Uscito il 17 Agosto su Netflix, Tutte le volte che ho scritto ti amo (To All The Boys I’ve Loved Before) è una tranquilla commedia romantica per adolescenti. Questa produzione Netflix però, nonostante il preciso pubblico a cui è indirizzata, potrebbe avere più impatto sui grandi, quelli che hanno amanto Sixteen Candles, hanno vissuto un’adolescenza meno frenetica e social di quella recente, e si sono immedesimati nei personaggi di Dawson’s creek, con i suoi drammi all’ordine del giorno che non includevano morti o ricchi figli di papà che proprio non ci piacciono (O.C.).
È una commedia vintage, che non ha nulla per stupire e forse non vuole nemmeno farlo. Potrebbe sembrare poco briosa, e ammetto che all’inizio ho creduto di trovarmi davanti a quelle esileranti commedie degli ultimi anni come L’A.S.S.O. nella manica (The DUFF), con risate assicurate, uno squarcio di vita adolescenziale preciso e una morale altrettanto diretta.
Qui è tutto molto tranquillo, ma soprattutto quotidiano. Non si parte da una premessa forte come la cosidetta ASSO (Amica Sfigata Strategicamente Oscena) che porterà ad una serie di situazioni comiche che mostreranno per l’ennesima volta la crudeltà degli adolescenti e le difficoltà di essere dei sedicenni in una società che punta tutto sulla popolarità, piuttosto che i sentimenti. E non c’è neppure un romanticismo maturo come nel cult, 10 Things I Hate About you, con protagonisti più inquadrati che cercano di definirsi come adulti non solo a scuola, ma anche e soprattutto fuori. Tutte le volte che ho scritto ti amo è la normalità, quella che tutti abbiamo vissuto, e da cui volevamo distrarci coi film sopra citati e le serie tv più movimentate, brulicanti di adolescenti con una vita più “emozionante” della nostra.
Lara Jean (Lana Condor), di padre americano (John Corbett) e mamma coreana, tiene le sue lettere d’amore in una cappelliera. Nel corso degli anni ne ha scritta una per ogni ragazzo di cui si è innamorata, cinque in tutto. L’ultimo si chiama Josh, suo migliore amico nonché, purtroppo, il ragazzo di sua sorella. Un giorno, scopre che tutte le sue lettere d’amore sono state spedite e la sua vita diventa molto complicata, ma soprattutto finalmente più interessante.
Frutto della penna di Jenny Han, best-seller oltreoceano, Tutte le volte che ho scritto ti amo è il primo di una trilogia che vede come protagonista la sedicenne Lara Jean. La storia non ha colpi di scena, è lineare. Lara Jean non è una ragazza timida, imbranata o annoiata. Forse vive un po’ passivamente quegli anni che definiremmo ora i migliori, passando i weekend a leggere romanzetti rosa e guardando la tv con la propria sorellina più piccola. Tuttavia è una ragazza brillante, non nerd, acuta, che si immerge nelle “favole“, ma consapevole che potrebbe non trovarne nella vita reale. È riservata, sicuramente con poca esperienza in campo amoroso, ma piena di sentimenti che ha riversato in queste lettere d’amore. Anche se non si usa più scrivere messaggi d’amore all’infuori della tastiera dei nostri cellulari, in questo film risulta più semplice comunicare così quello che si prova. Ha il sapore di qualcosa di “antico” questa storia, ma non vuole né fare il verso alle vecchie commedie e neppure inserirsi come perla rara in quelle moderne molto più dinamiche e provocatrici.
Di questo film di Susan Johnson (Carrie Pilby) si apprezza la semplicità, la serietà degli eventi e i dialoghi. Tutto quello che esce dalla bocca di Lara Jean e gli altri sono i pensieri che ci hanno tormentato per tutti gli anni dell’adolescenza. Sono veri, a tratti maturi, come la protagonista.
Non si parla solo dei primi approcci amorosi della protagonista, che imparerà ad amare il solare e sensibile Peter (il ragazzo dei sogni di TUTTE), comprendendo che per Josh nutriva solo un sincero affetto e tanta malinconia per aver visto allontanarsi il suo migliore amico, ma anche della famiglia. Tre sorelle molto unite, un padre presente e attento, tanti momenti condivisi. Certo, alcuni personaggi sono meno caratterizzati rispetto ad altri e quindi nelle vicende le loro opinioni o azioni risultano meno efficaci e passano inosservate come Josh e la sorella di Lara Jean. Il primo dopo aver ricevuto la lettera d’amore della sua amica, ha scoperto un sincero interesse per lei? È geloso della presenza di Peter per questo, o perchè dopo che la sua fidanzata l’ha lasciato, ha perso tutto? E Margot lascia Josh semplicemente perchè le è stato detto che al college è meglio andarci da single?
Nel complesso la consiglio, è ricca di buoni sentimenti, non tende a strafare o essere volgare come altre produzioni adolescenziali, tipo The secret life of the american teenager. Visivamente parlando è fresca, alla moda e con una luminosa fotografia accompagnata da una colonna sonora, inusuale, indie-pop. Un’ora e 39m scorrono senza accorgersene, tra sospiri e riflessioni sui tempi ormai passati o che stiamo ancora vivendo.
Voto: 7-
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