L’ultima settimana di Maggio è sbarcata (perdonatemi il gioco di parole, non ho resistito) su Netflix una nuova serie originale spagnola: Alto Mare. Sinceramente prima di vederne l’anteprima sulla Home del sito non ne avevo affatto sentito parlare, ma immediatamente mi sono fiondata ad iniziarla, perché la trama è costruita seguendo il mio schema preferito del genere mystery: in un luogo chiuso e isolato (in questo caso una nave) avvengono una serie di omicidi e ogni singolo personaggio diventa un sospettato. Come se non bastasse l’ambientazione è storica, precisamente ci troviamo negli anni Quaranta del Novecento, e la protagonista è interpretata dalla bellissima Ivana Baquero, la piccola Ofelia de “Il Labirinto del Fauno”, uno dei miei film preferiti di sempre. Capite che non potevo resistere al richiamo di questa serie, no?
Con tutte queste premessa fatte credo sia giusto dire da subito che Alto Mare si presenta come una serie senza troppe pretese, divertente e scorrevole, ma da non prendere troppo sul serio. Non mancano infatti dei momenti un po’ trash, con dialoghi che scadono nel melodrammatico, molti legami tra i personaggi vengono costruiti sbrigativamente eppure sono cadute che si perdonano facilmente grazie al ritmo ben sostenuto che coinvolge lo spettatore nelle vicende. I personaggi stessi, come in un classico romanzo mystery, rappresentano più che altro degli stereotipi, almeno in questi primi due episodi; nonostante questi difetti è innegabile però che, una volta iniziata, è stato impossibile scollarsi dallo schermo del pc, quindi, ripeto, se siete pronti ad avere una mentalità più flessibile e non cercate un prodotto di altissima qualità, ma piuttosto una serie di intrattenimento coinvolgente, Alto Mare fa decisamente per voi.
Il primo episodio serve ad introdurre i vari protagonisti, ma in particolare Eva (Ivana Baquero) e Carolina, due sorelle recentemente rimaste orfane che si stanno per imbarcare su un transatlantico che dalla Spagna le porterà a Rio de Janeiro, per costruirsi un futuro lì. Sulla nave con loro viaggia anche il futuro marito di Carolina, Fernando, che contende per il premio di personaggio più insopportabile della serie. Mentre le due sorelle si stanno recando al porto rischiano di investire una ragazza in fuga che le prega di portarla con loro sulla nave perché crede di essere inseguita da un uomo che ha intenzione di ucciderla. Eva decide prontamente di aiutarla e fa salire illegalmente la ragazza, Luisa, sul transatlantico, nascondendola nella terza classe dove dovrebbe condividere la cabina con Francisca e Veronica, le loro domestiche. Uno degli aspetti più interessanti della serie sta proprio nel seguire personaggi di diverse classi sociali e come, in modi diversi, sia i più sia i meno abbienti, sperino che questo viaggio sia una svolta nelle loro vite.
Protagonista maschile della serie è invece Nicolas, un ufficiale di bordo che si ritrova coinvolto nelle indagini, principalmente perché rimane attaccato come una piattola ad Eva; anche se dovrebbe essere un personaggio positivo, basta il primo episodio appena a renderlo fastidioso, ma spero in un futuro miglioramento. Tutte le vicende si inseriscono in una precisa cornice narrativa: il Capitano Santiago, infatti, al decimo giorno di traversata, sta aggiornando il diario di bordo, annunciandoci che in quel breve lasso di tempo di tempo sono già avvenuti tre omicidi. Il diario costituisce per lui una rassicurazione che, se non dovesse arrivare vivo alla fine del viaggio, attraverso la ricostruzione di tutte le vicende, giustizia potrà essere fatta.
Il primo omicidio non si fa attendere infatti e la vittima è Luisa, la ragazza clandestina portata a bordo da Eva e Carolina. Dopo aver aggredito Francisca nella cabina, Luisa scappa, probabilmente per recarsi ad un appuntamento che risulterà fatale, dato che Eva e Nicolas, trovandosi sul ponte, vedono la ragazza cadere urlando in mare. Di Luisa vengono ritrovati solo i vestiti, ma, esaminando il punto da cui dovrebbe essere caduta, Eva ritrova una spilla che Carolina aveva regalato a Fernando, chiudendo il primo episodio su un bel cliffhanger.
Il secondo episodio è molto più denso di eventi: innanzitutto la tensione tra Eva e Fernando sale, infatti già in passato la ragazza lo aveva accusato di avere problemi col gioco; accusa che si era rivelata infondata e per la quale si era scusata, ma che Fernando non le ha mai perdonato. Nonostante l’uomo sembri avere un alibi valido, Eva scopre che ha mentito, spacciando una ricevuta della lavanderia per un cablogramma che sarebbe passato a ritirare la sera dell’omicidio, ricevendolo però in ritardo il mattino dopo. A questo punto, tutto punta un po’ troppo chiaramente a Fernando come l’assassino, quindi automaticamente mi viene da diffidare di questa ipotesi, tuttavia è innegabile il suo coinvolgimento con Luisa, probabilmente una persona legata al suo passato.
Le ricerche del colpevole si concentrano sulla terza classe, individuandolo in Miguel, uno dei servitori del ricco Sebastian de la Cuesta, che confessa non solo di aver forzato i bauli di Eva e Carolina e rubato vari oggetti dalla loro cabina, ma anche di aver ucciso Luisa perché lo aveva colto sul fatto, di averla colpita e poi gettata in mare quando era già morta. Nicolas però si rende conto che il ragazzo sta mentendo, perché lui ed Eva hanno sentito chiaramente Luisa urlare mentre veniva gettata in acqua, dunque era impossibile che fosse già morta. I due riescono ad interrogare di nascosto Miguel che ammette di essere stato minacciato e costretto a confessarsi colpevole, ma ovviamente non rivela il nome del suo aguzzino perché spaventato a morte dalle conseguenze. Nel frattempo il sospetto attorno a Fernando si infittisce quando lo vediamo gettare in mare parte della refurtiva che si pensava fosse stata rubata dal povero servitore.
In contemporanea si sviluppano anche un paio di sotto-trame interessanti: in primis quella che riguarda Veronica che cerca in tutti i modi di uscire dalla sua condizione di serva, legandosi a uomini ricchi. Già nel primo episodio da un breve gioco di sguardi viene suggerita una possibile relazione clandestina con Fernando, ma nel secondo episodio la ragazza accetta di buon grado il corteggiamento di Sebastian, spezzando il cuore al suo domestico, Dimas, che sperava di avere una chance con la ragazza. Proprio Dimas per ora è il mio personaggio preferito: è un ragazzo gentile e ambizioso, speranzoso di poter iniziare un suo business in Brasile, trasformando l’etanolo in combustibile; è anche il miglior amico di Miguel, quindi spero di trovarlo presto coinvolto nelle indagini per scagionarlo.
Molto caricaturale è invece il Detective Varela, convinto di aver già risolto il mistero e disposto a sospettare unicamente dei passeggeri meno abbienti. Fino ad ora neutrale è invece Pedro, lo zio di Eva e Carolina, che è di grande conforto alle sorelle e costituisce per loro quanto più di vicino ad una figura paterna. Il premio per personaggio più detestabile va invece a Anibal, ricco imprenditore sposato con Natalia (la sorella di Fernando) e predatore sessuale che, con la promessa di inserirla nell’ambiente delle sale da concerto, aggredisce la giovane Clara che lavora sulla nave come cantante.
Già dopo i primi due episodi ho delle teorie, il che è un buon segno perché significa che è una serie che non mi lascia nel momento in cui chiudo Netflix, ma a cui mi piace ritornare con la mente: innanzitutto non sono convinta che Luisa sia morta. D’altronde sono stati rinvenuti solo i suoi vestiti; io credo che lei si stia nascondendo da qualche parte e che ovviamente la sua presenza sul transatlantico non sia casuale come sembra. Credo anche in un coinvolgimento da parte del Capitano che, nel primo episodio, abbiamo visto segnare dei bauli nella stiva, forse ad indicare quali bisognava fingere di svaligiare. Oltre a questo credo che presto verrà rivelata una sotto-trama politica. Sempre nel primo episodio, quando le sorelle salgono sulla nave, una serie di inquadrature ci mostrano degli uomini che le tengono d’occhio, uomini di cui ancora non si conosce l’identità, quindi non escludo un coinvolgimento politico di Fernando, cosa che spiegherebbe anche perché la narrazione cerca di puntare a lui come possibile assassino, magari per rivelare poi un suo scopo segreto, sì, ma diverso dall’omicidio.
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