Ciao a tutti voi lettori pelati ed eccoci qui con un nuovo articolo sull’ultima stagione di How to get away with Murder, la serie targata Shondaland che tornerà in Italia con gli ultimi episodi a partire dal 27 Novembre 2019, sempre su Fox Italia. Oggi parliamo di questo secondo episodio, che è stato poco incisivo e alquanto noioso, almeno per me.
Quasi tutto l’episodio gira intorno alla figura di Vivian, la madre di Gabriel, che ricordiamo essere stata la prima moglie di Sam, prima che quest’ultimo la lasciasse per mettersi con la sua amante, ovvero Annalise. La donna ne ha passate tante da quando il marito fedifrago l’ha abbandonata incinta, ed è presto caduta nel tunnel della droga, inoltre ha da perso da qualche anno il suo nuovo compagno, un tossicomane che Gabriel non amava tanto, e anzi, sembra proprio che ci sia il suo zampino nella sua morte per overdose. La sua storia sembra quindi abbastanza conclusa, visto che l’unica cosa che le manca è il perdono del figlio, ed invece no! La donna sembra essere in combutta con l’FBI, o almeno sembrerebbe essere così, forse per vendicarsi di Annalise o forse per qualche altro motivo nascosto, per ora non ci è dato saperlo. Posso dire che di questa ennesima sotto-trama legata al noiosissimo Gabriel e alla sua situazione famigliare potevo farne decisamente a meno, come di molte altre cose che gli sceneggiatori hanno inserito negli anni, ma sembra che questo personaggio debbia piacerci per forza e debba essere a tutti i costi interessante, quando non l’ho mai stato, neanche quando credevamo potesse essere il figlio segreto di Annalise (che poi ci credevamo veramente?). Basta con tutte queste storielle di contorno, dateci una ultima stagione che chiuda tutti i fili narrativi lasciati in sospeso (che sono tanti, troppi) e finitela di aggiungere roba a quello che da un procedurale fatto bene si è andato a trasformare in una soap al limite della decenza.
Viene anche buttata la qualche nuova informazione su Tegan grazie a Nate, ormai divenuto detective in incognito, che sembra essere stata in Messico durante il primo rapimento di Laurel, ed è stata poi proprio la Caplan & Gold, lo studio per cui Tegan già lavorava, ad occuparsi del rilascio della giovane ragazza. Che la donna c’entrasse qualcosa con tutto quanto e forse anche con la nuova scomparsa di Laurel? Per adesso sembra essere innocente di tutto, visto che in questa puntata appare sempre più affabile e sembra comportarsi da vera amica nei confronti di Annalise, ma si sa, in questo telefilm niente è come sembra (o almeno è quello che gli autori sperano che noi pensiamo).
Su Michaela e Gabriel non ho nulla da dire. Lui non mi piace, lei non la sopporto più, insieme sono una combo che mi porta a skippare quasi tutte le loro scene di coppia, e sto bene così, tanto non si dicono niente di interessante. Anche la storia del padre biologico di Michaela direi che era evitabile, due puntate di ricerche, di litigi, di incavolature, per poi scoprire che è morto. E a chi da la colpa Michaela? Ad Annalise, che sembrerebbe essere veramente estranea ai fatti questa volta. Poi il flashforward ci ha mostrato Michaela venire interrogata per l’omicidio della Keating e viene rivelato dagli agenti che le sue impronte sono state trovate sull’arma del delitto, l’attizzatoio con cui i Keating Five hanno picchiato il cuscino nell’episodio precedente. Ovviamente non sarà stata lei ad ucciderla, anche perché io non ci credo proprio alla morte di Annalise. Finché non ti fanno vedere un cadavere non c’è il morto in una serie tv, e fino ad adesso non l’abbiamo visto.
Unica nota positiva dell’episodio è che è stato inserito nuovamente il caso di puntata, con protagonista Connor, il quale si ritrova a dover difendere un piccolo immigrato illegalmente negli Stati Uniti. Si parla quindi nuovamente di razzismo e della vera e propria tortura portata avanti dal governo americano nei confronti delle famiglie e dei bambini immigrati, rinchiusi in quelle che sono vere e proprie prigioni, senza nessun diritto e spesso trattati senza un minimo di umanità. Queste sono le cose di cui questa serie è in grado di parlare e deve parlare, perché ci riesce perfettamente! Quindi, dateci più storie scritte bene, che durino anche solo una puntata, più casi legali e meno polpettoni simil-gialli, grazie.
Ah sì, mi stavo dimenticando, Frank continua a cercare Laurel, e sembra l’unico ad interessarsi della fine che ha fatto (gli altri ormai si sono già dimenticati della loro amica e coinquilina, nel giro di ehm…, due settimane? Begli amici). Scopre che la chiave apre una cassetta di sicurezza vuota e che a quanto pare pochi giorni prima una persona che si è identificata come Laurel Castillo l’aveva già aperta. Quindi Laurel è viva? Chi lo sa, probabilmente sì, ma per adesso non ci è dato saperlo. Un’altra cosa che mi stavo per scordare è che Bonnie ha perso il lavoro perché ha creato un fascicolo falso su Vivien, quindi probabilmente tornerà a lavorare per Annalise, eh sì, non interessava a nessuno ma hanno voluto dircelo.
Con questo è tutto per oggi, vi lascio con il trailer del terzo episodio, che andrà in onda domani negli States, e vi do appuntamento alla prossima recensione. Prima di lasciarvi vi invito a mettere mi piace alla nostra pagina Facebook Parole Pelate, se non lo avete ancora fatto, a seguirci su Instagram, @Parolepelate e poi a passare dalle nostre pagine affiliate. Ed Infine un grande grazie alla nostra Amigdala per la grafica.
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