Ora farò finta che sia tutto come sempre, che il venerdì non sia già passato da un pezzo e che io non sia in ritardo spaventoso. Sapete come si dice, però, no? Meglio tardi che mai!
Detto questo, cominciamo!
All’alba del tredicesimo episodio, con due settimane di pausa davanti a noi e ancora dieci episodi da vedere prima della fine del sesto anno di Arrow, gli autori hanno deciso di mescolare le carte ancora una volta e lo hanno fatto in una maniera incredibile.
Sapevamo già che questo era un anno atipico, i flashback non ci sono più se non in rare eccezioni e abbiamo più cattivi che eroi e/o palle al piede, ma sicuramente non potevamo immaginare che quello che sembrava un uomo che avrebbe dato del filo da torcere al Team Arrow ancora a lungo, se non addirittura fino alla 6×23, è stato sconfitto con la stessa facilità necessaria a scoppiare una bolla di sapone.
Insomma, alla fine della fiera, il genio della tecnologia, lo spaventoso Cayden James non era poi così sveglio e intelligente, e non si era nemmeno premurato di essere un passo avanti ai compagni con cui aveva deciso di condividere la sua vendetta.
Se da una parte mi piace che si sia scritto qualcosa di diverso, che la storia non sia andata come ci aspettassimo, dall’altra ha reso Cayden molto piccolo (ma anche umano) ai miei occhi, e sono quasi incredula che abbia menato il team Arrow tanto a lungo. Invece, quello che ne esce bene è Ricardo Diaz. Partito in sordina, mentre eravamo soprattutto distratti dal doppiogioco di Vincent, dalla stramba redenzione improvvisa di Black Siren e da Anatoly. Eravamo un po’ tutti: Ricardo Diaz chi?
Certo, questo ha finito per rendere un po’ prevedibile che il colpevole fosse lui, in questo episodio, dal momento che Cayden era sicuro che facesse parte del suo team di Cattivoni, ma in ogni caso è stato qualcosa di inaspettato che avesse macchinato tutto fin dall’inizio, per, tanto per cambiare, conquistare la città. Che ci troveranno mai in Star City i Cattivoni?
E quindi che succede? Sarà davvero Ricardo Diaz il cattivo finale o gli autori ci stanno menando per il naso un’altra volta?
Piccolo appunto sui flashback. Sono contenta che finalmente ci abbiano mostrato una parte del passato di Cayden James, sebbene sia stato appena prima dell’ultimo canto del cigno. Ha permesso di dare un po’ di spessore in più al personaggio, che altrimenti ne sarebbe uscito come uno psicopatico stupido e basta. Invece no, c’era di più, e anche se è inscusabile che volesse far saltare l’intera città per vendicare il figlio (sembra come a scuola, quando una volta si punivano tutti invece che il solo responsabile), ho comunque provato pena per lui quando va lo stesso alla partita del figlio nonostante il rischio di essere arrestato, quando chiede di poter restare a vedere il resto della partita e il permesso gli viene negato, e quando, infine, gli viene annunciata la morte del figlio.
Ha fatto tanto male agli altri e ha subito una perdita terribile solo per soddisfare il desiderio di potere di un altro folle. È una storia triste.
Passiamo oltre e parliamo di Black Siren. Gli autori si sono messi in testa di redimerla e prima o poi lo accetterò, ma il comportamento di Quentin ha superato ogni limite. Ogni volta che assume quell’espressione poco sana e confonde Black Siren con la figlia morta, sento la Laurel di Terra 1 rigirarsi nella tomba. In che lingua bisogna far capire a Quentin che le due donne non sono affatto la stessa persona e che quella non è sua figlia. Difatti, il multiverso ci ha dimostrato innumerevoli volte quando ogni versione di qualcuno che conosciamo possa essere profondamente diversa l’una dall’altra. Questo accanimento ha stancato, vorrei che qualcuno si facesse avanti e lo fermasse. Ci può anche stare che Quentin instauri un rapporto con Black Siren e lei lo stesso, finendo anche con il redimersi, ma dovrebbe essere qualcosa di nuovo e fresco, non un rivisitare un rapporto che non potrà mai più ristabilirsi.
[E niente, ho come la sensazione che questo discorso dovrò affrontarlo molte volte ancora… Suvvia, Quentin!]

Hai un nascosto desiderio di morte, Black Siren?
Intanto, Dinah sbrocca.
In generale, ho preso in antipatia tutto il Team di Cretini che continua e continua a intestardirsi sul lavorare per contro proprio (almeno in teoria, perché in pratica…), soprattutto visto che da soli stanno combinando ben poco, nemmeno a tenere a freno una compagna che ha perso la retta via.
Però Dinah! Io capisco il lutto, capisco la rabbia, il desiderio di vendetta, ma a momenti lasciava pure esplodere la città perché non riesce a mettere insieme un pensiero sensato che sia uno. Lei e gli altri due idioti passano il tempo a criticare Oliver per le sue azioni, le sue scelte, il suo passato, per come si veste la mattina… mai una volta che ci sia un minimo di autoconsapevolezza: “Starò sbagliando io? Dovrei ascoltare qualcun altro?” E quando mai?!

I’m Black Siren. Black Siren is me!
Varie ed eventuali:
– Ultimamente ci siamo concentrati su Cayden James e il suo team, ma non dobbiamo dimenticarci che oltre a Ricardo Diaz, Oliver rischia ancora la possibilità di finire dietro le spalle, in particolare grazie a qualcuno di nostra conoscenza…
– William, okay che sei figlio di tuo padre, ma la prossima volta stattene a casa, va bene? Anche se è bella questa dimostrazione di affetto verso Oliver.
– Sì, Oliver, sono sicura che c’è una spiegazione perfettamente sensata al fatto che il Sindaco ha l’accesso al bunker di Green Arrow, ah-ah. (Però ha anche dei difetti!)
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