Così siamo giunti alla conclusione di questa stagione che tornerà sugli schermi tra troppi mesi. E io già ne sento la mancanza. Per gli standard di The 100 questo season finale è stato meno esplosivo del solito. Non che abbia mancato di tensione, ovvio. Ci sono state scene il cui non sapevo se alzarmi dal divano e imprecare o sotterrarmi sotto un cuscino per paura di cosa sarebbe accaduto dopo.
Ma scendiamo nel dettaglio…
Come in tutti i season finale, c’è bisogno della conclusione della storyline, in questo caso Becca doveva essere fermata.
Per qualche ragione, questa recensione si concentrerà sui personaggi più di quanto io abbia fatto perché, sì, il season finale è importante per la trama, ma i personaggi che sono stati i veri protagonisti di questo episodio non sono molti e ci sarebbero pagine e pagine da scrivere su ognuno di loro.
L’episodio ha visto spiccare Clarke come protagonista quasi assoluta, concentrandosi su di lei più delle volte scorse, e non che io me ne lamenti. Clarke ha fatto scelte sbagliate in passato, ma le ha sempre fatte convinta che potessero salvare delle persone. E anche la scelta che compie in questo episodio è rischiosa, potrebbe trasformarsi in un pugno di mosche ma potrebbe anche essere la scelta che salverà tutti. E lasciatemi aggiungere che io AMO il fatto che la conoscenza della medicina da parte di Clarke sia sempre quella cosa che la aiuta. Le probabilità di morire a causa del chip di Alie 2.0 erano alte, molto alte. Ma Clarke dalla sua aveva sua madre, Murphy e tanta disperazione. Ma anche paura: e secondo me il gesto che più mostra la paura di Clarke è il cercare la mano di Bellamy, qualcuno di cui si fida e che la sostiene, come in cerca di un appiglio, un ancora.
Vediamo quindi Clarke nella City of Light. Abbiamo iniziato la stagione con questo nome che sembrava quasi una speranza, un luogo in cui vivere e terminiamo la stagione avendo quasi paura di questa “città” abitata da persone senza possibilità di scelta, ricordi o vere emozioni. E, di nuovo, la forza mostrata da Clarke è impressionante. Ci sono ancora alcune cose che per me resteranno un mistero, ovvero: COME esattamente funziona la City of Light o, meglio, il chip? COME esattamente Alie 2.0 è riuscita ad aiutare Clarke? E tutte le persone che portavano il simbolo dell’infinito, simbolo di Alie da chi erano guidate esattamente? Come ha fatto Alie 2.0 ad influenzare così tante cose?
Ma nella CoL troviamo anche Lexa. Io sono una grande fan di Lexa, lo sono sempre stata, e sono anche piuttosto felice della storyline Clexa, ma qualcosa non quadrava. Lexa come sempre è una BAMF che arriva e salva Clarke, facendo quello che mi è sembrato un sublime ballo della morte che quasi mi faceva prendere gli striscioni da stadio per incitarla perché… andiamo, l’avete vista? Lexa è fantastica!
“La nostra battaglia non è finita.”
Le interazione tra le due non durano moltissimo, ma c’è un “I love you” che Clarke dice a Lexa che mi gira in testa da quando ho visto l’episodio. Era una specie di addio? Un “mi dispiace che non te lo abbia detto quando potevo”? O un semplice ti amo? Perché in quel caso, secondo me ha stonato tantissimo. E’ chiaro oramai che Clarke sia/fosse innamorata di Lexa, abbiamo visto quanto protettiva fosse con il chip, ma quel ti amo messo così… ripeto: forse Clarke ha visto un’ultima chance. Ricordo en passant che Clarke ha detto “I love you too” a Finn un attimo prima di ucciderlo per salvarlo dalla tortura, quindi gli “I love you” che Clarke dice sembrano sempre quasi degli addii.
Grazie all’aiuto di Lexa e a quello di Raven, Clarke riesce ad entrare nella sala di comando di Alie e ha la possibilità di salvare tutti dai chip. Ovviamente con un LEVA. Tutto il mondo post-apocalittico di The 100 è fatto di leve, non ci sono pulsanti. E tutte le leve sembrano essere portatrici di morte e protagoniste dei finali: vorrei ricordare la leva della navicella che Clarke abbassa e chiude fuori Finn e Bellamy, potenzialmente condannandoli ad essere carne da bbq; la leva all’interno di Mount Weather che Clarke (e Bellamy) abbassano uccidendo così tutti gli abitanti del monte; ed infine la leva non materiale ma in qualche modo reale che Clarke abbassa in questo episodio.
E c’è sempre una grande cosa positiva nell’abbassare la leva (salvare la sua gente) ma ci sono sempre dei contro. In questo caso: lasciare tutti a vivere felici nella CoL o salvarli solo per condannarli alla morte per radiazioni tra pochi mesi? Dopo un po’ di titubanza fatta a posta per creare tensione (perché ditemi se qualcuno immaginava che Clarke NON fermasse Alie) Clarke va per la seconda, sperando di trovare una soluzione in quei sei mesi. Ma poi mi chiedo: quella nella CoL è davvero vita? Come fa ad esserci vita se è un componente di un computer? Okay, ci sono le personalità e le immagini fisiche delle persone, ma poi? E’ vita quella? Ma forse quelli con il chip non lo sanno neanche di non essere “reali”, per così dire. Le cose che fanno però solo reali.
E qui, dopo quasi 700 parole spese solo su Clarke passiamo agli altri. Da una parte ci sono quelli che NON sono stati influenzati da Alie: Bellamy, Octavia, Pike, Murphy, Raven, Monty e qualche altro.
“Thank you”
“Just another day on the ground, right?”
Murphy è l’eroe reclutante di questo nostro show. Lui NON vuole essere l’eroe, non gli interessa essere buono e salvare tutti, lui è egoista e pensa solo a se stesso e a chi ama, ma in qualche modo finisce sempre per essere uno di quelli che si sporca le mani per la riuscita del piano. In questo caso le mani le mette davvero nel petto di Ontari per – eww- pompare il sangue nelle vene di Clarke. Ma in realtà la cosa che mi ha spinta sempre più in là sul baratro delle lacrime è stata la scena con Emori. Dopo tutto quello che ha passato con Ontari, un raggio di felicità Murphy se la merita. E quell’abbraccio non lo dimenticherò mai.
Impossibile parlare di Pike senza parlare di Octavia, e viceversa. Octavia io la adoro, lei è quella che potrebbe fare la peggior cosa al mondo e io la perdonerei comunque, perché sì, perché la adoro, basta. MA se dovessi cercare di pensare razionalmente senza farmi offuscare dalle preferenze dovrei ammettere che si è comportata in modo stupido. Sappiamo tutti che voleva uccidere Pike dall’istante in cui abbiamo sentito risuonare lo sparo che ha ucciso Lincoln; ma ferirlo nel momento in cui i chippati stanno per entrare nella stanza è una cosa stupida persino per O. E in seguito uccidere l’uomo al cui fianco hai combattuto fino a 2 secondi prima e che ti ha salvato la vita è… non lo so. Sbagliato. E’ ovvio che Octavia incolpi Pike per la morte di Lincoln, ma questo mi ha fatto pensare.
(E comunque sembra quasi che Pike se lo aspetti.)
Bellamy ha ucciso e si è alleato con Pike perché credeva che i Grounders fossero responsabili di tante morti (Geena inclusa) e quando ha ucciso è stato accusato e attaccato dai “fan”. Octavia invece è stata quasi innalzata a eroina per aver ucciso Pike. Qual è la differenza tra i due? Tanto Bell quando O. hanno ucciso chi ritenevano responsabili, e tanto Pike quanto i Grounders sono davvero responsabili di numerose morti. La cosa che li divide è solo una: Octavia ha ucciso qualcuno odiato dal fandom anche se pochi minuti prima le ha salvato la vita, Bellamy no. Ma NOI sappiamo che alcuni Grounders non sono cattivi, NOI abbiamo odiato Pike perché ha ucciso Lincoln che era ben voluto da quasi tutti, NOI abbiamo odiato Pike perché odiare lui è più facile, ma prima noi odiavamo i Grounders. Solo perché li abbiamo “conosciuti” e abbiamo compreso le loro ragioni abbiamo capito che non sono tutti cattivi. Ma noi siamo spettatori esterni, noi sappiamo più di quanto sanno loro, noi prendiamo decisioni davanti uno schermo e le nostre decisioni non hanno conseguenze. Le loro sì.
Ecco la differenza: Bellamy e Octavia si sono entrambi macchiati le mani di sangue, ma O. ha ucciso qualcuno che tutti odiavamo.
Nonostante questo, sono curiosa di sapere dove questa scelta porterà Octavia. Resterà con suo fratello o se ne andrà come Clarke la scorsa stagione?
E a proposito di Bellamy. Cosa c’è da dire? L’arco di redenzione in questo episodio è così chiaro che potrebbe essere quasi una scritta al neon. Soprattutto quando dice “ho lasciato che il mio desiderio di vendetta mi portasse dalla parte sbagliata” riconoscendo di aver capito di aver sbagliato. E niente, io gli voglio ancora più bene quando dice “Io mi convincevo che tu [Pike] avessi ragione perché avevo bisogno di credere che loro fossero i cattivi e noi i buoni. Ma ora non so più cosa credere. So solo che devo convivere con quello che ho fatto.”
Raven e Monty non sono stati presenti come speravo (purtroppo un episodio dura 40 minuti soltanto) ma sono stati fondamentali. Raven è intelligente, è coraggiosa e io adoro anche lei. Così come Monty.
Non ho troppe parole da spendere su loro due, perché sarebbero tutte cose banali: sono intelligenti, anche sotto pressione fanno scelte difficili e sono stati indispensabili per la riuscita del piano senza neanche sapere QUALE era il piano.
Ho detto che da una parte ci sono quelli non influenzati da Alie, e dall’altra quelli che invece sono stati influenzati: Jasper, Abby e Kane.
Non so ancora esattamente cosa pensare di Jasper: ho detto la scorsa recensione che NON incolpo Jasper per aver pugnalato Monty perché era sotto il controllo di Alie e sarebbe stupido, però tutto quello che ha fatto in questa stagione non mi ha fatta essere contenta quando è tornato in sé. Certo, la scena tra lui e Monty è stata bella perché sin dal primo episodio loro due sono gli amiconi divertenti che si vogliono bene ma… Meh, il Jasper di questa stagione era meglio non averlo dovuto sopportare, secondo me. Mi chiedo però se il doppio finale girato non riguardasse lui e l’idea, come si vocifera, che la scena girata fosse quella del suo suicidio. Nonostante tutto non l’avrei apprezzata, no.
Ma passiamo ad Abby e Kane perché ho le dita che fremono dalla voglia di scrivere su questi due. Ho iniziato The 100 detestando entrambi e ora mi piacciono entrambi, soprattutto insieme.
Il “risveglio” di Abby è uno dei primi che vediamo ed è la prima che ha fatto cose davvero brutte (Raven al massimo ha sparlato male e toccato tasti dolenti, sotto l’influenza di Alie): tra le cose peggiori compiute da Abby c’è la tortura di sua figlia. E la faccia sconvolta di Abby (complimenti a Paige!) mi ha fatto venire i brividi. Come fai a vivere con te stessa dopo una cosa del genere? Come fai a guardare tua figlia negli occhi?
E dall’altra parte c’è Kane che non è il padre di nessuno, ma in qualche modo è il padre di tutti (soprattutto di Bell) e si “risveglia” esattamente mentre sta soffocando a morte Bellamy. (Complimenti anche a Henry!)
Quello che però mi ha consumata maggiormente è questo: TUTTI quelli chippati hanno visto cosa facevano/subivano gli altri chippati, perché erano tutti collegati. Questo significa che Abby ha visto Marcus accettare il chip solo per salvare lei, Kane ha visto Abby torturare sua figlia e impiccarsi. Non devono rendere conto solo delle cose che “loro” hanno fatto, ma hanno sulle spalle anche il peso di quello che ha fatto l’altro, perché Kane e Abby sono legati e si sostengono sempre anche quando uno fa soffrire l’altro.
Fortunatamente la fine di questa stagione non significa la fine di questo show, anzi: questo episodio ha buttato le basi per la prossima stagione.
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Nonostante io sia fan Clexa convinta, per me quel “i love you” è solo fanservice, tanto più che è stato aggiunto dopo in ADR. Stona perchè è buttato lì a casaccio, per quanto sia assolutamente sincero. Penso che sia stato una sorta di contentino dato ai fan che non lo hanno sentito dire, almeno non in modo chiaro, da Lexa nella 3×07.
Dal punto di vista di Clarke, invece, credo che lo abbia detto più o meno per lo stesso motivo per cui l’ha baciata nonostante non avessero tempo nemmeno di respirare. Clarke si ritrova inaspettatamente la possibilità di poter rivedere la persona che ama quindi coglie l’occasione di fare quello che non ha potuto fare prima. Sa che quella è l’ultima volta in cui la rivedrà e quindi si apre totalmente. Aveva un estremo bisogno di dirlo a lei dopo tutto il tempo passato a parlare con il chip e a difenderlo. Clarke si è resa conto di essere così tanto innamorata di Lexa dopo la sua morte, è stato quello il suo problema secondo me. Le si è scaricata addosso l’intensità di quel sentimento tutta insieme e si è trovata da una parte a non saperla gestire e dall’altra a rimpiangere di non essersi vissuta la storia quando avrebbe potuto.
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