Ciao a tutti Pelati e Pelate. Oggi sono qui per portarvi a conoscenza dell’ultima fatica di Ryan Murphy, The Politician, prodotto e distribuito da Netflix, a proposito di un giovane ragazzo americano che aspira a uno dei ruoli più potenti del mondo: la Presidenza degli Stati Uniti.
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A questa pomposa premessa, si aggiunge anche la sigla, molto originale che mostra tutto ciò di cui è composto il corpo del nostro protagonista, che viene forgiato nel legno e sembra avere tutte le caratteristiche e le informazioni che servono per raggiungere il suo obiettivo. Ma è comunque mostrato come un automa, con una sostanza nera intorno al cuore che non lascia presagire nulla di buono.
Il personaggio principale è Rachel Berry Payton, un ragazzo super ambiziosa che non si ferma davanti a nulla per raggiungere il suo sogno e sembra che non sia super popolare a scuola. Vi ricorda qualcosa?

Penso che Ryan abbia tratto molto da uno dei suoi telefilm più di successo, Glee, poichè i protagonisti si assomigliano, già nella prima puntata abbiamo persone con disabilità, i colori sono sgargianti nei vestiti e nell’architettura, il numero musicale e i personaggi sembrano tutti un po’ over the top.

C’è però qualcosa di più dietro, e si vede che Murphy è maturato rispetto ad alcune superficialità tipiche di Glee. Fin dalla prima puntata vediamo l’intrinseca vulnerabilità del protagonista e abbiamo anche l’effetto shock di una morte improvvisa.

Il personaggio di River si è tolto la vita ma non capiamo come mai, anche se ci aveva già provato l’anno precedente. La sua vita sembra perfetta, eppure c’è qualcosa che non va.

Tutti i personaggi hanno qualcosa da nascondere, da Payton che non riesce a esprimere le sue emozioni, a Infinity che finge di essere malata, alla mamma di Payton che è infelice nel matrimonio… insomma, prevedo molti scandali.

Devo dire che in queste due puntate sto adorando il team di Payton. Sono super focalizzati, coraggiosi, svegli, pronti a tutti. Dei bei personaggi.

Astrid ancora non l’ho inquadrata, sembra fredda e calcolatrice, oltre ad essere bellissima e ad avere un guardaroba da paura, però sicuramente nasconde qualche parte più profonda che sia fragile o oscura.

E’ molto interessante e bello come questo telefilm tratta i temi LGBT e i diversi orientamenti delle persone, senza etichette ma mostrando con tranquillità la bisessualità e la fluidità di genere. Ryan Murphy è sempre stato avanti da questo punto di vista e sono contenta di vedere che porta sempre il progresso anche nel mondo streaming.

Altro tratto distintivo di Murphy è il black humor che pervade tutte le sue creazioni e anche qui non è da meno, con la scena dei gemelli che discutono su come uccidere il padre o la morte di River e gli schizzi di sangue in faccia a Payton.

Insomma, un buon inizio, con tanto potenziale che spero verrà sfruttato nelle prossime puntate.
Trama: 9/10
Regia: 8/10
Lacrimometro/Divertometro: 8/10
Nota di merito: quando Payton ha cantato River – Glee vibes e pianti
Overall: 8.5/10
Sylvie
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