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Sapevatelo | Special, la nuova, piccola comedy di Netflix

Ciao a tutti voi lettori pelati! Oggi vi voglio parlare di una serie piccolissima, uscita quasi in sordina, ma che per me è una delle comedy più riuscite di questa prima parte del 2019, anche se chiamarla comedy non è proprio giusto, ma di questo ve ne parlerò a breve. Ma di che serie vi sto parlando? Special, una serie originale Netflix. Composta da appena 8 episodi, ciascuno dei quali dura meno di 20 minuti, tutti quanti resi disponibili per il binge watching il 12 Aprile. Di cosa parla questa piccolissima serie? Ryan Hayes è un giovane ventenne che soffre di paralisi cerebrale, la quale ha sempre condizionato la sua vita ed il rapporto che ha con gli altri, soprattutto quello con la madre, molto iperprotettiva verso il ragazzo. Ma l’opportunità di lavorare come stagista presso la redazione di un blog molto conosciuto gli fornisce la possibilità di iniziare una nuova vita e decide di giustificare il suo zoppicare ed i suoi problemi muscolari con un incidente stradale, avvenuto realmente, ma che in realtà non è proprio il vero “colpevole”. Ryan intraprenderà un viaggio alla scoperta di sé stesso, cercando di liberarsi dal fardello che è la sua malattia per scoprire chi è veramente Ryan, e capire anche il mondo che lo circonda a partire dalle amicizie, fantastico il suo rapporto con Kim, sua collega, fino ad arrivare al rapporto che ha con i ragazzi ed il sesso e alla sua codipendenza con la madre.

La storia di Special è una storia vera, tratta dalla autobiografia di Ryan O’Connell: I’m Special: And Other Lies We Tell Ourselves, che oltre ad essere l’ideatore della serie né anche attore principale, autore e produttore esecutivo, insieme anche ad un volto molto conosciuto tra i telefili, quello di Jim Parsons, che però per adesso non compare mai in questo piccolo gioiellino, magari in una futura seconda stagione?

Proprio per il fatto di essere tratta da una storia vera, la serie sembra non voler colorare troppo la realtà che essa punta a raccontare, ed evita di renderla troppo televisiva e zuccherosa, cercando di mostrare sempre tutti i lati della storia. Ryan non è perfetto, non è il protagonista senza macchia che aspiriamo ad essere, ma un ragazzo comune, con i suoi problemi, che commette errori di cui deve pagare le conseguenze. Non è una brava persona, ma neanche una brutta persona, è semplicemente un ragazzo, un essere umano, come tutti noi e la sua disabilità non lo scusa né lo aiuta, è soltanto una caratteristica del suo essere, una delle milioni di sfaccettature che compongono il suo personaggio, che a volte può essere apprezzato ed altre volte ci risulta anche antipatico, ma proprio per questo io l’ho trovato estremamente veritiero ed è facile identificarsi in lui.

La serie, come ho già detto, non può essere definita propriamente comedy, anche se a tratti potrebbe sembrarlo, proprio per gli argomenti che tratta, tra i quali l’emarginazione, il dover vivere in una società che richiede una perfezione impossibile a tutti costi, l’eccessivo dilagare del politically correct che diventa a volte soltanto una scusa per evitare dei veri confronti e discussioni. Non è una comedy, ma in parte lo è, è un po’ difficile da spiegare, ma sono sicuro che comunque una volta iniziato non riuscirete a farne a meno, anche perché la breve durata degli episodi garantisce una seduta di binge watching sicura.

In attesa che Netflix ci dia una risposta su una possibile seconda stagione di Special, e sperando che eviti di cancellare un’altra delle sue migliori serie originali (dopo One Day at a Time e Santa Clarita Diet), vi invito a mettere mi piace a Parole Pelate, se non lo avete fatto, e poi a passare dalle nostre pagine affiliate. Ed Infine un grande grazie alla nostra Amigdala per la grafica.

 

 

Ringraziamo: Serie Tv News | Because i love films and Tv series | Film & Serie TV | La dura vita di una fangirl | I love telefilm & film ∞ | Telefilm obsession: the planet of happiness | Serie tv Concept | Serie TV: la mia droga

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