Siamo giunti purtroppo agli ultimi due episodi prima della seconda stagione, che chissà quando uscirà. Probabilmente nel 2018 e io piangerò fino a quel momento.
Ma iniziamo subito a seguire i nostri orfanelli, che iniziano ad emanciparsi dagli adulti che hanno portato loro solo guai. Ma questa è Una Serie di Sfortunati Eventi e perciò i nostri protagonisti si cacciano nei guai comunque.
All’inizio della prima puntata abbiamo dei riferimenti alle fiabe dei fratelli Grimm. Ho trovato davvero stupendi questi inserti (come d’altronde tutte le digressioni del narratore). Ritorna infatti il tema della letteratura e delle storie, che è un fil rouge del telefilm. Come sempre il narratore è meraviglioso. Ha una parte secondaria ma pur sempre importante e secondo me lega tutte le vicende e tutta la narrazione.
In questi episodi accumuliamo altre briciole di informazioni sulla vita passata dei genitori dei Baudelaire e scopriamo che girano tante voci su di loro. Rispetto ai libri, in cui questo tipo di informazioni vengono date in piccolissimi pezzettini sparsi, nel telefilm le cose sono un po’ più accelerate, probabilmente per esigenze televisive legate al diverso tipo di pubblico (quello che guarda e quello che legge) e il loro diverso range di attenzione e anche per esigenze di produzione visto che non sapranno per quanto potranno ancora creare puntate (speriamo per sempre).
Abbiamo dei momenti molto dolci tra Klaus, Violet e Sunny addormentata sulle brandine della segheria. Vediamo i bambini esprimere più lungamente e privatamente il dolore per la loro perdita. E ciò dà alle puntate un’aura nostalgica e un po’ depressa.
Anche perchè i tre protagonisti per la prima volta si separano per portare avanti le loro investigazioni individualmente e infatti succedono danni.
In queste puntate scopriamo qualcosina in più sul passato del Conte Olaf, e cioè che aveva una fidanzata. E’ forse capace di amare? Bhe, le due cose non si implicano vicendevolmente. Ma io penso che il Conte Olaf non sia capace di sentimenti positivi.
Il rapporto tra Sir e Charles mette sempre in mostra quanto gli adulti siano strani. Lo so, lo ripeto sempre; ma è uno dei temi del telefilm, insieme all’incessante e sferzante black humor che travolge tutti. L’ironia drammatica, come l’ha chiamata Lemony Snicket in una precedente puntata. Bellissima l’aggiunta di rendere Charles e Sir gay. O almeno Charles. Questo non era accennato nei libri e sono questi piccoli dettagli, sia nella trama, sia nella scenografia, sia nella caratterizzazione dei personaggi, che rende il telefilm unico e sorprendente anche per chi sa già la storia. Netflix, you did it again.
Molto interessante anche la figura dell’operaio ottimista. Ci indica che fa bene un po’ di positività nella vita, ma troppa porta alla stupidità. D’altronde tutta la serie cerca di portarci a pensare in modo sempre più pessimista, facendoci aspettare sventure su sventure. Però hanno inserito questa figura per controbilanciare la quantità di tragedia che queste puntate portano, poichè sono particolarmente negative, visto che Klaus viene ipnotizzato e si rivolta contro le sorelle. E per la prima volta vediamo i 3 spezzati per un po’… e scoprono che divisi stanno assolutamente peggio che uniti.
La miserabilità di questa puntata traspare molto bene dalla fotografia, triste e con un colouring sui toni del grigio che si applica ad ogni edificio, ad ogni cosa ma anche alle persone.
Queste ultime puntate sono piene di scenette teatrali. Quasi stancanti nella loro grottesca ironia. Per esempio, il colloquio tra la Dottoressa Orwell, Shirley (il travestimento più ridicolo fino ad ora) e Sir. Inverosimile fino al vomito. O la morte del Villan, sconvolgente ma abbastanza ridicola e un po’ inverosimile.
Ma è proprio questo lo scopo. Farci arrivare alla nausea, al non voler saperne più di brutte notizie, al volere un lieto fine per quei poveri bambini. E sperarci, aspettarlo perchè nelle puntate precedenti ci hanno dati degli indizi che portavano a briciole di speranza. Ma questo è Lemony Snicket, e questa è Una Serie di Sfortunati Eventi.
E allora arriva lo sconvolgente plot twist. Elaborato e perfettamente coerente con l’atmosfera del telefilm. La legge di Murphy. I genitori che cercavano i loro figli, che volevano trovarli e ritornare a casa e che fanno parte anche loro della società segreta con Jacqueline e altre persone, non sono Mr e Mrs Baudelaure. Sono i genitori di tre adorabili trigemini che impareremo a conoscere successivamente e che sono molto importanti nell’economia dei libri (e quindi penso anche del telefilm).
E noi rimaniamo sconvolti (io un po’ me l’aspettavo ma speravo che il telefilm avesse cambiato la trama dei libri). Perchè è così tragico, ma così vero. Ed è così che tutto quello che abbiamo pensato, il fatto che i genitori dei trigemini si trovassero sempre dov’erano i Baudelaire e tutte le studiate scelte di sceneggiatura e montaggio, nella nostra fabula si scoprono essere solamente delle coincidenze. Crudeli coincidenze che nell’intreccio della storia ci hanno dato speranza e ci hanno fatto credere cose che non sono vere. O forse no? Abbiamo ancora una seconda stagione per capire.
Ovviamente anche a questi genitori deve succedere qualcosa di terribile. Ovviamente anche la loro casa deve essere vittima di un incendio. Perché il bello di questo telefilm (e anche dei libri) è che esaspera il concetto di ‘cliffhangers‘. In parole povere, il cliffhanger avviene quando a fine di una puntata o prima della pubblicità, un evento importante e potenzialmente scioccante viene tagliato a metà proprio sul più bello per lo spettatore. Ma noi sappiamo che i protagonisti della storia vivranno l’evento sconvolgente a pieno. Mentre in Una serie di sfortunati eventi sono gli stessi protagonisti, insieme al pubblico, che subiscono innumerevoli cliffhanger, esagerati e assurdi. E il brutto è che loro se ne rendono conto ma non possono farci niente. Ogni volta che stanno per scoprire qualcosa, arriva un imprevisto. E coloro che dovrebbero dare informazioni neanche ci provano a consegnarle in modo repentino, ma sono sempre in balia di questi imprevisti, quasi lo facessero apposta.
E siamo giunti alla fine di questa stagione (come Mr Poe ci ha ricordato in un ultimo guizzo di meta-televisione) e gli orfani sono sempre soli e i segreti non svelati sono sempre tanti. Non vedo l’ora che esca la seconda stagione.
Grazie, Netflix.
Trama: 10/10
Regia: 9/10
Lacrimometro/Divertometro: 10/10
Nota di merito: la bellezza sconvolgente di Violet
Overall: 9.5/10
Sylvie
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