Outlanders, siamo tornati anche noi.
24 years ago, I married you, Sassenach. I hope I haven’t ever given you cause to regret it.
Not for a single day.
Prima di recensire, farò una premessa personale.
Ho sviluppato un sentimento di amore-odio negli anni con questa serie della Starz. Forse perchè non riesco affatto a immedesimarmi in Claire, oppure perchè dopo una prima stagione, concentrata unicamente sui sentimenti e la nascita del grande amore tra Jamie e Claire, il resto l’ho digerito a fatica anche e soprattutto perchè i Fraser sono sempre dalla parte sbagliata, non gliene va bene mai una! Certo, se tutto filasse liscio, probabilmente Outlander e quindi la saga della Gabaldon, non sarebbero emozionanti. Tuttavia le scelte dei Fraser entrano in contrasto con le mie ed inoltre ritengo che si imbattano in davvero troppi imprevisti. Risulta il tutto inverosimile a volte.
Perchè vi dico tutto questo, per spiegarvi che ad ogni inizio di stagione sono lì a far scorrere i giorni prima di convincermi a vedere la prima puntata. E ogni volta me ne pento, perchè Outlander, nonostante tutto, riesce a smentire i miei dubbi, scacciare le mie titubanze e a coinvolgermi ancora.
Outlander, serie televisiva britannico-statunitense creata da Ronald D. Moore, nata come trasposizione televisiva della serie di Outlander, un ciclo di romanzi della scrittrice statunitense Diana Gabaldon, vede la messa in onda della sua quarta stagione dal 4 novembre e udite, udite in Italia sul canale Fox dal 9 Novembre.
Dopo quattro mesi che sono naufragati in America, Jamie è alla ricerca di più soldi per tornare in Scozia dopo che John Grey ha sistemato la sua situazione. In seguito ad un colloqio col governatore Tryon, Jamie e Claire decidono di rimanere nel North Carolina e di andare a trovare a River run la zia Jocasta, ma durante il viaggio vengono derubati.
Conclusioni:
Questa prima puntata di poco più di 60 minuti l’ho trovata, sì, introduttiva, ma ben collegata al passato e perciò con basi solide. Cosa intendo. Spesso il primo episodio, e più di uno, servono ad introdurre quasi tutto il materiale che verrà sviluppato successivamente. Sono emozionanti perchè rincontriamo vecchi e cari personaggi, ma spesso anche lenti. Questo è stato semplicemente calmo. Ha ben distribuito personaggi ed eventi nel tempo a disposizione, senza strafare. Anzi ho apprezzato che ci fosse quell’aria da “non perdiamo tempo“, quindi niente riassunti o discorsi troppo lunghi sul passato, sono nel presente e stanno cercando di viverlo. Mi ha dato l’idea di una vera continuità con il finale di stagione della terza. Sicuramente proprio la stagione passata, dovendo svilupparsi su diversi filoni temporali, dovendo ricapitolare vari vicissitudini per arrivare al presente di Claire e Jamie, è risultata scollegata dagli eventi precedenti, ma perchè doveva partire da dove la Season 2 ci aveva lasciato prima del finale, ovvero l’addio tra Jamie e Claire. Il finale, invece, era il collegamento per il presente della Season 3. No, non mi sono intortata col ragionamento. Molti con la visione della stagione passata, hanno sentito la mancanza di un collegamento temporale, come se mancassero degli episodi cardine, questo non c’è stato. Dovevamo essere noi a collegare i fatti, anzi a metterli in ordine cronologico e il puzzle avrebbe avuto un senso. Con questa nuova stagione poterci collegare al passato con estrema facilità è stato un sollievo. Ed è proprio questa semplicità dell’avvicendarsi degli eventi che ho apprezzato. Certo, una puntata di Outlander serena dall’inizio fino alla fine non potevamo assolutamente averla (secondo me è scritto nel contratto degli attori), e quindi il finale ha voluto riportarci prepotentemente alla realtà ricordandoci che neppure in America avremo pace, mantenendo tuttavia quel tono scanzonato grazie ad America The beautiful di Ray Charles
(Giuro che anche senza audio, sono saltata lo stesso dalla sedia)
- America The beautiful: titolo non solo dell’episodio, ma anche della canzone di accompagnamento del finale. Effettivamente nella conclusione rappresenta un ossimoro, ma è un pezzo della tradizione americana e per quanto a noi europei possa dire poco per loro ha un significato. Ma era giusta inserirla nell’esatto momento in cui Claire e Jamie vengono aggrediti selvaggiamente da Stephen Bonnet? Sì. Claire nei boschi racconta al marito del sogno americano, Jamie l’ascolta, comprende le sue parole sempre fino ad un certo punto, non conoscendo il futuro, ma è un uomo intelligente e giustamente le fa notare che il sogno americano puù essere un incubo per altri. Si riferiva principalmente ai nativi americani, ma perchè non esserlo anche per loro? Ed ecco che la loro/nostra pace viene stroncata da questo nuovo personaggio: Stephen Bennet. Questa quarta stagione verteà su Tamburi d’autunno e Passione oltre il tempo, secondo l’edizione italiana, e come molti sapranno Bennet non lo abbandoneremo qui. Ed Speleers forse è un farabutto molto più bello di quanto ci eravamo immaginati, ma nonostante l’aspetto l’ho trovato fiscido, subdolo fin dal primo momento. Sia quando in prigione ascoltava con troppo interesse le parole di Jamie al povero Gavis Hayes, mettendo poi in atto il piano di fuga che era per lui, e anche quando interroga Claire sulle questione delle due fedi, insinuando velatamente che ne volesse una. La sua apparizione finale è qualcosa di sconvolgente, dalla morte del povero Leslie (chi accompagna i Fraser farà una brutta fine, ma perchè non lo capiscono), allo scontro diretto con Claire. L’assenza di dialoghi è servita ad alleggerire un momento di pura e gratuita violenza. La musica moderna a sottolineare il messaggio poco sopra citato. Vengono attaccati di notte, solo Rollo si rende subito conto che qualcosa non va, Jamie tenuto fermo e picchiato da più uomini e Claire derubata dalle sue due fedi.
L’America, che posto bellissimo. D’altronde non è tutto oro ciò che luccica…
- Fantasmi del passato: anche se è piacevole non fare troppi riferimenti al passato, per far meglio scorrere questa stagione, non tutte le porte possono essere chiuse così senza una vera spiegazione. Ian era stato tenuto in ostaggio da Gillian/Geillis, ma chiusa la terza stagione e liberato il giovane, non sapevamo nulla di più. Abbiamo avuto un toccante momento zio-nipote. Ian è giovane, pieno di energie e volenteroso di andare avanti. Tuttavia ha vissuto un trauma che ha ben esplicitato con questo dialogo al cimitero. Ha subito una violenza. Lui non voleva giacere con Gillian. Il suo miglior interlocutore non poteva essere che Jamie. Anche per lui ci sono fantasmi del passato che sono tornati a bussare alla sua porta, anche lui ha subito una violenza. Se da un lato ho apprezzato la maturità di Jamie, che incoraggia il nipote a parlarne, da un lato mi è dispiaciuto vederlo affrontare questi discorsi, perchè anche lui è un uomo ferito. Sicuramente comprenderà il nipote, ma sarà stato doloroso per lui parlarne. Ma il tutto è stato sapientemente chiuso con una battuta che seppur volgare e/o sbrigativa, ha ben spiegato anche in maniera semplice al ragazzo come le cose a volte possano andare nella vita.
Dialogo attualissimo anche per la nostra società.
- Fedi e cerchi: Bennet si porta via la fede di Jamie e non quella di Frank come nei libri, perchè? La spiegazione di Moore ha un senso logico che condivido. Più avanti vedremo Brianna che avrà un incontro spiacevole con questo delinquente e riconoscerà la fede della madre. La fede che Jamie forgiò per Claire con le chiavi di Lallybroch è singolare, talmente particolare che oggi molte fan se la fanno riprodurre uguale. È un simbolo d’amore facilmente riconoscibile. Non che quella di Frank non abbia un significato, anzi Claire le portava entrambe, ma dobbiamo pensare alla fattura. Era una semplice fede d’oro, probabilmente con un’uncisione, ma quanti ad un primo sguardo capirebbero la differenza da un’altra identica fede? Se non vado errato, ed ho un pochino studiato, effettivamente nell’America del 1767 non si portavano le fedi in oro, ma Brianna non lo sa (presuppongo) e quindi il problema del riconoscimento resterebbe. Forse il vero dubbio è: cosa se ne fa Bennet di una fede che non ha un valore? Data la crudeltà delle sue azioni è semplicemente un atto di sfregio e nulla più.
Questi sono quei piccoli dettagli differenti dai libri che sempre apprezzo nelle trasposizione dei romanzi. Moore ci ha fornito una valida spiegazione, che seppur non condivisa, denota uno studio dietro, vibile per tutta la serie, come sempre. Basti anche pensare al tema dei cerchi, il cappio (e Jamie che fa in modo che l’ultimo volto che Gavis veda sia il suo), i riferimenti di Bennet mentre viene medicato da Claire e le fedi stesse.
(Cominciamo bene…)
- Nuovo aspetto: il gatto morto in testa a Sam è rimasto, è inutile non ce ne libereremo, in compenso la parrucchiera di Cait è riuscita a dare ai suoi capelli un’aria più naturale anche senza il ciuffo alla Crudelia De Mon; capello un po’ opaco, ciocche grigie sparse. Certo, Cait e Jamie più vengono invecchiati e più appaiono come dei giovincelli, ma arrendiamoci, il trucco può far poco contro i loro geni e siamo onesti, dei 40-50enni come quelli descritti dalla Gabaldon, non credo che sarebbero davvero sopravvissuti a tutte queste avventure. Quindi che appaiano un po’ più giovani, è più credibile. Come anche e soprattutto la loro recitazione. Traspare molta maturità, di chi ne ha vissute tante e non è più in preda all’ormone, ma solo a profonde passioni. Su Cait e Sam non ho nulla da dire, e la disperazione finale di Claire per l’anello e il sorriso tirato di Jamie all’impiccagione, per me sono una conferma , come anche la serie. Una delle più belle e curate in costume degli ultimi anni.
- L’amore resta: questa puntata ci ha permesso di ricordarci tutto quello che avevamo lasciato: i sentimenti. Vedere Claire e Jamie discutere con calma del governatore Tryon, del barone e il rubino, del sogno americano mi ha riscaldato il cuore. Finalmente assistiamo a tranquilli (si fa per dire) momenti di comunicazione di una coppia, che si ri-dichiara amore ancora e ancora. Il momento nel bosco è stato intenso e non perchè sono di nuovo prenda della passione più istintiva, ma perchè questa è la conferma del sentimento che provano e forse anche del discorso fatto prima da un tremante Ian che non si capacitava su come certe cose si potessero fare senza sentimento. La comunicazione è stato un tassello mancante nella parentesi francese, e altalenate nella terza stagione per problemi logistici, una nel presente e l’altro nel passato, ma appena si sono ricongiunti, le intenzioni di Claire e Jamiehanno conciso talmente alla perfezione da riuscire a creare un forte equilibrio che ora è visibile non solo dai gesti, ma proprio dai fatti. E ancora una volta la nostra più grande certezza è il loro amore, le carezze che Claire riserva a Jamie e il romanticismo del rosso che regala per i loro 24 anni di matrimonio un kit di strumenti alla moglie.
E naturalmente tra tante belle notizie, il rubino venduto, un nuovo compagno di viaggio, Rollo, il bambino di Fergus e Marsali, non mi aspetto nulla di buono! Alla prossima e ben ritrovati.
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