Divisa in due parti, Disincanto giunge alla conclusione di una prima stagione che ha visto la principessa Tiabeanie mettere in discussione famiglia, amici e se stessa, sempre più inserita in una sorta di profezia antica. Con Dreamland sull’orlo della desolazione causata dalla madre della protagonista, i tre amici Luci, Elfo e Tiabeanie non sono più insieme e devono cercare di riunirsi affrontando le disavventure più probabili. Nell’imbastire le prime puntate, Disincanto convince con una narrazione scorrevole ma priva di guizzi che lascerà spazio a puntate di approfondimento sui personaggi e Dreamland, trovando a volte il giusto passo nel parodizzare il mondo fantasy – medievale.

Creata da Matt Groening, Disincanto è figlia della televisione odierna e vuole avvicinarsi ad altre opere animate recenti, distaccandosi dalle due serie più celebri dell’autore statunitense: I Simpson e Futurama. Pur essendo un prodotto fantasy, Disincanto sembra non voler in tutti i modi creare una mitologia coerente, spiazzando lo spettatore con la puntata Steampunk divertente ma fuori contesto, non aggiungendo nulla a Tiabeanie se non un espediente per il proseguo della vicenda. L’incontro tra diverse realtà potrebbe fruttare alla serie nuovo materiale, per arricchire le situazioni fin troppo blande, soprattutto a causa di scelte già adottate più volte e con una conclusione prevedibile. Non è assolutamente una serie pessima e qualche giusta intuizione lo dimostra, ad esempio Zog rivela che Dreamland si chiama in questo modo, perché rende i propri sogni o incubi molto potenti e difatti il filo conduttore di questa seconda parte saranno i sogni di Tiabeanie.

Una mancanza rilevante che differenzia Disincanto dalle due serie più famose poc’anzi citate, risulta nei comprimari poco incisivi e degni di nota. Là dove i personaggi di contorno non riescono a reggere molte scene senza sembrare privi di spessore, il menage a trois composto dalla protagonista, Elfo e Luci, è sempre pronto entrare a favore nella storia come deus ex machina che corre in soccorso combinando spesso disastri ma risolvendo la situazione. La formula vincente di questo trio esiste grazie all’ispirazione di Groening che ha ripensato a personalità come Fry, Lola e Bender, i personaggi più vicini ai tre amici di Dreamland.

Il cliffhanger finale non è così forte come il precedente, nella prima parte d’episodi, nonostante poi abbiamo visto come l’evoluzione sia stata mediocre. Disincanto dovrebbe rimescolare ciò che conosciamo o aggiungere personaggi che possano distruggere l’equilibrio creato fin ora, altrimenti gli spunti interessanti potrebbero non bastare allo spettatore, sempre più consapevole di come si evolverà la vicenda.
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