Film

Recensione | Full Metal Alchemist (live action 2017)

«Senza sacrificio l’uomo non può ottenere nulla. Per ottenere qualcosa è necessario dare in cambio qualcos’altro che abbia il medesimo valore. In alchimia è chiamato “il principio dello scambio equivalente” A quel tempo, noi eravamo sicuri che fosse anche la verità della vita.»

Ben tornati pelati! Se avete letto questa prima citazione e vi sono venuti i brividi, bene, questo è l’articolo per voi. Sì, perché questa non sarà solo una recensione dell’ultimo live action di Full Metal Alchemist (uscito in questi giorni sulla piattaforma Netflix) ma un vero e proprio percorso da fare con il cuore in mano ripercorrendo il viaggio dei due fratelli Elric. Quindi se siete a conoscenza della loro storia, preparatevi; se invece non sapete nulla limitatevi a leggere fino a circa metà perché poi seguiranno spoiler.

Dunque siamo a Resembool, un paesino allegro nella campagna del sud del Giappone, dove vivono forse 300 anime. In questo clima riservato e isolato crescono i due piccoli fratelli Elric, Ed (il maggiore) e Al (il minore), in compagnia della madre Trisha e della famiglia Rockb… no no! scusate, loro li hanno tagliati! Dicevamo, la famiglia è felice e in costante attesa del ritorno del padre, che tornerà una volta terminati i suoi studi alchemici in giro per il mondo. Nel mentre i bambini studiano a loro volta l’alchimia per diventare come il padre (ottima scelta!).

La storia inizia quando la madre muore a causa di un malore e i due piccoli, ormai orfani, decidono di riportarla in vita usando (appunto) l’alchimia. Inconsapevoli dei rischi i due costruiscono il cerchio alchemico, comprano gli ingredienti al mercato, e riescono in qualche modo a riportare indietro qualcosa che sembra la madre, dando però in cambio qualcosa secondo appunto il principio dello scambio equivalente… non si scopre subito a cosa hanno dovuto rinunciare i due come se non si vedesse dai poster… che bella suspense…

Si viene a sapere solo dopo la prima scena di combattimento avvenuta a Reole (scena di uno dei miei episodi preferiti: “Colui che sfidò il sole” andatevelo a vedere, anche solo questo perché è bellissimo) e un sogno di Ed (in cui forse viene rivelato un po’ troppo) cos’è successo: i due, ritrovatosi davanti al portale della Verità (di cui non viene data alcuna informazione) hanno dovuto rinunciare a parti del loro corpo per riuscire a tornare nel “mondo mortale”: Ed ha perso il braccio destro e la gamba sinistra, sostituiti poi con automail in acciaio, mentre Al l’intero corpo, sostituito con un’armatura a cui è stata legata la sua anima con un sigillo di sangue dal fratello. Cavolo, tu spettatore che non hai mai sentito parlare di loro e che probabilmente hai deciso di guardare il film solo perché ti è arrivata la notifica sull’app della piattaforma, come l’hai preso il fatto che due bambini di 10 anni si sono ritrovati deformati per aver amato così terribilmente la loro madre da volerla portare in vita di nuovo?! No, perché io, che sono anni ormai che so cosa gli è successo e conosco bene la loro storia, ancora ci sto male.

Crescendo Ed è diventato Alchimista di Stato, alla sola età di 12 anni, prendendo il nome di Alchimista D’Acciaio, e si è messo, insieme al fratello, alla ricerca della Pietra Filosofale per riavere indietro i loro corpi. Essenziale nella ricerca sarà l’aiuto dei loro amici membri dell’esercito della divisione di East City: il colonnello Roy Mustang, l’Alchimista di Fuoco; il tenente Riza Hawkeye, braccio destro di Mustang e abile cecchina; Maes Hughes, tenente colonnello di Central City, mandato a controllare Mustang poiché potenzialmente pericoloso e il Generale Hakuro.

Dopo la prima battaglia l’automail di Ed è danneggiato e così conosciamo il suo meccanico di fiducia: Winry Rockbell, amica d’infanzia dei due fratelli che da qui in avanti accompagnerà sempre i due fratelli nelle loro avventure.

Insomma la trama è semplice: due ragazzi combattono, in delle scene fatte veramente bene, alla disperata ricerca della Pietra Filosofale che gli permetterà di recuperare i loro corpi, contro esseri chiamati homunculus: Lust, Envy e Gluttony rappresentanti tre dei sette vizi capitali (ok, questo ve lo dico io perché nel film non viene spiegato, ma è un’informazione che deve essere condivisa). Comunque non preoccupatevi alla fine fine del manga, riusciranno a trovare una Pietra che farà al caso loro.

Bene, da ora in poi inizieranno gli spoiler essenziali per continuare nella trama perché hanno fatto un casino assurdo, quindi se volete sapere veramente cosa succede continuate, altrimenti leggetevi i manga o guardate il Brotherhood perché non potete vivere conoscendo questa versione, in quanto non vera.

Dunque, ricominciamo da zero. La prima parte è corretta e tutto sommato mi è anche piaciuta… diciamo circa fino all’introduzione degli Homunculus, poi è tutto precipitato.

Ora io non sono una di quelle che vuole esattamente tutto uguale all’anime/manga, accetto tranquillamente le modifiche se però sono logiche e motivate. Ad esempio Winry (aspettavo da tanto tempo questo momento) è bionda ragazzi, è l’esatta copia di Ed al femminile: una bella ragazza bionda, con una quarta abbondante, cresciuta insieme a Ed e Al, perché i suoi genitori sono stati uccisi da Scar (su cui torneremo tranquilli) nella guerra di Ishbar. Tutto quello che fa è per il bene dei due fratelli ma non è così centrale nell’opera come mostrato nel film: compare ogni tanto quando Ed distrugge gli automail, ma poi se ne torna tranquilla a Rush Valley, la patria dell’acciaio, dove lavora in un’officina di riparazioni. E è proprio questo il bello: lei è sempre in pensiero per Ed (sì, dai anche per Al) appunto perché non si vedono mai; la tensione di quando sono lontani e il sollievo di quando si ritrovano è palpabile ed è meraviglioso, qui invece sono sempre insieme… anche se ho apprezzato alcune occhiate che si sono scambiati, esplicite il giusto e azzeccate.

Bene, ora tocchiamo un altro elemento, anzi più precisamente due: Nina e Hughes. E qui ragazzi, preparatevi, perché non si salva nessuno.

Nina è la figlia del dottor Tucker, l’alchimista che ha creato la prima chimera parlante. I fratelli Elric vengono mandati a studiare da lui per imparare le sue nozioni sulla trasmutazione. E sono giorni felici (in cui Winry non c’è!!!), dove Al può giocare con una bambina della sua età, perché Al ha più o meno 11 anni, mentre Ed può dedicarsi totalmente all’alchimia. Poi il dottor Tucker decide di usare sua figlia e il cane Alexander come cavie e li trasforma in una chimera parlante. Fino a qui tutto bene, poi però il dottore non viene arrestato, non scappa successivamente e non aiuta il cattivo di turno a creare un esercito di umanoidi. No, Tucker e Nina purtroppo vengono uccisi da Scar dopo la dipartita dei fratelli, e dopo che Ed ha dato il meglio di se nello scontro rivelando tutti i suoi dubbi sul dovere di un’alchimista (altro mio episodio preferito “Il tormento dell’alchimista” andatevelo a vede).

Hughes invece è il compagno di guerra di Mustang. Sì, di guerra perché entrambi hanno partecipato alla guerra di Ishbar, durata sette anni, che ha cambiato radicalmente la loro vita sia privata che militare. Ma di questo non si parla: non si dice nulla della morte di milioni di persone usate poi come sacrifici dagli Alchimisti a capo del governo per creare la Pietra Filosofale; non si parla della persecuzione tutt’ora in corso degli ‘uomini con gli occhi rossi’ abitanti di Ishbar; non si accenna a Scar, o a sua fratello, neanche in una notizia marginale di giornale; non si dice di come lui abbia ucciso i genitori di Winry o di come abbia attaccato Ed senza pietà distruggendogli gli automail solo perché ‘alchimista’; non si considera minimamente il danno morale fatto a Mustang usato come arma militare e lanciafiamme umano, della mappa sulla schiena fatta a Riza dal padre alchimista e della sua promessa fatta a Roy di restare sempre al suo fianco, del generale Armstrong, Alchimista del ferro, uomo coraggioso, devastato dalla brutalità di questa guerra. E vi giuro che potrei continuare per ore, perché tutto inizia da lì.

Tornando a Hughes mi è piaciuto tantissimo e ho anche accettato il fatto che sua figlia non fosse nemmeno nominata, perché l’attore è riuscito a farmelo amare esattamente come nell’opera originale e a farmi emozionare ugualmente per la sua morte. Questa è la piccola Elicya :3

Restiamo un secondo sulla scelta degli interpreti, ma sarò breve: tutti bocciati tranne Hughes, il dottor Tucker e Al. Gli altri no, nO, NO. Il più sbagliato in assoluto è stato Mustang! Dov’è finito il suo charme misterioso, la sua ambizione, la sua solitudine, il suo essere sempre pensieroso e la sua anima macchiata dagli atti della guerra?! Anche senza raccontare tutta la genesi del personaggio, l’attore avrebbe dovuto raccogliere tutto questo e esprimerlo anche nei minimi gesti…

 

Direi che finalmente possiamo parlare ai cattivi della storia, che ho accettato alla fine. Lust è fatta molto bene, così subdola e malefica, quella bellezza distruttrice alla base della lussuria; Gluttony anche, avrei però evitato gli effetti speciali scadenti di come ‘mangia’ le sue vittime, piuttosto gli avrei modificato la lingua, facendola più lunga e meno umana; Envy invece… Envy non è Envy. L’attore (o attrice) crea la giusta disambiguità tipica del personaggio, ma tutto il resto non esiste: non è marginale come nel film, è centrale e essenziale per i piani di Lust, non ha due battute in croce in cui oltretutto urla perché bruciata dal fuoco di Mustang, diciamo che in tutto questo ‘sbagliato’, la scena dopo i titoli di coda l’ha salvata.

Purtroppo però ne mancano quattro. Sì, perché se ogni homunculus è associato a un peccato capitale e i peccati sono sette mancano, nell’ordine: Greed, Pride, Wrath e Sloth. Ok, era impensabile introdurre tutti gli homunculus anche perchè solo per Sloth avrebbero dovuto spostare l’ambientazione al Nord alla fortezza di Briggs e sarebbe stato inutile, però almeno un accenno al fatto che queste creature hanno un “padre” e che eseguono degli ordini. Anche perchè la scena finale dove il Generale Hakuro da la vita ai manichini va motivata e non copiata dal finale di stagione e incollata. Ve la spiego io: questo esercito di fantocci è stato creato come armata immortale segreta dai gradi alti dell’esercito di Amestris, sotto la guida del “padre” che altro non è che il primo homunculus con le sembianze di Hohenheim, padre dei due fratelli Elric, immortale grazie a un patto stretto con lui.  Questi soldati manichino non sono molto intelligenti e vagano per la base militare come zombie, il loro scopo è più o meno quello di tenere impegnati i personaggi secondari mentre i protagonisti finiscono nei guai e vengono usati come “sacrifici” per aprire il portale della Verità e far sì che tutte le persone di Amestris vengano usate come sacrifici umani per creare una grande pietra filosofale. Ora capite che inserire anche questa trama sarebbe stato un gran bel problema perché molto articolata e complicata da spiegare. Si potevano semplicemente tagliare questi soldati manichino e far finire il tutto con lo scontro tra Lust e Mustang, con Ed e Al che capiscono che qualcuno più potente di loro sta cercando di creare la Pietra e con la divisione di East City pronta a vendicare la morte di Hughes sterminando gli homunculus. E invece no, nessun accenno al Comandante Supremo e al figlio Selim, all’alchimia medica di Xing, a Greed e al rapporto con Ling Yao, a Kimbly e alla scena del non posso farla piangere di nuovo insomma niente di niente.

Comunque tranquilli, alla fine arriva il lieto fine 😀

In conclusione un live action che si poteva evitare, che non ha portato la trama da nessuna parte e che ha solo giovato all’immagine di FullMetal Alchemist rendendo ancora migliore il lavoro fatto dall’autrice del manga, Hiromu Arakawa.

Vi lascio quindi con un bel consiglio: se volete saperne di più sulle trame politiche e sulle azioni di potere, leggete il manga o guardate la serie (il Brotherhood mi raccomando), perché vedere questo film è assolutamente inutile e non vi porta a nessuna conclusione. Attenzione però non sarà mai peggio di quello di Netflix di Death Note (qui il mio commento liberatorio).

Bene, prima di andarvi a fare una bella maratona dell’anime vi ricordo di mettere mi piace alla nostra pagina Parole Pelate, se non lo avete fatto, e poi di buttarvi a capofitto sui capitoli del manga. Al prossimo live action da distruggere 😀

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