Nomen omen, J’onn: come con Crudelia DeMon, o con Malefica, con uno che si chiama Malefic c’è poco da pontificare, e pertanto ben poco da restar sorpresi nello scoprire che era un traditore in combutta con i Marziani Bianchi.
Ora, se devo essere sincera, non sono del tutto sicura che sia effettivamente interessante la storia del fratelli di Marte. Almeno per quanto mi riguarda, infatti, devo dire che più di tanto non mi ha né convinta né coinvolta: speravo ci facessero fin da subito intuire il ruolo che avrebbe giocato in vista della Crisi in arrivo, ma invano. Per ora, l’impressione è che si tratti di una storyline uscita fuori dal nulla, che ha contribuito a rendere il respiro stesso dell’episodio poco organico. Sarebbe auspicabile entro breve una capatina del Monitor (dopotutto, è lui che ha portato Malefic su Terra-38) per riportare i binari della trama orizzontale coscientemente verso ciò che ci aspetta a dicembre.
Si è trattato di un episodio impegnato su diversi fronti, di cui il più interessante è stato senza dubbio quello che ha visto Lena borderline scienziata pazza. Niente, si è fissata di dover migliorare l’umanità, in barba a etica, morale, libero arbitrio e – ultima ma non ultima – la legge, al punto da arrogarsi un ruolo che non le compete (e che a ben vedere non compete a nessun altro), quello di Dio. Ora, sebbene l’intento è, almeno sulla carta, ammirevole (ho invece più di un dubbio per quanto concerne l’esecuzione), volete davvero farmi credere che tutta questa crociata è nata dal “tradimento” di Kara Danvers? È dunque ragionevole pensare che viceversa Lena avrebbe potuto tutti i giorni ascoltare notizie di guerre, violenze, prevaricazioni, senza mai decidere di intervenire al riguardo? Davvero mi state dicendo che si sta inoltrando lungo una strada lastricata di mattoncini gialli diretta all’inferno soltanto perché risentita nei confronti di una brava persona (vabbè, aliena) che peraltro ha adeguatamente esposto e giustificato le sue ragioni? E ancora, azzerare in modo coatto la coscienza di una persona che hai appena rapito da che parte dello spettro denominato “L’umanità è brutta è cattiva” ti colloca? A casa mia, ma a quanto pare non a casa Luthor, si dice “predicare bene e razzolare male”.
Infine, per concludere con Lena, non posso fare a meno di domandarmi come possa essere ancora arrabbiata con Kara se lei stessa ha finito per ammettere che il fatto che l’umanità sia tutt’altro che proba, tutt’altro che integerrima e tutt’altro che irreprensibile non sia dovuto all’esercizio della volontà quanto, piuttosto, a una sorta di atavica “programmazione”. Così è, se vi pare. Seguendo il suo stesso ragionamento, Kara non avrebbe allora potuto comportassi diversamente (cioè in modo onesto fin da subito), non avrebbe potuto agire se non come da “impostazioni di fabbrica”, quelle stesse che Lena vorrebbe tanto resettare perché ritiene difettose. Insomma, e qui pecco forse di deformazione professionale, Kara sarebbe del tutto non imputabile perché, banalmente, “incapace di intendere e volere”, perlomeno nell’accezione morale esposta da Lena.
Devo dire, comunque, che sono curiosa di vedere fin dove Miss Luthor si spingerà, fino a quando non deciderà di rinsavire, e per quanto non sia assolutamente d’accordo né con il suo progetto né con le motivazioni a esso sottese, ammetto che questa storyline mi intriga.
Per quanto invece riguarda Kara, la poveretta avrà pure vinto un Pulitzer, ma Andrea Rojas, novella Miranda Pristley, la tratta come la più infima delle stagiste, l’ultimo anello della catena alimentare, demansionandola addirittura a correttrice di bozze. Mi è piaciuto, tuttavia, il modo in cui alla fine Kara sia riuscita a far valere la sua dignità professionale, e credo che sia piaciuto anche alla Rojas stessa (che sì, pare nascondere più di uno scheletro nell’armadio, ma almeno a livello lavorativo direi si siano chiarite).
William, d’altro canto, sembra invece intenzionato a smentire – perlomeno in prima battuta a noi spettatori – la pessima impressione fatta nell’episodio precedente. Intanto, parrebbe essere arrivato alla CatCo con l’intenzione di indagare su Andrea Rojas (cosa che per un incomprensione poi l’ha pure portato a mettersi sulle tracce di Kara, e poco ci manca che non gli venga il dubbio che sia Supergirl) e, inoltre, potrebbe nemmeno non essere tanto freddo e tanto insensibile quanto si era premurato di apparire. Ora, il fatto che faccia il volontario alla mensa dei poveri è quanto di più scontato possa esserci, ma credo che sotto ci sia qualcosa di più profondo. La butto lì, piazzo una scommessa alla Snai: era una cosa che faceva sua moglie, morta in circostanze tragiche, la qual cosa la reso cinico e incapace di andare avanti (porta ancora la fede).
E allora, finendo il discorso su note romantiche, Nia e Brainy e Alex e Kelly. I primi due sono davvero adorabili, c’è poco da fare: mi piacevano singolarmente, e non posso fare a meno di amarli in coppia.
Giudizio necessariamente positivo anche per Alex e Kelly. Credo infatti che, vuoi perché hanno caratteri diversi, vuoi anche, sic et simpliciter, perché fanno due lavori diversi, siano meglio assortite di quanto non fossero Alex e Maggie. E per una volta, è bello vedere Alex rilassata, e non costretta a scontarsi con un’altra personalità Alpha.
Ora, si è trattato di un episodio in linea di massima godibile, ma io voglio la roba succosa: datemi il Monitor, e datemi tutto ciò che è prodromico alla Crisi che qua mancano appena sette episodi (e soli 53 giorni).
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