Telefilm

Recensione | Poldark 5×04 “A World of Shadows”

C’è un’ombra dietro la luce. Ogni luce ha il suo cono d’ombra, così come dietro il riflettore è così buia la stanza, così vuoto il palco. E così che questa puntata di Poldark ci lascia altalenare, come fossimo l’occhio di un drone, passando intorno prima davanti la luce, e poi dietro, per cogliere tutto ciò che è visibile, e ciò che non vediamo, oltre le apparenze. L’umanità, la cieca follia, il dolore e la rivolta – tutti lati di una stessa figura: la vita.

Despard è il centro focale di dove il cono di luce illumina; tutti lo odiano, tutti lo vogliono via eppure è il punto più alto della polveriera. Hanno tutti paura che esploda, un po’ come era Ross un tempo, anche se sembra essersi portato verso l’essere più ‘politico’ e meno irascibile, seppur sempre lievemente irresponsabile.

Geoffrey Charles, nell’ombra cerca conforto e ritrova quella luce di un tempo, portando Cecily al pozzo di Morwenna e Drake – ed è un ricollegarsi chiarissimo a quei momenti di felicità di bambino che ha nel suo cuore. I bambini contrappunto della vicenda, ciò che vedono li formerà in quel che sono, le perdite così come i bei momenti. Valentine che rifugge dalla dimensione di luce esterna mi di ombra interiore di Trenwith, e così i giovani Poldark che invece si fregiano dell’affetto dei loro genitori.

Morwenna dal canto suo, nell’ombra delle casupole modeste, ha trovato quei figli che le sono stati negati per crudeltà e si sente utile, si sta ‘ricostruendo’ da sola. La sua luce oltre l’ombra, le tenebre dalle quali è risorta ma nelle quali sembra stia sprofondando nuovamente. La luce esterna del resto le porta solo la chiarezza di non poter aver nulla a che fare con il suo vero figlio tenuto lontano.

Kitty, paga invece nell’ombra e nel silenzio lo scotto di essere sempre la donna forte al fianco di un uomo complesso. Ci sono infatti donne come Morwenna, le quali cercano di superare il trauma con un lungo e giusto dolore. Kitty, non potendoselo permettere, è una di quelle donne le cui circostanze la portano a dover serrare i denti ed andare avanti, e così a volte ingoiando amaro, accusa fisicamente tutto quel peso che le si riversa addosso (e una sospetta gravidanza), cercando forse l’appiglio per una volta in Demelza e nel Dr. Enys, che a queste cose è sensibile sembra averlo capito e stimarla.

Lo scambio tuttavia di Dwight con sua moglie, su come lei abbia affrontato il dolore e le fragilità sembra un po’ fuori luogo. Caroline si vede anche leggermente gelosa in senso benevolo e messa da parte, come se ci si fosse dimenticati che anche lei, abituata alla mondanità ed alla frivolezza, ha dovuto superare un trauma inimmaginabile, ed è anzi ancora qui, più forte di prima almeno esternamente.

Enys magari involontariamente, invece, sembra sottolineare le diversità tra le due, e Caroline ne soffre, sentendosi forse anche un po’ accantonata da tutte le emergenze mediche che tengono il dottore lontano da casa, proprio perché lui sembra sentirsi più a suo agio con il popolo, con chi soffre, ma non per sua colpa – è la sua inclinazione.

Sir George has taken refuge in a world of shadows, he needs to learn that is safe to return to this one – Enys, dall’alto della sua professione, sa che vanno tenute aperte le porte sia verso la sanità, sia verso il supporto ed il dialogo, perché per quanto malvagio, non si può permettere che George venga divorato dal suo male interiore e proprio da quelle ombre che sappiamo annidarsi dietro la luce.

Tess è invece una di quelle che predicano bene e razzolano male, nella luce come nell’ombra – il parallelismo che mi viene più immediato è con Jeanne Balò (o Valois) di Lady Oscar. Con la scusa di volersi scagliare contro i potenti e gli arricchiti, criticando aspramente Demelza, non disdegnerebbe però tali attenzioni e di riceve re lo stesso trattamento pur senza faticare. Insomma, come nel clima odierno, tutti buoni a puntare il dito ma poi, di concreto, nessuno fa nulla, e tutti invidiano e se non ottengono fanno in modo di distruggere – o per me, o per nessuno.

Veniamo a Geoffrey Charles e Cecily. La scorsa volta abbiamo appunto detto come lei, conscia del suo essere donna ‘nuova’ e indipendente, conscia di ciò che probabilmente le sarebbe toccato, giocava un po’ con Geoffrey Charles che, fraintendendo quel suo stoccare così abile e punzecchiare, rimane scottato non solo per la notizia ma anche per lo pseudo due di picche rifilatogli (che due di picche non è, ma solo ingenuità della giovane). Ora, vogliamo credere anche Cecily stesse ancora digerendo il tutto, perché non facile è la situazione, eppure vediamo venire meno quella sua presunta manifesta ribellione quando si tratta del padre, cosa che invece le tanto criticate Kitty e Demelza hanno dal loro canto avuto il coraggio di fare, andando contro tutto e tutti. Del resto la vita è fatta di scelte…

Ross: It left me with a different choice, and that choice saved me

Sono le scelte, infatti, per quanto dettate dall’uomo e dagli eventi che ci forgiano e così è stato. Non si può piangere sul latte versato e la ferita sarà profonda per ogni delusione. Sono altre scelte che invece, pensavamo salvifiche e che ci portano alla disperazione – così come il caso di George.  La rimozione del trauma è in lui addirittura così profonda e dura, proprio perché si è rifugiato nell’ombra che Elizabeth ha visto in ultimo, prima di andarsene, a maggiore espiazione delle pene che si rende anche conto di aver fatto passare lei.

I have no desire. I do not believe I will feel desire ever again – Elizabeth era il simbolo della sua rivalsa, delle sue ambizioni e quindi su di lei aveva proiettato tutto l’amore che provava per quei suoi sogni e ideali conquistati, raggiunti e persi. Vediamo però un George che certamente sembra riprendere pian piano determinazione, comprendendo la natura del fatto che sia un ‘contratto conveniente’ ma sempre con poca convinzione.

Cecily sembra iniziare a vacillare e chiede perfino consiglio a Demelza, sebbene ancora non dimostri aperta ribellione. A suo dire del resto ‘Una gabbia è sempre una gabbia, ora come tra dieci anni’. Inimitabile, va detto, la faccia di Demelza quando Cecily, evidentemente non conscia di cosa sia l’amore, le risponde a tono indicandole che tra tutti gli errori, quello di amare Ross e sposarlo non sono proprio stati uno di essi.

Demelza devo dire, ancora una volta, è il porto sicuro e faro, l’ago della bilancia e non mi stancherò mai di ripeterlo. Non solo affronta i doveri di madre, quelli di moglie e consigliera – superando ogni gelosia terrena e non anche ai discorsi su Valentine, anteponendo quello che  buonsenso ultraterreno per una vicenda che l’ha fatta molto soffrire. Non contenta di fare tutto questo, dicevo, corre anche per avvertire di nuovo di quei disordini sobillati dai ‘venti francesi’ e dallo stesso Hanson ad insaputa di Nespard, con la complicità di Tess e del suo tornaconto. E Ross, oh Ross è oramai conscio del suo tesoro, anche se è vero, a volte lo da forse per scontato.

Il disordine della rivolta è forse un guizzo nella puntata che anzi, acuisce ancor più le situazioni, e ci riporta forse un George semi savio ma ancora indebolito, ed i Poldark sempre più uniti ma anche avveduti dai pericoli che si annidano perfino sotto il loro tetto domestico.

E alla fine, seppure l’amore trionfi, tra chi realizza i veri sentimenti e la benedizione/maledizione del pozzo, che ha unito gli amanti ma che ‘bene’ non gli ha portato in quanto a sorte, prevediamo già l’arrivo di nubi temporalesche all’orizzonte che non lasciano presagire nulla di buono. Qui il trailer del prossimo episodio.

Se volete farci sapere quali emozioni ha suscitato in voi quest’episodio, o se anche voi, nell’ombra, temete per gli avvenimenti futuri, lasciate un commento oppure passate sulla nostra pagina social.

-Notforyourears

 

Ringraziamo: Crazy Stupid Series | Serie Tv Mania | Aidan Turner Italia | Poldark Italia | Gli attori britannici hanno rovinato la mia vita | Blends of Scotland, Ireland, UK: Ladies’ perfect Tea |Roba da Vittoriani | Eleanor Tomlinson daily | Ross e Demelza Poldark Italia | Aidan Turner Source. | Heida Reed Source.

 

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