Siamo ormai a metà stagione e possiamo iniziare a tirare un po’ le somme: bene, ma non benissimo. Pochi colpi di scena, ma ben calibrati. Molta introspezione e meno azione, che fa bene a qualche personaggio, come a Genny, mentre ad altri decisamente no, come ad Enzo. Ed è proprio lui con la sua gang il protagonista di questo settimo episodio, ma nonostante il ruolo di rilievo, non è riuscito a spiccare particolarmente. Sembra quasi che gli autori abbiano paura a sfruttare a pieno il suo potenziale, relegandolo a personaggio minore e senza farlo agire effettivamente. Ce n’eravamo accorti già la settimana scorsa quando, nel nome del quieto vivere, aveva deciso di ignorare la richiesta d’aiuto di Nicola e ancora di più questa settimana quando praticamente lascia il lavoro sporco (trovare la spia del carico dello scorso episodio) a Valerio. Fategli fare qualcosa, vi prego.
Parlando invece di Valerio, non sono mai riuscita a sopportarlo. Mi è sempre sembrato un pesce fuori d’acqua, un wannabe camorrista coi soldi di papà, e in questo episodio ha dimostrato di avere buone intenzioni, facendo finta di tradire Enzo di fronte ai Levante mentre in realtà stava solo cercando di aiutarlo, ma ha decisamente fatto male i conti. Dico io, se sai che Nicola ha fatto una brutta fine seguendo quella stessa strada, cerca di trovare un altro modo! E invece no, e fa proprio la stessa fine di Nicola.
Ovviamente la pace a Napoli continua a sgretolarsi puntata dopo puntata, con i fratelli Capaccio passati definitivamente dalla parte della Levante Inc. e i Forcella Boys che cercano nuovi canali di rifornimento oltre a quelli ufficiali di Patrizia. Tuttavia, la cosa non è stata approfondita a dovere ai piani alti (dalle immagini durante i titoli di coda sembra che lo faranno la settimana prossima), dato che la Boss era impegnata a sposarsi in una chiesa pazzesca in costiera amalfitana con Michelangelo il Viscido™️. Ebbene sì.
Ad essere onesta, mi aspettavo un evento a metà tra le Nozze Rosse e una puntata del Boss delle Cerimonie, invece è stato tutto molto breve ed indolore. L’unica nota di colore ce la regala Genny, che, accompagnando la sposa all’altare, le regala nientepopodimeno che il quartiere di Secondigliano. Da quel momento se ne tira fuori e le lascia in mano tutta la gestione delle piazze, dato che lui adesso vuole fare le cose per bene. Le cose legali, tra cui il riciclaggio di denaro attraverso le varie società acquisite per costruire l’aeroporto… Consigliamo al signor Savastano una letta alla voce “legale” sulla Treccani…
Sfortunatamente, ma neanche troppo, la vittima di questa leggera svista di Genny, è il suo collaboratore molto poco furbo Alberto (quello che gli aveva trovato i contatti “fidati” a Londra per capirci). Alberto è un po’ come Valerio, ma è durato ancora meno: lui ci prova a fare le cose di nascosto, cerca pure di convincere Genny a non dire niente dei ritrovamenti delle ossa nel sito dell’aeroporto, ma non regge la pressione. Ha un breve colloquio con un magistrato che gli chiede come sia passato dall’orlo della bancarotta a lavorare ad un progetto di tali dimensioni e l’ha affrontato con lo stesso aplomb e la stessa tranquillità che avevo io quando ho affrontato l’esterno di scienze all’esame di maturità: inesistenti. Ma lui purtroppo non ha capito che qui vige la regola della selezione naturale e infatti a fine episodio fa un volo da un promontorio della costiera sorrentina, che Genny aveva appena deciso di comprare, perché qualcuno gli aveva manomesso i freni della macchina. Savastano Sr. non è stupido e, purtroppo per Alberto, ha bisogno di gente altrettanto furba al suo fianco…
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