei ragazzi di Stranger Things, una naturalezza nel recitare quei ruoli impossibile da ottenere oggi.

Se alla storia e agli archetipi dei ragazzini un po’ sfigati siamo abituati, l’innocenza di quei volti che vivevano quel decennio trent’anni fa, è davvero potente e non ha assolutamente niente da invidiare, a tutti quei prodotti costruiti in primo luogo per cavalcare la moda del revival, ormai giunto alle sue ultime battute. Questo discorso sulla nostalgia, iniziato con American Graffiti nel 1973, è ancora vitale per le produzioni, tuttavia come ogni tendenza anche quest’ultima degli anni 80 è al suo tramonto, il quale farà spazio a una nuova moda, quella degli anni 90, ritornati al cinema con uno sguardo nostalgico grazie a Captain Marvel. La sincerità delle avventure anni 80 non sono in Stranger Things o Super 8 ma nei Goonies, i quali vi aspettano al cinema ancora per poco.
Prima di lasciarvi vi invito a mettere mi piace a Parole Pelate, se non lo avete fatto, e poi a passare dalle nostre pagine affiliate. Ed Infine un grande grazie alla nostra Amigdala per la grafica.
Ringraziamo: Because i love films and Tv series | Film & Serie TV | La dura vita di una fangirl | I love telefilm & film ∞ |Citazioni film e libri
Brutta bestia la nostalgia al cinema… però non credo che American Graffiti (gran capolavoro di film) inauguri qualcosa, già Viale del tramonto era nostalgico e immagino molti altri. Credo che la nostalgia sia un campo su cui in tanti abbiano sempre avuto qualcosa da dire.
"Mi piace""Mi piace"
Ciao Vincenzo, Viale del tramonto è un esempio sbagliato in questo discorso perché non è lo stessa riflessione nostalgica. American graffiti nasce dal desiderio del cineasta di ricordare la sua gioventù, con ovviamente tenerezza e nostalgia. Un esempio giusto, rappresentativo di questo cinema, è Tutti vogliono qualcosa di Richard Linklater (molto bello tra l’altro), Viale del tramonto è sulla malinconia di un ‘attrice che si è vista dimenticata a causa dello star system di Hollywood, è molto diverso. Ovviamente anche American Graffiti deriva da qualcosa, pure quel film ha avuto un’ ispirazione, come tutto del resto, tuttavia è considerato il primo di questo genere in molti testi. Grazie per il commento
"Mi piace"Piace a 1 persona
Ciao, non lo conosco Tutti vogliono qualcosa!
Per Viale pensavo soprattutto alla figura di Eric Von Stroheim che ha vissuto l’epoca del muto, così come immagino che l’abbia vissuta da bambino Billy Wilder. Senza dubbio però American Graffiti trasmette meglio al pubblico il senso di un’epoca passata. Diciamo che i personaggi giovani trasmettono di più degli anziani!!
"Mi piace""Mi piace"