Telefilm

Recensione | Elite S2

È inutile girarci intorno: gli spagnoli sanno intrattenere e no, non parlo solo dei tormentoni estivi. Netflix ha saputo sfruttare benissimo il potenziale raeggeton delle sue produzioni e quindi eccoci qua ad aspettare la quarta parte de La Casa di Carta oppure a finire la nuova stagione di Elite nel giro di due giorni.

Ovviamente questa seconda stagione non è un capolavoro, così come non lo era la prima. Al contrario, la sceneggiatura fa a tratti ridere anche se vuole essere drammatica, gli attori non sono esattamente dei fenomeni ed è decisamente esagerata su certi aspetti, risultando così poco credibile, ma è capace di tenerti incollato allo schermo perché appena termini un episodio vuoi sapere cosa si inventeranno per andare avanti. Sicuramente quello che rende la serie così poco realistica è l’età dei personaggi, perché a 16/17 anni risulta forzato inserire tutti questi problemi, a cominciare dallo spaccio e consumo di cocaina come se fosse coca cola. Avrebbero potuto ovviare a questo problema facendo loro frequentare un’università di prestigio piuttosto che una scuola superiore: non avrebbe inficiato la trama e sarebbe stato più credibile.

Parlando appunto della trama, dopo la prima stagione incentrata sull’omicidio di Marina ad opera di Polo e conclusa con l’arresto per errore di Nano, questi nuovi otto episodi si concentrano sul tentativo di Samuel di far emergere la verità e scagionare suo fratello. Ovviamente il ragazzo non è il detective più astuto del mondo e finisce per inimicarsi gente potente a destra e manca, così decide di sparire dalla circolazione, lasciando che la polizia indaghi tra i suoi compagni di scuola che decisamente non apprezzano l’intrusione dell’ispettore nelle loro sregolate vite da sedicenni ricchi sfondati. Sulla trama non dirò altro per non fare spoiler e passiamo a cosa si salva di questa seconda stagione e di cosa invece avremmo potuto decisamente fare a meno.

Pro – i nuovi personaggi

La scuola di Las Encinas dà il benvenuto a tre personaggi un po’ diversi da quelli a cui siamo abituati e che portano una ventata d’aria fresca in mezzo a tutta la loro opulenza e ipocrisia. Quella che ho apprezzato di più è Rebeka, figlia di una signora della droga in incognito ma fondamentalmente buona e alla mano, infatti stringe amicizia con Samuel e Nadia, non apprezzando lo snobismo dei ricchi di cui è circondata. Altro personaggio interessante – anche se a tratti irritante – è Cayetana, figlia di una donna delle pulizie che però finge di essere ricca per farsi accettare da quella società malata e classista. Concludiamo la rosa delle novità con Valerio, fratellastro di Lucrecia, con cui ha una relazione a metà tra Marco ed Eva Cesaroni e i gemelli Lannister. Il suo fa parte di quei personaggi che per forza di cose risultano esagerati, a prescindere dall’incesto: la sua prima battuta recita “la colazione è il pasto più importante della giornata” e la suddetta colazione è una striscia di cocaina. Avendo 17 anni, magari si poteva evitare…

Contro – troppi problemi

Il troppo stroppia. Questi ragazzi a 17 anni hanno più problemi di quanti possa avere una persona adulta in tutta la vita. C’è il rischio di condensare in otto episodi così tanti temi per poi affrontarli all’acqua di rose e la questione delle droghe pesanti è solo un esempio. L’anno scorso avevamo avuto a che fare con gravidanze indesiderate e malattie sessualmente trasmissibili, mentre in questa stagione assistiamo a problemi di salute mentale oppure ad un caso di revenge porn ma a nessuno sembra importare un granché, se non per una decina di minuti. C’è da dire che Elite non si è mai fatto portatore di messaggi educativi o intenti sociali, ma per amore di una sceneggiatura come si deve, sarebbe meglio evitare l’effetto-calderone solo per avere qualche visualizzazione in più. Le uniche tematiche che secondo me vengono affrontate vagamente meglio per gli standard della serie sono l’integrazione di Nadia, che abbraccia sempre di più uno stile di vita all’occidentale, e la relazione omosessuale tra Omar e Ander, relazione costellata di difficoltà a causa della mentalità della famiglia di Omar.

Pro – gli sprazzi di sarcasmo

Autori, fatevelo dire, Elite funziona meglio quando mantiene un tono ironico. Ci sono alcune battute scritte per far ridere lo spettatore e che sono state decisamente più godibili di quelle scritte per sembrare drammatiche o dare nuovo materiale per le caption di Instagram delle ragazzine di tutto il mondo. Davano degli accenni di naturalezza in una serie in cui di naturale o realistico c’è ben poco, quindi sarebbe bene averne di più. Kudos ai personaggi di Rebeka e Valerio, dato che sono loro ad avere l’80% di queste battute.

Contro – il trattamento riservato a Polo

Parliamoci chiaro: questo ragazzo ha ucciso una sua compagna di classe, nonché sorella del suo migliore amico. Avrei voluto vederlo in preda a terribili rimorsi di coscienza, che invece sono stati pochi e marginali. Al contrario, ha cercato fino all’ultimo di uscirne pulito e senza confessare alla polizia, ma solo ad Ander, dando questo peso terribile anche al suo amico. Nonostante questo, ho avuto l’impressione che gli autori volessero in qualche modo farcelo rivalutare, tra l’apprensione e la storia con Cayetana e i suoi disturbi mentali, ma è stato come mettere un cerotto su un’emorragia interna. Inutile.

Siamo arrivati alla fine di questa recensione. Non potrò mai dire che Elite sia una delle mie serie preferite o che sia un prodotto di qualità, ma mi ha intrattenuto per due giorni, tenendomi sulla corda con la trama principale e facendomi a tratti ridere con quelle secondarie, anche se probabilmente non era il suo scopo originale. La serie la trovate tutta su Netflix ed è stata rinnovata per una terza stagione in arrivo nel 2020. Prima di lasciarvi, però, vi invito a mettere mi piace a Parole Pelate, se non lo avete fatto, e poi a passare dalle nostre pagine affiliate. Infine un grande grazie alla nostra Amigdala per la grafica.

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