“La famiglia non c’entra con il sangue o con il tempo, a volte anche una sola persona, anche se conosciuta da poco può essere così importante e speciale da diventare una piccola famiglia.”
Il dubbio incombe sin dalla prima scena e l’isolamento di Eleonora ora è esternato, estremo, a partire dalle tapparelle chiuse e la clausura nella sua stanza, malcelato dalla scusa della febbre. È ancora Filippo che tenta di fare breccia e, vedendo il suo supporto rifiutato ancora una volta, probabilmente è lui a chiamare Edoardo o, almeno, non permette alla sorella di servirsi anche di lui come scudo questa volta. Filippo ha capito che per proteggerla deve lasciare agire Edoardo dove lui non arriva. Per Eleonora, l’arrivo di Edoardo è ciò che le permette di sfogarsi, anche se non completamete: l’attacco di panico è la manifestazione di tutto ciò che aveva forzato e soppresso. Tra l’altro è stato ottimamente reso dal punto di vista emotivo: la ripetizione del “non riesco” e l’illogica paura e ansia tale da sentirsi morire, certamente irrazionale, ma la cui sensazione è terribilmente reale. È estenuante.
Mentre Eleonora riposa, la scena ha giocato con gli spettatori suggerendo che Edoardo potesse vedere i messaggi di suo fratello Andrea. Invece, il telefono è abbandonato per il computer senza alcuno scopo di invadere ma di aiutare. A partire dal risveglio di Eleonora, l’atmosfera è cambiata, la luce entra nella stanza e la sensazione oppressiva che permeava le inquadrature è alleggerita. Eleonora ha aperto uno spiraglio nel suo isolamento per far entrare la luce. Rimane passiva, per ora, e lascia che sia Edoardo a guidarla.
Non sappiamo quanto ci sia di Eleonora e quanto di Edoardo nella prima parte del discorso per la radio. Le esperienze sono ovviamente quelle di lei, ma è da ricordare come entrambi condividano mancanze familiari tristemente simili, nonostante attraverso vissuti molto diversi. Nella conclusione però si ascoltano le parole di Edoardo lette dalla voce di Eleonora: un momento che diventa ancora una volta una valvola di sfogo per lei e le permette di confidarsi con le sue amiche. Ogni ragazza reagisce in modo diverso, ma tutte sono lì per lei, presenti allo stesso modo. Non si può negare che sia una sopresa, ma è Silvia quella che prende in mano la situazione ed Eleonora, ancora, si lascia supportare. Da notare che Silvia, sottolineando che l’ospedale sarebbe stato il primo posto dove andare, non permette che venga percepito come un ammonimento. È invece una raccomandazione per ricordare ad Eleonora che anche lei ha il diritto di essere aiutata. La scena all’ospedale è sublimata nella luce come simbolo visivo del supporto tra le ragazze. Finalmente Eleonora non è più da sola: non è più la bambina in preda all’appendicite che, per andare in ospedale, deve prendere un taxi perché non può chiamare nessuno.
Il picco della puntata è stata la scena tra Eleonora ed Andrea: potrebbe essere definito poco ortodosso, ma si noti che è stato specificato nella scena successiva che Eleonora ha effettivamente preso azione per vie legali andando in questura. Invece, ciò che è importante in questa scena è che per Eleonora avere la possibilità di affrontare Andrea di persona rappresentava uno dei passi nella sua personale elaborazione. Era ciò le serviva per tornare ad essere se stessa. È tornata Eleonora come l’abbiamo conosciuta nella prima stagione. O quasi. Ora non è una mera recita quella che presenta al mondo ma è la sua effettiva forza, quella che è stata sempre lì, ma non più reclusa ad essere solo uno scudo.
Nell’ultima scena è di nuovo Eleonora a raccontare la sua storia così come alle sue amiche, così come ad Andrea e così anche con Edoardo. Purtroppo non ci è stata data possibilità di ascoltarla. Eppure, il dubbio persiste nello scorcio finale della conversazione a cui ci è permesso di assistere e rimbomba prepotente nella risposta di Eleonora: “non lo so”. Nonostante si possa comprendere lo stato d’animo di Edoardo, vederlo andarsene e lasciare Eleonora lì sulle scale ha un retrogusto amaro.
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