Non è facile definire questo film: è un sequel? È un prequel? È uno spin off?
La risposta è: tutte e tre le cose. È un prequel, perché racconta la storia del Cacciatore fin dall’infanzia; un sequel, perché lo ritroviamo sette anni dopo l’avventura di Biancaneve e il Cacciatore; uno spin off perché dimenticate tutto quello che credevate di sapere dopo il primo film: l’hanno dimenticato anche loro, e hanno cambiato tante cose. TANTE.
Vi riporto la trama:
Molto tempo prima che la lama di Biancaneve trafiggesse la regina cattiva Ravenna, sua sorella Freya era stata vittima di un terribile tradimento e per questo aveva deciso di lasciare il Reame. Possedendo il dono di poter congelare ogni suo nemico, la giovane Regina dei Ghiacci aveva trascorso decenni in un lontano palazzo innevato, formando una legione di letali cacciatori, tra cui Eric e la guerriera Sara, per scoprire infine che i suoi due prediletti avevano contravvenuto al suo unico dettame: chiudere per sempre il cuore ai sentimenti. Venuta a conoscenza della scomparsa della sorella, Freya chiama a sé i soldati ancora al suo fianco per restituire lo Specchio delle Brame all’unica strega ancora in grado di gestirne il potere. Dopo aver scoperto di poter resuscitare Ravenna dagli abissi dorati, le due malvage sorelle con la loro forza oscura rappresentano una doppia minaccia per le Terre incantate. Le armate sembrano inarrestabili, ma ci penseranno i cacciatori esiliati per aver contravvenuto alla regola principale della loro Regina a capovolgere la situazione, unendo le forze.
Qui il trailer del film:
Premetto una cosa: Biancaneve e il Cacciatore mi è piaciuto molto. Mi è piaciuta la trasposizione in chiave dark con tanto di morale, mi è piaciuta la Stewart, mi è piaciuto Hemsworth (ma va’), mi è piaciuto tantissimo il rapporto che si era andato a creare tra i due, e soprattutto il fatto che la storia non fosse solo una semplice rivisitazione della storia di Biancaneve ma che andasse anche ad aggiungere qualcosa, prendendo anche una strada diversa rispetto alla fiaba che conosciamo e amiamo tutti. Insomma, quel finale mi aveva lasciato proprio a bocca asciutta e la notizia di un sequel è stata accolta da me con giubilo e festoni.
Però, se da una parte questo film ha risposto a tante domande poste durante la visione del primo film, dall’altra mi ha lasciato ancora più l’amaro in bocca di quel finale aperto.
Nota: Potete leggere tranquillamente la recensione, non ho inserito spoiler, o al massimo informazioni che si intuiscono anche guardando il trailer.
Tra tutti i personaggi, sono le due regine sorelle quelle che mi hanno colpita di più: Charlize Theron si conferma una dea scesa in terra, una bellezza travolgente che nasconde altrettanta crudeltà. Emily Blunt… lei semplicemente l’adoro, non mi sentirete mai parlarne male. E in questo film ha ricoperto il ruolo della Regina di Ghiaccio in maniera egregia, contrapponendo il suo dolce viso a un animo glaciale e spezzato da un dolore troppo grande da sopportare. La scena in cui urla (la potete vedere anche nel trailer) fa venire i brividi. Credo che loro due siano i personaggi che ho preferito in tutto il film, nonostante tutto sommato non siano neanche le protagoniste, perché sono complementari, in un certo senso: Ravenna rappresenta la regina crudele, mossa semplicemente da sentimenti negativi quali avidità ed egoismo; Freya al contrario ha un cuore buono, tanto buono che quando la vita la mette di fronte a una gravissima perdita l’unica cosa che riesce a fare, per salvare se stessa, è incanalare tutto l’amore che è capace di donare in un esercito di bambini… Ecco, qui capiamo che a lei manca qualcosa per essere come sua sorella Ravenna: sono entrambe “cattive”, ma Freya non è spietata. Freya, a modo suo, in un modo completamente e sicuramente malato, ama i suoi bambini. Ravenna ha dimostrato, in entrambi i film, di non essere invece capace di provare questo sentimento. Ed è proprio per questo che, durante tutti i 120 minuti, vi troverete spesso a domandarvi se sia davvero Freya la regina cattiva da sconfiggere.
Bonus: a me Freya però sembrava un mix tra Daenerys Targaryen, la strega bianca delle Cronache di Narnia ed Elsa di Frozen.
Come tutte le fiabe che si rispettino, contrapposte alle due regine abbiamo i personaggi buoni, ovvero il Cacciatore Eric, sua moglie Sara e quattro simpatici nani che con successo alleggerivano spesso e volentieri l’atmosfera (uno di loro appare anche nel primo film). Eric lo conosciamo e apprezziamo già da Biancaneve e il Cacciatore – e voglio dire, come si fa a non amare Chris Hemsworth? – ma credo che l’aggiunta più che più ci incuriosiva fosse Sara. Jessica Chastain è bellissima e si cala perfettamente nel ruolo, rendendola una Cacciatrice forte, coraggiosa, abile con le armi e dalla mente tagliente ma, nonostante questo, il suo personaggio resta per me una grande incognita. Proprio come il film rientra in diversi generi, anche lei rientra in diversi ruoli: antagonista, co-protagonista, comparsa… non che non l’abbia apprezzata, però il grande colpo di scena che la riguarda me lo sarei volentieri risparmiato perché è proprio quello che mi ha un po’ rovinato la visione.
Il grande difetto del film, secondo il mio modestissimo parere, è che manca la continuità con il primo. Vi porto solo alcuni esempi: in Biancaneve, Freya non viene nominata nemmeno per sbaglio e qui non esiste invece Finn, che pareva aver devoluto completamente la sua vita a Ravenna. Come mai qui non appare? Nemmeno una fugace apparizione? Sembrava aver vissuto tutta la vita con sua sorella, eppure…
Poi, il personaggio di Sara e la sua morte: Ravenna e Finn non sembravano conoscere né lei né il Cacciatore, mentre in questo secondo sembra ovvio l’esatto contrario. In più, la presenza della ragazza elimina con un colpo di spugna quel cambiamento nella trama che tanto mi aveva fatto apprezzare il primo film.
Ma, se questi sembrano dettagli di poco conto presi singolarmente, quello che più mi è dispiaciuto è stato vedere il personaggio di Biancaneve venire completamente maltrattato, diventando lo spettro del simbolo che era stata in passato. Lei, che rappresentava la vita e la speranza, appare soltanto in una scena, di spalle, e in generale tutto il film contribuisce a screditarla e renderla quello che non è. Ecco perché mi è rimasto l’amaro in bocca: questo, unito al personaggio di Sara e a quelle piccole ma significative incongruenze, non rendono questo film un sequel, e nemmeno un prequel.
Nel complesso, per poterlo apprezzare fino in fondo, preferisco considerarlo uno spin off, completamente slegato a Biancaneve e il Cacciatore, con il quale condivide i personaggi ma nient’altro. Perché il film è comunque assolutamente godibile, ritroviamo le ambientazioni fantasy con quale sfumatura dark in meno, a tratti è divertente ed è coinvolgente. Quindi, film consigliato assolutamente a chi ha amato Ravenna e il Cacciatore o a chi desidera vedere un film senza impegno, giusto per disconnettere dalla vita quotidiana per due ore; un po’ meno a chi invece voleva sapere che fine avesse fatto Biancaneve dopo aver riconquistato il regno di suo padre.
Voto: 6+
Ringraziamo: Emily Blunt Italia | Charlize Theron Italia