La primissima volta in cui ho visto il trailer di questo film mi sono detta, “d’accordo, Colpa delle Stelle- La vendetta”, ci risiamo con il solito film in cui uno dei due adolescenti muore e si verseranno fiumi e fiumi di lacrime.
Poi ho rivisto di nuovo il trailer. Ancora e ancora.
E mi sono detta che no, questo non era Io prima di te, non era Il sole a mezzanotte, era qualcosa di raro. Due persone che non possono toccarsi, malate, si innamorano.
Fin qui nulla di particolare.
Poi mi sono soffermata sugli sguardi che i due protagonisti si scambiano, brevi, per quanto un minuto e mezzo di trailer conceda di guardare, ma hanno qualcosa, qualcosa che mi colpisce.
Non avevo mai visto Riverdale fino a quel momento.
Avevo amato Cole Sprouse quando era un bambino divertente e combinava marachelle insieme a suo fratello al Typton Hotel, ero cresciuta insieme a lui. Ma non avevo mai avuto modo di vedere come fosse diventato ora, a ventisei anni.
Ho iniziato a vedere Riverdale ma non ho trovato molto di ciò che in quei pochi minuti di trailer mi aveva colpita. Bravo, simpatico, e anche affascinante dai, ammettiamolo.
Ma lì era diverso.
Haley Lu Richardson non la conoscevo, ma sembrava promettere bene, sorriso spontaneo, espressività, sorriso brillante.
Poi mi siedo sulla poltrona del cinema e inizia la magia.
Stella ha la fibrosi cistica, una malattia che sa vivere e spiegare bene anche agli altri tramite uno spassoso canale YouTube, è ricoverata in ospedale, prende le sue pillole, esegue tutti trattamenti prescritti dai medici e stila liste su liste di ciò che desidererebbe fare.
Vuole controllare tutto, anche ciò che non è in suo potere fare.
Poi incontra lui.
Will è affetto dalla sua stessa malattia, ma ha una complicazione ulteriore, il b-cepacia, una brutta infezione, non vuole curarsi, ha smesso di occuparsi di sé stesso, è disilluso, non gli importa di vivere.
Due mondi si scontrano e non potrebbero essere più diversi.Iniziano a curarsi insieme e a passare molto tempo in compagnia l’uno dell’altra.
Si piacciono, sì. Molto.
Poe, il migliore amico di Stella, anche lui affetto dalla medesima malattia, se ne accorge.
Facile, direbbe il mondo, direbbero le consuetudini.
Due ragazzi si piacciono, escono insieme, si scrutano, poi si avvicinano, si uniscono per non lasciarsi più.
Ma la FC non permette loro questa normalità.
I pazienti devono stare a distanza, almeno due metri dicono le regole.
Quale nemico più grande della distanza per due persone che si stanno innamorando?
Si inizia a scappare, ad aver paura, d’altronde cedere ai sussulti del cuore comporterebbe solo tanto dolore, troppo pericolo per la salute di entrambi.
Stella si nasconde, vuole preservarsi, Will si nasconde, non vuole ferirla.
Ma nascondendosi, si trovano.
Will cerca la sua storia, scava nel suo passato, trova una ragazza che cela un lutto doloroso, che tenta di tenersi a galla per non lasciar soli i suoi genitori, la trova immensamente fragile nella sua bellezza e troppo vicina al suo cuore per lasciare che la FC decida per loro il finale.
Ma ha paura.
Così ci pensa Stella, decidendo di rubare a quella carogna di malattia che li tiene distanti, un metro.
Ruba qualche passo perché possa avere Will più vicino, perché possa almeno avvicinarsi all’idea di avere accanto un ragazzo da amare.E così, tenendo stretta in mano una stecca da biliardo, Will e Stella si danno tutto.
Cura, passione, sogni, paure, parole. Mi piace riportare parte della recensione di Vanity Fair, una frase che trova totalmente il mio accordo, “Will e Stella si guardano e si parlano e su quelle loro parole ha pianto l’intero mondo”.
Queste due anime sanno cosa vuol dire sacrificarsi, sanno cosa vuol dire amare.
Will ha saputo guardare, oltre l’apparenza, oltre gli ostacoli.
E’ andato a scovare Stella nei labirinti delle sue paure, le ha donato le miniature dei suoi sogni restando intrappolato dietro un vetro, l’ha sfiorata con la punta di una stecca da biliardo, l’ha amata senza poter sentire il suo odore, senza nulla… Ha fatto sue le cicatrici del suo corpo, l’ha lasciata libera pur di vederla felice.
Stella l’ha fatto sentire nuovamente degno di vivere, di essere amato, l’ha fatto sentire importante, ha illuminato il buio del suo futuro incerto.
Credo che, a discapito di quanto si sia detto su questa pellicola e pur trovandomi in accordo con il fatto che Haley sia stata magica, inebriante, dolcissima, il vero protagonista e il vero cuore sia Cole.
Dicevano, “Nessun cambiamento rispetto a ciò che ci ha rivelato in Riverdale… La solita interpretazione ineccepibile ma senza emozione… Un attore ancora acerbo per il grande schermo”. Beh, io ho trovato la sua interpretazione una vera rivelazione.
I suoi sguardi hanno bucato lo schermo, le sue espressioni intense, le sue parole, il modo in cui i suoi occhi si posavano sulla ragazza che amava…Non trovo parole per descriverli.
Avendo solo sguardi e parole per esprimere i loro sentimenti, gli attori hanno dovuto lavorare solo su quello. Espressività e profondità, dolcezza e piccoli e minuziosi particolari.
Io li ho trovati tutti. Una pellicola di rara intensità, delicata, sulla natura dell’amore, sulla forza dei sentimenti, sulla vita.Una colonna sonora di grande emotività, potente, garbata, completamente azzeccata, chi ha visto il film sa di cosa parlo e chi deve vederlo capirà dopo, Shallows di Daughter nella scena della piscina, è stata da mozzare il fiato.
Una piccola postilla per chi, come me e molti altri, si è accorto che alla fine dei mille trailer del film si vede una scena che nella pellicola non c’è (la stessa del manifesto pubblicitario). Pare che metteranno quella scena come finale alternativo nel DVD. E siamo molto felici di ciò perché, se leggerete o avete letto il libro, sappiate che il finale è diverso e sarebbe bellissimo vederne la trasposizione cinematografica.
Correte a vedere A Un Metro Da Te, non ve ne pentirete, assicurato!
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Concordo con ogni singola virgola. E’ Cole il cuore del film, all’inizio può sembrare il solito protagonista maschile scialbo e stereotipato, ma quando i suoi occhi ri-cominciano a parlare… la storia cambia. Ed è anche da apprezzare come siano riusciti a mantenere un tono più leggero di Colpa delle stelle (dove alla fine mi ritrovai letteralmente a singhiozzare), non è facile con film di questo genere.
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Speravo ti piacesse la recensione e che concordassi. Raramente ricordo film sull’argomento così belli e magici. Mi ha lasciato un segno indelebile. Grazie per averlo letto :*
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