
È già da diverso tempo che sempre più frequentemente si sente parlare de La verità sul caso Harry Quebert. Dal momento che la mediaset manderà in onda questo lunedì i primi episodi della serie televisiva, vediamo di scoprire qualcosa di più su questa faccenda.

La verità sul caso Harry Quebert nasce come libro dall’estro dello scrittore svizzero Joël Dicker. Successivamente è stato realizzato un adattamento televisivo di dieci episodi nel 2018, alla regia il regista e sceneggiatore francese Jean-Jaques Annaud. Senza fare troppi spoiler del caso, raccontiamo grossolanamente la trama del romanzo.
Siamo ad Aurora, nel New Hampshire, è il 30 agosto del 1975, quando la polizia riceve una chiamata da una vecchia signora di nome Deborah Cooper che abita nelle vicinanze del bosco di Side Creek Lane. La signora Cooper segnala che ha visto una ragazza con un vestito rosso essere inseguita da un uomo nel bosco. Ad un’ora circa da questa segnalazione lo scenario è il seguente: la ragazza, Nola Kellergan, è completamente sparita dalla circolazione, di lei sono state rinvenute tracce nel bosco di brandelli del suo vestito rosso e ciocche dei suoi capelli lunghi e biondi; Deborah Cooper è stata ritrovata morta nella sua casa e dell’uomo dell’inseguimento si sa solo che era alla guida di una chevrolet monte carlo nera. Salto temporale, siamo nel 2008 a New York. Marcus Goldman è il più giovane e il più importante scrittore di romanzi di quel tempo. Ma, dopo aver scritto il suo romanzo di successo, Marcus è bloccato, non riesce più a scrivere niente. L’unica persona che sa di poterlo aiutare è il suo amico, nonché il suo ex professore universitario, e il più grande scrittore di tutti i tempi, Harry Quebert. Harry invita Marcus a raggiungerlo nella sua casa in riva al mare, ad Aurora, dove lo stesso ragazzo negli anni universitari si era recato di tanto in tanto. Harry crede che lì Marcus possa trovare la pace e l’ispirazione che lui stesso riuscì a trovare trentatre anni prima quando riuscì a partorire l’opera letteraria più famosa di tutti i tempi, Le origini del male. Ma la quiete, prima della tempesta, dopo l’arrivo del giovane scrittore, non durò molto. Appena qualche mese più in là, nel giardino di Harry, la polizia trova il corpo di Nola Kellergan. Sepolta con lei, all’interno di una sacca, è stato rinvenuto il manoscritto Le origini del male. Da qui si apre un vero e proprio giallo che vi lascerà completamente con il fiato sospeso.

Analizziamo tutto un passo alla volta partendo dal libro. All’acquisto risulterà spaventosamente grande, dato che conta 775 pagine scritte nero su bianco, ma vi posso assicurare che se avete molto tempo libero, lo divorerete veramente in pochissimi giorni. La scrittura risulta essere molto semplice e spicciola. Non ci sono grandi descrizioni paesaggistiche, e questo vale anche per i numerosi personaggi nei quali vi imbatterete nel corso della storia. Al tempo stesso, però, riusciamo tranquillamente a farci un’idea di come possa essere Aurora nel 1975 e poi nel 2008, proprio sulla base delle azioni dei personaggi e dei discorsi diretti che l’autore introduce qua e là. La scrittura è caratterizzata da continui salti temporali, tant’è che non sarete mai soltanto nel 1975 e mai soltanto nel 2008. Queste due realtà spazio temporali si intrecciano e si ingarbugliano costantemente fino a fondersi completamente l’uno nell’altra, portando il lettore a perdersi totalmente tra il mare di righe che danno corpo e anima, capitolo dopo capitolo, al racconto. Perciò se da un lato la scrittura risulta essere estremamente semplicistica, la storia che viene raccontata al suo interno ci appare fin dai primi capitoli un’enorme matassa intrecciata di fatti e personaggi apparentemente scollegati fra di loro, che continua ad intrecciarsi sempre di più man mano che le indagini, portate avanti dalla polizia (e non solo), portano a galla nuove piste e nuovi indiziati. Quello che ho imparato ad Aurora è che non ti puoi fidare di nessuno. Aurora solo superficialmente sembra essere animata e vissuta da normali e genuini cittadini. In realtà dietro la storia di ognuno di loro si insidiano segreti e complotti che hanno provato ad insabbiare per ben trentatre anni, paradossalmente anche riuscendoci in parte. Alla fine di ogni capitolo l’autore del libro inserisce continui colpi di scena che vi faranno cambiare costantemente il probabile scenario finale. Il libro si farà chiaro solamente nel penultimo capitolo del romanzo, e vi assicuro che tra tutti i finali possibili che mi sono immaginata, quello vero non lo avrei mai pensato possibile, nonostante, con il senno del poi, gli indizi per arrivare alla verità sulla morte della piccola Nola Kellergan, l’autore fra le righe li aveva inseriti. La verità sul caso Harry Quebert è uno di quei libri che appena finisci di leggere ti fa sentire un pò triste, malinconica, nostalgica, vorresti quasi ricominciare da capo perchè ti senti che quelle persone all’interno del romanzo, nonostante tutto, ti abbiano lasciato qualcosa. Senti che in fondo anche tu sei diventata cittadina di Aurora, perché questo libro ti prende con tale forza che tornare alla vita reale risulterà una vera e propria impresa titanica.

Per quanto riguarda la serie tv, che nasce come adattamento televisivo del romanzo di Joël Dicker, e che lunedì 2 settembre approderà in prima visione alle 21.10 su Canale 5, posso ritermi sorprendentemente soddisfatta. Dato che, come abbiamo detto poco fa, il libro risulta carente di minuziose descrizioni sulla cittadina di Aurora, credo che la serie abbia perfettamente centrato l’immaginario comune di come io, e come me anche molti altri che hanno letto il libro, mi aspettavo di Aurora. Se dovessi immaginarmi Aurora lo farei proprio esattamente allo stesso modo di come ci viene presentata all’interno della pellicola. Un magistrale Patrick Dempsey interpreta il protagonista del romanzo, Harry Quebert; mentre Nola viene interpretata da Kristine Froseth, un emergente attrice e modella statunitense. La serie è l’esatta trasposizione cinematografica delle pagine dell’autore. Il romanzo non è stato cambiato di una virgola, ed è per questo che nasce dentro di me una sorprendente soddisfazione verso questa serie. Quante volte ci siamo trovati innamorati di un libro, della sua storia e dei suoi personaggi? Tante, per chi come me è un appassionato di libri. Perciò sappiamo bene che riproporre su pellicola i libri, si può dimostrare un’impresa difficile. Il libro sa come smuovere le paure, sa come toccare le corde delle emozioni dei lettori, perchè fondamentalmente conosce già queste sensazioni. In quanto non sono altro che le paure e le emozioni stesse che affollano i pensieri dei protagonisti. Recitare queste sensazioni è sicuramente più difficile che scriverle. Richiede un grande sforzo da parte degli attori. Ma qui gli attori sembrano essersi semplicemente materializzati dal romanzo. Tutti sono la perfetta incarnazione dei loro personaggi. Ho guardato la serie e fin da subito mi sono sentiva nuovamente a casa e nuovamente cittadina di Aurora.

Insomma se non l’avete ancora vista e se anche dopo questa recensione non siete ancora convinti di vederla, vi chiedo un favore: Fidatevi di me. Fidatevi di me e vedetela, anche solo per qualche minuto e traete le vostre conclusioni. Vi assicuro che non ve ne pentirete. Vi assicuro che presto anche voi, come me, vi sentirete tutti nuovi cittadini di Aurora.
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