American Gods/Telefilm

Recensione | American Gods 2×01 e 2×02 “House on the Rock”, “The Beguiling Man”

L’atteso ritorno delle divinità più disfunzionali della tv non delude le alte aspettative. Nella seconda stagione di American Gods ritroviamo un’eccellente fotografia, dialoghi sempre taglienti pur nella loro enigmaticità e, in aggiunta, un ritmo spedito che rende impossibile distrarsi anche solo per un secondo.

Il primo episodio affronta uno dei punti cruciali del libro: l’incontro alla House on the Rock. Prima di essere condotti lì tuttavia lo spettatore ottiene risposte sul futuro di Mr. World, gravemente ferito da Wednesday, e trasportato da Technical Boy al “Rovo Nero”. Il capo delle nuove divinità incita Technical Boy a rintracciare Media, senza la quale non possono combattere questa guerra.

Laura, Shadow, Mad Sweeney e Wednesday intanto si recano alla House on the Rock, costruita (come viene narrato dalla voce di Ibis) con gli stessi principi delle chiese o dei cerchi di pietre, si trova infatti in un punto di energie e vibrazioni particolari. Alla House on the Rock assistiamo ad una vera e propria reunion: oltre ai quattro personaggi già nominati si presenta Bilquis, senza invito, Anansi, il Jinn e Salim. Laura, Sweeney e Salim rimangono ad aspettare mentre gli altri, che hanno ricevuto il permesso da Odino, salgono sulla giostra. Prima di iniziare il giro però Wednesday li incoraggia a farsi leggere il futuro da Selina, un manichino automatizzato, che restituisce a Shadow un responso all’apparenza incomprensibile: “Every ending is a new beginning. Your lucky number is none. Your lucky color is dead. Motto: Like father, like son.

Intanto al “Rovo Nero” Mr. World parla di usare gli “occhi di Argo” per vedere i suoi nemici, e, dopo un classico discorso da cattivone che tiene le redini del mondo, convince il responsabile del bunker ad assecondarlo.

Finalmente ha inizio la sequenza della giostra, psichedelica proprio come nel libro, e finalmente ci vengono mostrate le forme originali degli dei, con un’attenzione ai dettagli ammirevole. Durante la riunione Odino cerca di convincere le divinità a difendersi e rispondere agli attacchi di Mr. World; al contrario, Bilquis mostra a tutti i vantaggi di allearsi con questi nuovi dei. L’ultima parola, tuttavia, sembra essere quella di Shadow, che esorta tutti a credere in Odino con la stessa forza con cui gli crede lui. Una nota di merito, ancora, alla meravigliosa scenografia che riprende il paesaggio dell’antica Scandinavia.

Una volta tornati in Wisconsin, gli dei e gli uomini che li accompagnano, stanno cenando in compagnia al dine di Mama Ji, quando, grazie alla posizione fornita da Bilquis, un cecchino apre il fuoco sul locale, uccidendo Zorya Vechernyaya. Nella foga del momento Shadow si precipita fuori dal locale, cercando di intercettare e fermare il cecchino, ma viene rapito da Mr. Town, su ordine di Mr. World.

Si chiude così il primo episodio, chiaramente pensato per far avanzare la storia; il secondo episodio invece riprende la forma più classica della serie, inserendo flashback che chiariscono la psicologia dei personaggi, in questo caso, di Shadow. Mentre nel presente viene torturato da Mr. Town, Shadow ripercorre la sua vita, soprattutto gli ultimi momenti vissuti con la madre, tragicamente morta di cancro, e le sue prime risse nel nuovo quartiere americano dove si è trasferito, risse in cui si trova coinvolto perché preso di mira dai bulli o nel tentativo di difendere qualcuno di più debole. Tra queste scene ne spicca una dove, nella sala d’attesa dell’ospedale, Shadow incontra, pur senza vederlo in volto, l’uomo che gli insegna il famoso trucco con la moneta, uomo riconoscibile, grazie alla voce, come Mr. Wednesday. Nel corso dell’interrogatorio Shadow continua a ripetere che Wednesday lo usa solo come guardia del corpo e non gli dice nulla, e non tradisce la sua fiducia nemmeno quando Mr. Town gli ricorda dell’episodio di Chicago, durante il quale, grazie alle indicazioni di Odino, si pensa Shadow abbia provocato una nevicata.

Al Motel America il Jinn e Salim intraprendono un viaggio per recuperare Gungir, la lancia di Odino, mentre Anansi e Wednesday si mettono in macchina insieme, senza precisare la loro meta, regalandoci la versione di “Green Book” che meritiamo.

Intanto Laura e Mad Sweeney sono in missione per liberare Shadow e, in un dialogo tra i due, Sweeney accenna a come nella sua cultura tradire il proprio grande amore è il peccato più grave che esiste. Dal tono usato si può intuire che questo ha qualcosa a che vedere con la storia personale di Sweeney ed è un punto che sarebbe davvero interessante vedere chiarito nelle prossime puntate. Grazie all’uso della “scorta” di Mad Sweeney (forse il luogo dove tradizionalmente i leprecauni nascondono le loro monete d’oro) i due sono trasportati su un ponte e da qui si lanciano sul treno dove Shadow è tenuto prigioniero, procedendo a liberarlo.

Technical Boy nel frattempo è impegnato nella ricerca di Media, che continua a nascondersi ed evitarlo, ed è interessante come viene rappresentato il mondo di appartenenza di queste nuove divinità, che nella serie sono denominati come “backstage”: un luogo asettico, bianco e informe.

Wednesday, sempre pronto a macchinare piani di cui non dice nulla a nessuno, abbandona intanto la sua macchina, Betty, sulle rotaie e, dopo aver salutato Anansi con la promessa di rivedersi a Cairo, assiste all’incidente che ha provocato, riflesso nel suo occhio di vetro.

E’ innegabile che queste prime due puntate abbiano alzato le aspettative, la storia sta prendendo pieghe interessanti e, anche per i lettori, non mancano le sorprese e le domande. L’aspetto per ora più divertente e interessante è sicuramente il largo uso che viene fatto dei poteri sia delle nuove che delle antiche divinità; nella prima stagione, infatti, gli dei erano molto più umanizzati e, di conseguenza, erano pochi i momenti in cui potevamo vederli davvero in azione. Sarà curioso anche vedere come verrà integrata la nuova versione di Media, già presente, a quanto pare, dalla prossima puntata.

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