Questo manhwa bellissimo e balordo è stato portato e pubblicato in Italia tra il 2006 e il 2013 (compatisco con tutto il cuore i poveracci che hanno dovuto attendere sette anni per leggersi tutta la storia… io a stento ci ho messo dieci giorni) e io mi sono approcciata ad esso… totalmente per caso, esattamente come per caso la protagonista Ch’ae è diventata principessa e sposa del principe ereditario (e questo è solo l’incipt!).
Ma per caso davvero! Stavo in fumetteria e avendo notato qualche persona in fila alla cassa, allora ho pensato di fare un salto nel mio reparto preferito (Flashbook) e la prima cosa su cui ho messo mano è stata Gung.
Sinceramente, a volte mi pento di averlo letto, perché è stata davvero una lettura angosciante, però è anche vero che una volta che hai iniziato non puoi fare a meno di andare avanti, perché ti affezioni ai personaggi, alla storia, ai meravigliosi disegni e per quanto il manhwa non faccia altro che prenderti a schiaffi per tutto il tempo, non riesci a metterlo giù, non riesci a dire basta e passare a qualcosa di meno pesante.
“Ma come, su wiki c’è scritto che è un manga umoristico!”
Ah-ah-ah… NO.
Non lo è.
O meglio, sì, Gung nasce come tale. Infatti quando ho letto la trama improbabile (ragazzina comune viene costretta a sposare il principe ereditario perché i rispettivi nonni avevano stretto un patto decenni prima), ho ragionevolmente pensato che mi sarei trovata davanti un manhwa pieno di equivoci, di scontri fra i protagonisti e i comprimari, e battute varie, ma la realtà è che i siparietti iniziali vanno via via a ridursi sempre di più, fino a diventare un minuscolo raggio di luce in una sequela di disgrazie.
Shin e Ch’ae ne passano di tutti i colori, per via del loro carattere, per il modo in cui la vita a corte soffoca Ch’ae – devo dire che ho apprezzato il modo realistico in cui è stata rappresentata la cosa –, per come alcuni comprimari si mettono in mezzo a complicare le cose (odio profondo!)… e quei sentimenti che cominciano a provare l’uno per l’altra non fanno altro che renderli ancora più infelici, perché tutto si mette in mezzo al loro, senza dare al lettore la possibilità di respirare per non più di una pagina.
“Esageri, non può essere così triste!”
Ah-ah-ah… eccome se lo è!
Gung non è di genere tragico come potrebbe essere… Me Before You (per dirne una, e giusto perché al momento non mi viene in mente un manga/manhwa che risponda alle esigenze), ma allo stesso tempo riesce a far soffrire immensamente.
Gung fa empatizzare moltissimo con i personaggi, con quello che provano e quello che continuano a subire, merito penso anche dei disegni molto ben fatti, pertanto ogni volta che Shin e/o Ch’ae ne subiscono una non si riesce a non essere disperati quanto loro e di invocare pietà verso la mangaka di regalare una piccola gioia (non lo fa praticamente mai! Lettore avvisato, mezzo salvato).
Inoltre, considerate che non penso di aver mai odiato un antagonista quanto ho odiato quello di Gung. È stato creato per questo ed è stato creato ad arte.
“È di genere romantico, sarà pieno di clichè.”
Forse. Ci sono i terzi incomodi (ma non ci sono triangoli! Emotivamente i protagonisti non avranno mai il cuore incerto, per fortuna), gli equivoci, i clockblocker, ma a parere mio la storia non dev’essere originalissima (che poi, di questi tempi, dove lo trovi qualcosa di davvero originale?) per essere apprezzabile.
“Ma quindi lo consigli?”
Dipende da quanto siete masochisti.
La storia è bella, i disegni fantastici, i personaggi sono tratteggiati bene e hanno uno sviluppo caratteriale, ma questa corsa lunga ventotto volumi (ventisette di storia principale + un volume extra che io devo ancora leggere) è piena di ostacoli.
Avrei voluto che qualcuno mi avesse preparato psicologicamente a quello che avrei letto, in modo da non ritrovarmi con un inizio quasi leggero e che poi di punto in bianco la storia cominciasse a prendermi a schiaffi.
Gung è fatto così, ti schiaffeggia forte e poi ti chiede scusa, ti schiaffeggia ancora più forte e ti chiede scusa di nuovo, e questo non fa che ripetersi fino alla fine, quando ormai hai la guancia talmente rossa che pensi non guarirà mai.
“Ora stai davvero esagerando!”
Okay, okay.
Gung è un bel manhwa, lo è obiettivamente, ma non è la storia che state cercando se volete qualcosa di romantico e divertente. Dovete amare l’angst (le storie angoscianti) per poterlo amare. E se fosse così, fate un salto in fumetteria e recuperatevelo, perché non si può amare la complicata storia d’amore tra Shin e Ch’ae, mescolata a tanto dolore e una piccola dose di follia.
Note varie:
– Esiste anche un drama in 24 episodi tratto dal manhwa.
– Per quanto la ritenga sostanzialmente una storia piena di momenti tristi, i momenti divertenti ci sono sul serio e fanno davvero ridere.
– Essendo un manhwa (e non un manga) e quindi di origini coreane, si legge all’occidentale, vale a dire da sinistra verso destra. Dopo tanti manga letti nella mia vita, mi ha fatto davvero strano (lo specifico giusto per non farvi pensare di aver inserito immagini al contrario).
L’ho letto sul sito da dove hai preso le immagini, quindi in inglese. Mi avevano colpito molto i disegni, davvero belli e particolari, a me ricordano un po’ quelli delle CLAMP. La storia non è male, però è troppo lunga e ripetutamente tragica. Davvero troppi ostacoli ed uno di seguito all’altro in un arco di tempo relativamente breve.
Mchan
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Sono d’accordo con te. Infatti, secondo me, se l’autrice avesse stringato un po’ la storia, togliendo qualche disgrazia (e magari aumentando le pause positive. Ricordo che c’è un punto, poco dopo la metà, in cui ci sono due-tre volumi nel corso dei quali non succede nulla di bello, solo disgrazie!) avrebbe reso la lettura più piacevole. Il manhwa è molto bello secondo me, ma in certi punti ho provato il desiderio di smettere perché non ne potevo più.
Grazie del commento.
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