Nonostante non ci sia il punto di domanda io vorrei dare una risposta. Sì.
Dopo tutte le volte che ho scritto ti amo, questa era l’altra attessisima teen comedy di Netflix del 2018 diretta da Ian Samuels e scritta da Lindsey Beer. Il film è inoltre una rivisitazione in chiave moderna di Cyrano de Bergerac ed è interpretato da Shannon Purser (Barb di Stranger Things), RJ Cyler, Noah Centineo (Peter di Tutte le volte che ho scritto ti amo), Will Peltz, Kristine Froseth, Lea Thompson e Alan Ruck.
Loser è un insulto che frequentemente riecheggia tra i corridoi delle scuole americane, accompagnato anche dal tipico gesto della L stampata in fronte peggio delle lettera scarlatta. In questo film in realtà l’essere perdenti, o sfigati è più che altro raccontato unicamente dalla protagonista, Sierra Burgess e da qualche sporadica uscita del resto del cast al quale, la riccia ragazzona rossa, interessa ben poco. Sierra ha un aspetto fuori dagli standard classici di bellezza, suona nella banda della scuola, ha padronanza delle sue conoscenze e spesso fa sfoggio di una superiorità di chi pensa di essere vittima di una società che complotta contro di lei perchè il suo aspetto non le favorisce quel biglietto di uscita gratis di priogione a vita. È per questo che Sierra è una sfigata, non in senso letterale, effettivamente l’essere perdenti è una condizione che ci creiamo più nella nostra testa, ma perchè si considera da sola una vittima senza agire.
Il film non è originale, poteva meglio sviluppare quei 2-3 espedienti interessanti come l’amicizia tra Veronica e Sierra, la festa e la ripicca di Sierra ai danni di Veronica per meglio mostrare le insicurezze delle due ragazze e la nascita della loro amicizia, che risolverà molti problemi, senza cadere nel più banale dei clichè.
Sierra è la tipica ragazza che non accetta il proprio aspetto, non fa nulla per cambiarlo, insistendo quasi che debba essere accettata per com’è, non amandosi però prima da sola. Nasconde la sua non accettazione dietro un’assoluta impassibilità di fronte alle cattiverie dei ragazzi popolari, ai professori che la difendono o la rimproverano di non dare di più, di non emergere. Naturalmente avere alle spalle una famiglia che si nutre di citazioni letterarie, frasi motivazionali e scrittura non aiuta l’autostima di una ragazza che vuole nascondersi e denigrare dentro di sè gli altri. Dall’altro lato abbiamo Veronica la cheerleader, emotivamente più forte, con un background meno idilliaco e quindi abbastanza opprimente. Veronica e la sua famiglia riescono meglio a spiegare il disagio di una ragazza che invece ha fatto dell’apparenza un suo marchio e della cattiveria verso gli sfigati, un’arma. Anche lei nasconde la sua vera se stessa. Solo che Veronica tira fuori la rabbia, Sierra nessuna emozione.
In tutto questo c’è una figura dai contorni ben messi a fuoco: Jamey. Noah Centineo se in Tutte le volte che ho scritto ti amo, era il bravo, ma spavaldo, con un cuore di panna, qua è il ragazzo della porta accanto con un cuore di cioccolato ricoperto di panna montata. È a suo agio in questi panni e quando sorride così teneramente ci fa sciogliere. Il suo è il personaggio forse più interessante insieme a Veronica. Non sappiamo quasi nulla della sua famiglia, se non che ha un fratellino sordo-muto con cui passa molto tempo, è il quaterback della scuola avversaria e gioca per passione e non per qualche obbligo sociale o scolastico ed è impacciato e sincero con le ragazze. Tramite Jamey abbiamo potuto vedere l’altra faccia della coppia. Non solo come si comporta una ragazza con un nuovo interesse, ma anche l’altra versione. Comminate senza una meta per casa, sposatere oggetti senza alcun motivo, rintanarsi sotto le coperte, parlare nei posti più impensabili. Questi sono i momenti forse più teneri e veritieri di questa storia, che spesso non ha saputo bene dove mettere l’accento. Troppi temi toccati e spesso superficialmente.
Sierra Burgess è una sfigata è un film scontato, ma scorrevole. Guardandolo sappiamo che ci sarà un happy ending, che Jamey dirà la cosa giusta, che Veronica troverà la sua strada, e allora esattamente gli sfigati chi sono?
Non pensate di trovare gente bullizzata, crisi familiari, genitori non presenti, problemi di droga e alcol. Sierra, Veronica e tanti altri sono vittime per loro scelta, non a causa di fattori davvero più grandi di loro. E forse è per questo che alla fine del giro in giostra non siamo poi così soddisfatti di Sierra perchè non è una protagonista davvero perspicace, ma solo estremamente fragile. E per quanto la fragilità sia un aspetto che deve essere apprezzato e mai sottovalutato o discriminato, qui si trasforma in codardia e poi cattiveria gratuita senza davvero uno sviluppo di base. Sierra esplode perchè si vede brutta e sente le pressioni di una famiglia “perfetta”, è come se fosse tutto troppo semplice e mancasse quell’ “altro” che sempre c’è sotto.
Certo, Sierra non decide di cambiare look, ma neppure fare granchè per se stessa, allora, davvero si piace così com’è? Non credo, è bastato il suggerimento di Veronica per rivoluzionarle la vita… e la canzoncina Sunflower.
C’è qualcosa di sbagliato nei Losers di Sierra Burgess è una sfigata, Jamey ha ragione lo siamo un po’ tutti, e credo che il film volesse proprio puntare su quelle situazioni particolari o più sottili, piuttosto che generalizzare ingenuamente. Ognuno ha la sua sensibilità, se solo fosse stato spiegato adeguatamente questo concetto invece di rendere la protagonista a tratti patetica, per tutta la rabbia repressa. Il nocciolo della questione, che non è assolutamente trasparito, non è essere belli dentro e/o fuori, ma essere soddisfatti di sé stessi, è questo che doveva arrivare.
Lo consiglio a chi vuole una commedia romantica scaccia pensieri, ma se cercate risposte o immedesimazione bisogna sempre rifarsi ai grandi cult del passato, che pare che i protagonisti di questa commedy non conoscano affatto anche se c’è un blando richiamo alla lettera finale di 10 cose che odio di te.
Voto: 6 1/2
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Bravissima questa vampiretta! Ma morde per davvero?
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