Dorama&Drama/Rubriche/Say Yes To The Drama

Say Yes To The Drama | Volume XII – da “Thirty but Seventeen” a “100 Days My Prince”

Anche se la soglia dei cento drama visti è sempre più vicina, dovete sapere che è solo di recente che ho deciso di cominciare a vedere roba on-air. O meglio, in un certo senso qualche volta l’ho fatto anche prima, ma non con la stessa intensità. Mentre assistevo a drama che poi sono finiti in questo articolo, sono arrivata a vedere tre on-air di fila. Abituata com’ero alla vita facile, a iniziare e finire un nuovo drama nell’arco di una settimana, il trascinarmelo dietro per settimane o anche mesi è stato piuttosto traumatico.
Ogni volta volevo un nuovo episodio…
Pensavo di esserci abituata dopo anni di serie tv alla dose di un episodio a settimana.
E invece…
Lasciamo perdere i miei drammi dramosi e… via al listone!

Thirty But Seventeen – Seoreunijiman Yeolilgobibmida. K-drama. 2018. 32 (16×2) episodi. Romance, Drama, Comedy. 

“They say, ‘when one door to happiness closes,
another door to happiness opens up for you.’” 

Woo Seo Ri è una diciassettenne e un prodigio come violinista. Sta per partire per proseguire i suoi studi in Germania, ma rimane coinvolta in un incidente stradale e finisce in coma. Si risveglia tredici anni dopo.
Intanto, Gong Woo Jin subisce ancora gli effetti del trauma che ha subito tredici anni prima. Per tutto questo tempo era convinto che Seo Ri fosse morta e che lui ne fosse responsabile.

Ilaria, che roba deprimente ci proponi questa volta?
No, giuro! È vero, di quando in quando si piange, ma, a onor del vero, 30 but 17 è molto più una commedia che un drammatico, ve lo posso assicurare. Ho riso veramente a crepapelle, ci sono delle scene che mi fanno sorridere tutt’ora se ci ripenso e questo è anche merito del meraviglioso cast. Non ho da ridire su nessuno, ma se avessi in mano dei premi, comincerei a lanciarli contro i due lead. Ottima chimica e ottima resa dei personaggi. 
Shin Hye Sun, in particolare, ha reso alla perfezione il suo personaggio, questa diciassettenne intrappolata nel corpo di una trentenne. E come ti spezzava il cuore Yang Se Jong quando Woo Jin aveva una crisi a causa del suo trauma nessuno.
Sebbene dalla trama non si capisca, il tema principale del drama è il senso di colpa. Chi più chi meno, ogni personaggio nel drama finisce per provare un senso di colpa verso qualcosa o qualcuno. Un tema davvero interessante che ha reso la storia tragica, ma allo stesso tempo commovente. Finisci per affezionarti profondamente a questi personaggi, a voler il meglio per loro, che guariscano e siano felici.
Ed è questo che finiamo per assistere nel corso dei 32 episodi, il percorso di crescita che permetterà finalmente a chi è rimasto bloccato in un punto per tredici anni a proseguire il viaggio che si era interrotto, a crescere e progredire. E nel mentre si creeranno bellissimi rapporti, in particolare una famiglia basata molto poco sui legami di sangue e tanto sull’affetto reciproco.
Splendida la storia tra Woo Jin e Seo Ri. Non solo in senso romantico, loro sono quel tipo di coppia che ti fa urlare “relationship goal” per il modo in cui sono onesti l’uno con l’altra, come si sostengano a vicenda, affrontino i problemi e le decisioni insieme, e come non impongano mai nulla all’altro.
Tutte le relazioni, romantiche e non, sono speciali in questo drama, in particolare la strana famiglia allargata che si crea a casa di Woo Jin, con, come ciliegina sulla torta, i due animali più simpatici del mondo.
Anche se ritengo che il drama sia finito al momento giusto, non ci sono allungamenti di brodo che lo rovinano, ero così affezionata alla storia e ai personaggi che avrei voluto continuasse ancora per molto tempo.
Consigliatissimo! È il drama del 2018 che ricordo con maggior piacere. Se volete qualcosa che vi resti nel cuore, questo è il drama giusto. L’ho addirittura consigliato a una mia amica come primo drama. Spero finisca per vederlo e che le piaccia.

Sachiiro No One Room – Sachiiro no Wan Rumu. J-drama. 2018. 10 episodi. Suspence, Drama, Tragedy. 

“I’m sure this happiness won’t last forever either.”

Una ragazza di 14 anni subisce abusi di ogni tipo dai genitori, l’insegnante e i suoi compagni di classe. Decide di suicidarsi, ma viene fermata da un ragazzo che indossa una mascherina. I due cominciano ad abitare nello stesso appartamento di nascosto, mentre la polizia la sta cercando considerando il caso come un rapimento. Stringono un patto, se riusciranno a non farsi acciuffare, si sposeranno, altrimenti porranno fine alla loro vita.

Mi rendo conto di aver sviluppato una predilezione per i coreani (soprattutto in questo articolo, come vedrete), che tendono ad essere più in linea con i miei gusti attuali, però bisogna ammettere che i giapponesi riescono a tirare fuori trame davvero particolari e con sviluppi originali. Insomma, ai giapponesi piace lo scandalo!
Di Saichiiro No One Room mi aveva colpito il poster ufficiale, ma è la trama controversa che mi ha spinta a vederlo. Volevo sapere più di ogni altra cosa fin dove sarebbe arrivato, se avrebbe preso una direzione o un’altra, mentre ero perfettamente consapevole (almeno al 99%) che una storia così non poteva finire bene. 
Di certo non prevedevo che a metà serie avrebbe preso una svolta che avrebbe dato una chiave di lettura diversa degli episodi precedenti, rendendo la storia a cui stavo assistendo ancora più originale del previsto. Pensavo che i personaggi fossero quelli che apparivano, la ragazza abusata e bullizzata che viene “salvata” dal suo stalker, e il tizio ossessionato da lei, ma mi sbagliavo completamente. Entrambi nascondono molto di più di quello che sembra, rendendoli molto più “veri” e sfaccettati.
Il finale, come ci si potrebbe aspettare, è tragico, forse anche di più di quello che mi aspettavo. In ogni caso, se volete seguire un drama originale e non avete paura di un finale triste, Sachiiro No One Room fa al caso vostro. Nonostante i temi controversi, non si spinge altrettanto in là con le scene, ti permettono di capire senza mostrare troppo, niente violenza gratuita, il che lo rende adatto anche a un pubblico con uno stomaco delicato.
Nota finale: Sachiiro No One Room è tratto da una web-comic ancora in corso, quindi non è da escludere che la storia del cartaceo prenda una piega diversa, finale compreso.

100 Day My Prince – Hundred Day’s Husband – Baekirui Nanggunnim. K-drama. 2018. 16 episodi. Historical, Rom-com, Drama. 

I liked you from the moment I first saw you.
I loved you when you turned 20 even though I didn’t see you then.
And from now on, I will love you for the rest of your days.

Il padre di Lee Yul usurpa il trono. A causa di ciò muore il padre della ragazza che gli piaceva, la quale viene costretta a fuggire e nascondersi insieme al fratello maggiore.
Sedici anni dopo, Yul è il principe ereditario, è sposato da anni con la figlia del primo ministro, ma non ha alcuna intenzione di consumare il matrimonio. Si ritiene che sia questa la causa del fatto che non piove da mesi e quindi la corona lo mette sotto pressione. Per ovviare il problema, decide di costringere tutti gli abitanti dei villaggi del suo regno non sposati a unirsi in matrimonio entro breve tempo.
Intanto, viene organizzata una congiura per uccidere il principe, il quale nel conflitto cade in un dirupo, batte la testa e perde la memoria. Viene salvato dal padre adottivo di Hong Shim, che visto che quest’ultima si rifiuta di sposarsi e rischia di venir punita dal governo, la spinge a scegliere il ragazzo con l’amnesia, senza immaginarsi che sia il principe ereditario scomparso.

Personalmente non ho una grande passione per i drama storici, non dico no a prescindere, ma è difficile che li vada a cercare.
Ero molto titubante sull’iniziare o meno 100 Days My Prince, ma ricordavo D.O. per averlo visto in Hello Monster e My Annoying Brother nei quali mi aveva fatto un’ottima impressione, quindi ero molto curiosa di vederlo nel ruolo principale di una commedia romantica di genere storico.
Ne sono rimasta conquistata! Il drama è un misto di romcom, intrighi di palazzo e un po’ di angst buttato qui e là soprattutto all’inizio e nella parte finale.
Ho adorato D.O. nel ruolo! Migliora sempre di più, mi ha fatto ridere un casino sia nella sua versione di principe sia come contadino incapace di adattarsi nel suo nuovo ruolo di povero e di marito. Mi è piaciuto così tanto che ha oscurato tutti gli altri, compresa la lead, sebbene insieme fossero una coppia carina.
100 Days My Prince ha brillato soprattutto per la parte comica e amorosa, perché gli intrighi erano i soliti. Un re incapace, una seconda moglie che vuole il proprio figlio al trono, un ministro che tira le fila di praticamente qualsiasi cosa… pure io che non ho una vasta cultura di storici coreani, ho trovato molte affinità con Love in Moonlight. Non era un gran problema, nonostante gli intrighi di palazzo sapessero di già visto, c’erano degli elementi interessanti, per esempio il second lead e i suoi tentativi di scoprire la verità oppure la principessa che nascondeva una relazione proibita e tragica.
Una visione davvero piacevole e consigliata a chi vorrebbe provare uno storico non troppo impegnativo e che per buona parte degli episodi è anche leggero e divertente.

Devil Inspector – Rebel Detectives – Akdong Detective. K-drama. 2017. 9 episodi. Web-drama, Amicizia, Comedy, Mistery.

“Pfft. It only took 0.1 sec to disapprove your hypothesis.”

Pyo Han Eum e Seol Oh Sung sono due liceali e detective dal cervello fine. Insieme alla donna che li ha cresciuti da quando erano piccoli, Oh Jin Kyung, risolvono casi di vario tipo, mentre cercano di arrivare alla verità sul loro passato.

Detta come ve l’ho raccontata pare quasi una trama seria, invece… Rebel Detectives è tra i drama più trash che abbia mai visto nella mia vita, oltre che il mio primo web drama.
È carente in tutto: recitazione, regia, montaggio, coerenza logica, eppure… mi sono divertita un casino!
Si tratta di un drama da appena 9 episodi dai 12 ai 18 minuti ciascuno (sigla inclusa!) che mostra due simpaticissimi liceali insieme alla loro Noona che risolvono casi. I tre protagonisti sono tutti così esagerati nei comportamenti, dal mettersi a ballare in momenti assurdi al litigare per un filone di pane, che chi segue il drama non può fare a meno di farsi una sana risata. Con loro si ride, dall’inizio alla fine e che importa se il drama è di una semplicità infinita?
Non sono nemmeno stata troppo a guardare tutti i palesi difetti che ha, né che probabilmente è stato prodotto con due won, l’ho preso completamente alla leggera e mi sono divertita. Non ci si annoia mai e il drama si è preso pure il disturbo di far spuntare all’improvviso, a tre episodi dalla fine, un minimo di trama orizzontale. Peccato solo non sia stata introdotta prima o che la storia non sia durata di più.
Per fortuna, il divertimento non è finito visto che è da poco stata resa disponibile la seconda stagione su Viki che conto di vedere a breve. Non ho alcuna intenzione di perdermela. Nella mia lista, ho centinaia di drama migliori di questo, ma per una volta voglio consigliarvi qualcosa che non si prende assolutamente sul serio e vuole solo intrattenere per una manciata di minuti. E poi dura così poco! Basta una giornata, è lungo come un film.

Love By Chance – Bangoen rak. T-drama. 2018. 14 episodi. BL, Romance, Teen. 

“Do you know what Ae wants lately?”
“What he wants now? I think there’s something. It’s you.”

Pete è di famiglia ricca, è ingenuo e di buon cuore. Quando un malintenzionato lo fa innamorare di sé e poi lo ricatta arrivando a minacciarlo, Ae si fa avanti per aiutarlo. Pete e Ae stringono amicizia, fino a che l’istinto protettivo che Ae prova nei confronti di Pete non si trasforma in altro.

Sarò brutale: alla sottoscritta i drama thailandesi o lakorn che siano non piacciono (infatti quanti ve ne ho consigliati finora? Manco uno!). Mi dà fastidio la lingua, i nomi che sembrano codici fiscali o presi a caso da un vocabolario inglese e, soprattutto, trovo la media qualitativa più bassa, recitazione in primis, rispetto ad altri paesi. In genere, mi tengo alla larga.
E quindi perché mi sono fatta coraggio e mi sono messa a vedere Love By Chance? Nemmeno io lo so esattamente, ne ho sentito parlare in un gruppo e, spinta dalla curiosità, mi sono messa a cercarlo, convinta che l’avrei mollato al primo episodio, o anche dopo solo dieci minuti.
Giuro.
L’ho iniziato per riempire un buco di tempo che avevo e mentre aspettavo che uscissero gli episodi di altri on-air che stavo seguendo.
Continuo a non avere una grande opinione del panorama thailandese cinematografico (non vedo tutto nero come prima, però), ma Love By Chance è entrato di sicuro nel mio cuore. È un’ottima serie, piena di coppie o possibili tali tutte diverse, romantica e realizzata discretamente, e chissenefrega se matematicamente parlando è piuttosto improbabile che ci siano così tanti ragazzi attratti da altri ragazzi in un gruppo di amici/conoscenti inferiore alle venti persone (non che mi sia stupita più di tanto, perché so che nei thai bl questa è la norma – lo so pure se questo è il primo bl thai che vedo, già. Io mi informo!).
Mi sono divertita e questa è la cosa più importante. Ai e Pete sono una coppia adorabile, di cui abbiamo potuto seguire la crescita e lo sviluppo della loro storia, mentre insieme superavano tappe importanti. Pollice in su per l’attore che interpretava Ae, quello che mi è sembrato più in parte di tutti, che è pure tra i più giovani del cast quindi a maggior ragione. Carine anche le coppie di contorno, in particolare Tin e Can, visto che rappresentavano la coppia con più pepe dopo tutto il miele di Ai e Pete con il loro inizio turbolento.
Peccato solo che l’85% del tempo fosse dedicato ad Ai e Pete (non che fosse un problema per sé) o che la serie non fosse più lunga, perché anche i comprimari avrebbe meritato molto più spazio e sviluppo.

Tecnicamente parlando, se io fossi stata negli autori, mi sarei basata molto di più sulle novelle da cui è tratta la serie e quindi nella prima stagione (che secondo le ultime notizie rimarrà tale, purtroppo) avrei mostrato solo le storie Ai/Pete e Tin/Can, gli altri personaggi sarebbero state solo comparse. Nella seconda stagione avrei messo i personaggi principali della prima come contorno e avrai parlato di altri quattro personaggi, e così via (con tutto il materiale che l’autrice ha scritto, potevano venire fuori anche 5-6 serie e la gente se le sarebbe guardate, credetemi). Non ha senso che alcuni personaggi abbiano avuto qualcosa come 20 minuti complessivi su 10 ore, cosa puoi raccontare in questo poco tempo? Non lo fai e quello che esce fuori non è il massimo, si finisce anche per togliere spazio a quello che già c’è. Per esempio, ho detto che la Tin/Can era carina? Sì, però è nata troppo tardi, per questo poi è finita com’è finita. Non c’era il tempo di passare allo sviluppo successivo.
Love By Chance è un buon prodotto complessivamente, se si chiude gli occhi davanti a qualche piccola mancanza, cliché del genere che sarebbe arrivato il momento di evitare (Kengkla, sto guardando te) o scelta creativa (viceversa, solo per il personaggio Pond e il suo sostegno nella relazione di Ae, oppure per la purezza stupida di Techno merita punti), sono sicura che mi rimarrà nel cuore. Nonostante i difetti, si erge sopra la media del genere e merita di essere visto.
Un grazie sentito al canale ufficiale della serie su youtube che ha incorporato al video sub di un sacco di paesi, italiani compresi, dando la possibilità a tutti di assistere comodamente allo show.

You Drive Me Crazy – Michigetda, Neoddaeme! K-drama. 2018. 4 episodi. Rom-com. 

“Like you said, cleaning out the fridge helped clear things out.
I came to the conclusion that I like you.”

Eun-Sung lavora come interprete di lingua francese. È amica fin dai tempi dell’università con Rae-Wan, ma un giorno vanno a letto insieme e il loro rapporto cambia.

Passiamo ora a qualcosa di breve e simpatico.
You Drive Me Crazy è una commedia romantica di quanto più semplice ci potrebbe essere, abbiamo infatti la classica situazione di due amici e un rapporto che cambia dopo una serata da ubriachi.
Ha una trama che strizza molto l’occhio alle americanate romantiche, però è il drama adatto per seguire le divertenti vicende di questi due amici e del loro adorabile riccio.
È molto breve, appena quattro episodi, quindi è adatto se si sta cercando qualcosa da finire in poco tempo, soprattutto se magari si è appena finito qualcosa di infinito (vedi i drama cinesi e i loro 50 episodi standard). Volendo però, secondo me, la storia permetteva anche di prendersi più tempo e ampliare la storia, come raccontare meglio quando si erano conosciuti ai tempi dell’università, la loro amicizia prima del fattaccio, i comprimari, la relazione di lei… Il materiale c’era, un drama di otto-dieci episodi non ci sarebbe stato male.
I due protagonisti sono due mie recenti conoscenze, lui era il second lead in 100 Days My Prince e lei la lead di Your Honor che troverete dopo in questo listone. Una prova non eclatante per nessuno dei due, ma accettabile.
L’unico problema, se così si può chiamare, è quella mania che hanno i coreani di mettere salti temporali sul finire delle serie. A volte vanno bene e servono per dare tempo ai protagonisti di superare un qualche trauma, in altri casi no, tipo qui. Il finale, a causa del salto temporale, risulta molto brusco e dà come l’impressione che il tempo si sia congelato per tutti e due tra una scena e l’altra.

Praise of Death – He Hymn of Death – Saui Chanmi – K-drama. 2018. 6 (3×2) episodi. Drama, Storico, Tragedia.

“Are you truly living? No, I’m yearning for death in order to truly live.”

Praise of Death è basato sulla storia vera di Kim Woo-Jin e Yun Sim-Deok.
Durante il periodo dell’occupazione giapponese in Corea, tra il 1921 e il 1926, Kim Woo-jin è uno sceneggiatore. È già sposato, ma si innamora della soprano Yun Sim-Deok.

Ho atteso, con un po’ di timore, Praise of Death per mesi, fin da quando lo annunciarono, visto che sapevo Lee Jong Suk ne avrebbe fatto parte, uno dei primi attori coreani che ho visto all’opera. Sapevo che era tratto da una storia vera, ho anche fatto qualche ricerca prima di vederlo, e sapevo pure dove si sarebbe andati a parare. Questo non ha assolutamente reso meno coinvolgente la visione.
Questo mini-drama di appena tre ore racconta la storia di questi due sfortunati amanti, divisi dalla sorte, oppressi costantemente dalla cattiveria altrui e vissuti in un periodo, durante l’occupazione del proprio paese – anche l’Italia ha avuto un passato simile, più di una volta –, non proprio facile. C’è un salto temporale a metà storia che sarebbe stato meglio prendere con più calma, onestamente non ci avrei visto male un’ora di visione in più, però anche se la storia è breve racconta quel tanto che basta a farti capire i due protagonisti, il dolore che hanno provato, soprattutto negli ultimi atti che li ha condotti al tragico epilogo.
È un drama delicato e commovente, con un’ottima cinematografia – è evidente che qualche soldino più del solito sia stato speso – e un cast di alto livello, stracolmo di nomi conosciuti. È quel genere di drama che fa bene vedere ogni tanto, che ti spezza il cuore con le sue tematiche, ma che si lascia qualcosa dietro.
Per quanto mi riguarda, ha rispettato le aspettative. Consigliato!

Passiamo ora alle noti dolenti.
Questa volta non mi sento indecisa come nell’articolo precedente, Your Honor (K-drama. 2018. 32 episodi. Legal, Romance) è decisamente un no. La cosa triste è che fino a 3/4 di drama era decisamente un sì, quindi immaginate quanto ci sia rimasta male che un drama che stavo apprezzando e a cui prevedevo di dare 8, alla fine sia passato nella colonna degli sconsigli.
Di cosa parla Your Honor? Han Kang-ho è un ex-ergastolano. Quando il fratello gemello giudice Han Soo-ho scompare, per una serie di circostanze ne prende il posto. Ad aiutarlo inconsapevolmente nel suo ruolo è la nuova tirocinante, Song So-eun.
Dal mio articolo precedente si è sicuramente capito, ho un debole quando un attore interpreta più ruoli in una stessa opera, in particolare se è bravo. Su Yoon Shi Yoon e la sua interpretazione non ho nulla da dire, è stato bravo ed è riuscito perfettamente a differenziare i due ruoli, al punto che sembrava davvero di vedere due attori differenti (forse pure troppo), anche se magari non c’era tutta questa chimica con la sua co-star (sebbene, debba ammettere, la loro storia d’amore era molto dolce). Non voglio nemmeno criticare che suonasse un po’ strano che nessuno che conosceva il vero giudice (madre esclusa e ci mancherebbe altro…), gente che lo conosceva da anni, addirittura la sua ragazza, si sia accorto dello scambio, ma considerando che dal registro famigliare risultava figlio unico, a voi verrebbe in mente che una persona precisamente identica a quella che conoscete non sia lei ma un gemello perché si comporta diversamente? Anche se un po’ tirata per i capelli, come cosa ci stava.
Quello che è davvero andato storto è la trama in sé, o meglio, la sua risoluzione. Il finale, ragazzi miei, è importante. Non fondamentale, ma sicuramente importante. Se mi lasci aperte e pendenti metà delle trame, non puoi pretendere che io sia contenta. Non mi sta bene che lo scambio di persona sia scoperto dalla lead all’ultimo episodio e che il “confronto”, se tale può essere chiamato, sia durato 3 minuti di orologio (cos’è, Merlin? E almeno lì, a dirla tutta, la cosa è durata tutto l’episodio).
Non mi sta bene che il cosiddetto fratello maggiore, Han Soo-ho, non solo abbia avuto una redenzione a metà, ma che per fare una cosa buona, una volta tanto, Kang-ho abbia dovuto implorarlo. Mi dà ancora più fastidio se detto fratello non solo faceva finta di essere figlio unico, è responsabile del suo primo arresto e di conseguenza correlato ai seguenti, ma non si è nemmeno scusato! Nemmeno ha fatto sapere alla madre di aver praticamente rovinato la vita al fratello o, che ne sono, almeno dispiacersene fra sé e sé. E no, era troppo occupato a fare l’ameba.
Non mi sta bene che la madre di cui sopra si sia a malapena scusata, come se io mi potessi dimenticare che abbia più volte detto che sperava che il suo caro – e corrotto, bugiardo e pessimo giudice – Soo-ho fosse figlio unico.
Non solo, Soo-ho deve delle scuse anche alla sorella di So-eun, e anche se non si fosse arrivati a tanto, almeno mostrare il pentimento su questa cosa. Il flashback di quella scena è stato mostrato 2-3 volte, se non perdi due secondi a mostrare che Soo-ho si ricorda di ciò che ha combinato, cosa lo hai fatto a fare? Solo per creare tensioni tra due persone che non c’entrano niente? Bravi!!
Pensate abbia finito? E invece no. Pure i casi non sono stati completati tutti, lasciati appesi come se non ce ne fregasse niente. E invece sì, perché erano casi di cuore, commoventi, ma se me li lasci a metà… Per non parlare dei cattivi che o non hanno pagato, oppure se lo hanno fatto è avvenuto quasi tutto off-screen. E mi fermo qui, ma vi basti sapere che sono tante le cose accennate che poi a conti fatti non hanno avuto una risoluzione o sono state proprio dimenticate.
La cosa peggiore è che la maggior parte delle cose di cui mi lamento erano risolvibili con una frase, dieci secondi buttati qui e là. Non pretendevo che chiudessero tutto, ma questo è superare il limite, è buttare alle ortiche una trama che all’inizio aveva un grande potenziale. Sono davvero molto delusa.
Altro titolo che vorrei sconsigliare e che ritengo un ni/no è The Ghost Detective (K-drama. 2018. 32 (16 x 2) episodi. Crime, Horror, Thriller, Mistery). Anche qui vale un discorso simile a quello fatto per Your Honor, questo drama era partito benissimo, ma poi nel corso degli ultimi episodi si è perso e il finale mi ha lasciato malissimo.
Diciamo subito che The Ghost Detective parla di un detective che viene coinvolto in un caso di bambini scomparsi, ma ben presto capisce che non è il solito caso e c’è altro dietro. Ad aiutarlo la sua nuova assistente con la quale si trova ad affrontare un fantasma molto arrabbiato, che continua a trovarsi sulla loro strada.
All’inizio ero intrippatissima con questo drama. Voi non avete idea di quanto io abbia shippato i due protagonisti, pure se non c’era il “romance” tra i generi e pure se le scene oggettivamente romantiche non fossero poi molte. Anzi, forse proprio perché erano poche, ne volevo sempre di più, perché i due avevano una chimica pazzesca e avevano avuto talmente tanta sfortuna che si meritavano un po’ di felicità, possibilmente insieme.


Il drama, per quanto mi riguardava, era interessante. C’erano dei bei colpi di scena, la cattiva era un bel personaggio e la recitazione era ottima. Non mancava niente! Poi la sceneggiatura si è persa, gli ultimi 10-12 episodi sono un tormento di noia, gira tutto intorno a questo fantasma cattivo che pare imbattibile e i personaggi collezionano solo sconfitte. Ancora un po’ e la cattiva diventava la vera protagonista.
Il finale, ovviamente, è un misto di false speranze distrutte e un contentino che è un po’ la versione più crudele di Goblin. Grazie, ma no grazie. 

Avete visto qualcuno dei drama consigliati? Avete intenzione di vederli? Fatemelo sapere con un commentino!

Ringraziamo: Nσи sσlσ Ðяαмα иеllα Teѕтα | Drama,Drama e ancora Drama | *_TheWorldDrama_* | A.A.A cercasi dramas disperatamente | DRAMA che passione | I love telefilm & film ∞

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7 thoughts on “Say Yes To The Drama | Volume XII – da “Thirty but Seventeen” a “100 Days My Prince”

  1. Primi 3 in lista!
    Love by chance è stato il mio primo BL, finito un paio di sere fa e già mi mancano. Non pensavo potesse piacermi il genere e invece 🤣 ho trovato una nuova dipendenza!
    Gli altri nominati da te invece non li ho mai sentiti 🤔

    Piace a 1 persona

    • Bene, spero che ti piacciano! Sono tutti e tre ottimi drama 😀
      Per gli altri… questa volta sono andata a scegliere (e a vedermi) proprio cose recentissime (a parte Rebel Detectives che l’ho riesumato su viki), quindi forse anche per questo non li hai mai sentiti (anche se, a memoria, mi sembra di averli visti tutti o quasi in sub ita). Figurati che l’ultimo episodio di Praise of Death è uscito il giorno stesso che ho pubblicato. Ho finito di vedere l’episodio e ho subito inserito il drama nell’articolo come ultimo consiglio.

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