Io sono un po’ così. Alle cose ci arrivo dopo. Per esempio, una conversazione tipica che ho con la mia amica Sara è “Sara, sai, c’è questa canzone che mi piace tantissimo!” e lei, puntualmente, mi risponde “Ma Maria, questa canzone è uscita due anni fa…è stata un tormentone”.
E vabbé. Meglio tardi che mai.
Lo stesso è successo con questo romanzo, La Ragazza Del Treno, che l’anno scorso era letteralmente tra le mani di tutti. Uno di quelli che definiamo casi editoriali, e che io ovviamente ho letto un anno dopo.
Francamente ero molto scettica: si sa, quando la gente parla molto di qualcosa o si rivela essere un vero capolavoro oppure un vero e proprio flop ingigantito chissà perché, eppure in questo caso devo ammettere di non essere rimasta affatto delusa.
Queste sono le due copertine. Ovviamente, con il suo arrivo nelle sale, quella originale è stata sostituita dalla locandina del film, ma siccome c’è Emily Blunt non credo che qualcuno possa lamentarsi. Ora, finalmente, per chi non la conoscesse vi riporto la trama e poi passerò a spiegarvi perché ve lo consiglio:
La vita di Rachel non è di quelle che vorresti spiare. Vive sola, non ha amici, e ogni mattina prende lo stesso treno, che la porta dalla periferia di Londra al suo grigio lavoro in città. Quel viaggio sempre uguale è il momento preferito della sua giornata. Seduta accanto al finestrino, può osservare, non vista, le case e le strade che scorrono fuori e, quando il treno si ferma puntualmente a uno stop, può spiare una coppia, un uomo e una donna che lei chiama Jess e Jason, e che ogni mattina fanno colazione in veranda. Un appuntamento cui Rachel, nella sua solitudine, si è affezionata. Li osserva, immagina le loro vite perfette…l’esatto opposto della sua.
Ma una mattina Rachel, su quella veranda, vede qualcosa che non dovrebbe vedere. E da quel momento per lei cambia tutto. La rassicurante invenzione di Jess e Jason si sgretola, e la sua stessa vita diventerà inestricabilmente legata a quella della coppia. Ma che cos’ha visto davvero Rachel?
Sinceramente, leggendola non so se lo avrei comprato.. In realtà quello che più mi ha sempre attirata del libro è la vecchia copertina, e non saprei neanche spiegarvi il perché. Probabilmente quella combinazione di colori mi ispirava calore.
Comunque, il libro è abbastanza breve: 307 pagine. Quindi, se non vi piacciono i mattoni, eccovi servito il romanzo perfetto. Ho iniziato a leggere tre giorni fa e da subito mi sono resa conto di come la storia procedesse lentamente, e questo è quello che stranamente mi ha incuriosita di più e spinta a macinare pagine: mi chiedevo come fosse possibile che un thriller – perché questo è il genere del romanzo, ricordiamolo – non mi avesse dato un briciolo di indizio in 150 pagine quando ne mancavano altrettante per la conclusione. Andavo avanti in attesa di qualcosa, fremente di curiosità sicura che alla fine sarebbe arrivato qualcosa…e così è stato, ma solo nelle ultime sessanta pagine. Proprio come un treno, parte lentamente a scivolare sui binari e poi prende velocità (sì lo so che ogni mezzo di trasporto non fa da 0 a 100 km in dieci secondi, ma che ci posso fare, non sono brava con i paragoni).
Viene narrato attraverso gli occhi di tre donne: Rachel, Anna e Megan. E imparerete a non amare nessuna delle tre. Ma non potrete dire nemmeno di odiarle…(anche se io una in realtà la odio comunque, ma non voglio dire chi). E attraverso le loro storie, i loro punti di vista, il puzzle del mistero verrà costruito. Pezzo dopo pezzo, senza nemmeno rendervene conto, avrete davanti tutti i mezzi per risolvere il caso, ma Paula è stata tanto brava che fino alla fine non riuscirete a capire che cosa sta succedendo. Non è una vera e propria caccia all’assassino, in realtà, perché vi lascerete assorbire completamente dalle vicende e chiunque, ai vostri occhi, potrebbe essere il colpevole, ma allo stesso tempo vi sembrerà di non concentrare i vostri sospetti su nessuno in particolare. E poi c’è quell’unica persona alla quale non penserete proprio mai, ma mai mai mai, e allora…
Il finale. Secondo me, in un thriller il finale è I M P O R T A N T I S S I M O. A ili91 dicevo proprio questo, durante la lettura: il libro per ora è bello, ma tutto dipende dalla conclusione. E alla fine ero tutta un ohmiodio ohmiodio ohmiodio continuo, perché davvero, non c’ero arrivata. Il finale è davvero sorprendente e credetemi, non rimarrete delusi.
Vi consiglio questo romanzo se, come me, amate perdervi nelle vicende. Non lo consiglio a chi ama i colpi di scena continui, perché non è questo il ritmo del romanzo (anche se la quarta di copertina dice il contrario. Mente. O meglio, è vero, ma lo realizzerete solo alla fine, quindi mentre leggete non vi verranno infarti e cose del genere), il suo scopo principale non è stupire continuamente il lettore. Col senno di poi è anche un romanzo che parla di riscatto, che vi farà arrabbiare, e venire voglia di salire sul primo treno e spiare le vite della gente che vive nei pressi di una ferrovia.
E voi? Lo avete letto (e in tal caso, leggete anche la nostra recensione qui), o avevate intenzione di farlo? Fatemelo sapere, come sempre. Per quest’anno è tutto, ci sentiamo nel 2017!