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Recensione | “After” di Anna Todd

Salve pelati,
chi ha letto o solo sentito parlare della nuova serie, fenomeno mondiale, che ha conquistato milioni di lettori nel 2015: After?


Mi è giunta una “buona” voce da diverse persone, e così armata di tanta volontà per cominciare una serie lunga 5 libri (ma chi me lo fa fare?!), ho letto il primo.
Io sono un po’ perplessa di tutto questo grande successo e vi avverto che non sarò affatto carina e coccolosa nel parlarvi di questo libro.

Tutto è nato dalla mente della giovane scrittrice texana Anna Todd, che da lettrice su wattpad è diventata per l’appunto autrice. Appassionata di una famosa band anglo-irlandese (gli One direction), scrisse la sua prima fanfiction che vedeva per protagonista uno dei membri e così ha dato vita a questa travolgente e soprattutto sofferta storia d’amore tra i due suoi giovani protagonisti.

La trama è basilare: lei, Tessa (Theresa), bella (perché brutta non puoi esserlo se sei la protagonista di un libro) e ragazza casa e chiesa (senza la chiesa in questo caso), prova prima una forte attrazione e poi un amore travolgente per il bello, criptico, scostante, sbruffone e tatuato (se avete altri aggettivi da aggiungere, fatemelo sapere) Hardin . Il vero problema di fondo non è il cliché, che poi a noi i cliché piacciono sempre, ma che la trama è confusa come un lavoro a maglia fatto da un novellino, e perciò, alla fine, ci ritroviamo con una sciarpa che sembra un cappello che potrebbe essere anche un calzino.

La prima metà del libro, o forse meno, è scorrevole. Cattura l’attenzione del lettore avido di vicende tremendamente teen (anche se il genere è adult, ma qui di adult ci ho visto poco). Il tema inizialmente introdotto è quello del essere/sentirsi diversi. Lei è ordinaria, si veste a metà tra un amish e una cheerleader, è studiosa e organizzata in maniera maniacale; guarda caso incontra solo gente che vuole far festa nelle confraternite, tatuata, con colori improbabili di capelli, e percing ovunque. Per Tessa è l’inferno, però nonostante la diffidenza iniziale, data l’educazione che le è stata impartita, cerca di accettare alcune di queste persone e forse vedere oltre l’apparenza. D’altronde diverso non vuol dire peggiore. Il tema però è supportato debolmente, Tessa non creerà mai un sincero legame di amicizia per esempio con la compagna di stanza “stramba“, nonostante questa sembri gentile e affabile. Le sue amicizie mirano sempre a persone simili a lei, il che dà una certa coerenza al personaggio, ma alle volte mette in evidenza la sua superficialità. Però Tessa è forse il personaggio più chiaro, che si mostra davvero per quello che è, con pregi e difetti, e che avrà una graduale metamorfosi (soprattutto in fatto di abbigliamento).  Da calcolatrice e rigida, diventerà una giovane donna più consapevole di sé, desiderosa di godersi il mondo circostante, nei suoi limiti certamente. Nonostante in alcuni momenti la sua ingenuità sfoci in vera e propria chiusura mentale, riesco ad essere più dalla sua parte che da quella del ragazzo capellone. Hardin è bipolare, non ci sono altre spiegazioni, il minuto prima è dolce, quello dopo vomita addosso a Tessa parole crudeli senza un apparente motivo. La Todd lo fa apparire, la maggior parte delle volte, come un giovane che sprizza crudeltà gratuita, mettendo in ombra invece quella dolcezza fanciullesca che invece traspare, a tratti purtroppo, quando prega Tessa di non lasciarlo. Può avere tutti i motivi oscuri del mondo questo ragazzo, ma frustasse le fanciulle come Christian Grey per scacciare i suoi demoni, invece di giocare coi sentimenti degli altri. Personalmente su di me, il fascino del bello e dannato non fa effetto, ma in fin dei conti tutte noi siamo state Tessa una volta nella nostra vita, e possiamo capire la sua attrazione, anche se scoppia da un momento all’altro, e se ci riflettiamo smeglio capiremo pure che è nata da una serie di situazioni in cui lei veniva sottomessa… insomma, sarà un pochino masochista la nostra Theresa.

“Non sei il mio tipo, come io non sono il tuo. Ma è per questo che siamo fatti l’uno per l’altra: siamo così diversi, eppure siamo uguali”.

La trama è riassumibile in litigi, momenti di calma, momenti di tenerezza, litigi e poi si ricomincia. Sembra di essere sulle montagne russe con loro e quando credo che stia per arrivare un momento rivelatore ecco che precipito giù, per poi ricominciare una nuova salita. C’è molta tensione negativa, perchè capisci che Hardin ha bisogno di Tessa, ma non comprendi perchè lui sia spesso scostante e cattivo, e non riesci fino in fondo ad accettare la nuova, e più forte Theresa, perchè si ostina a restare nella sua comfort zone in alcuni momenti, non andando mai davvero incontro ad Hardin. C’è una grande incomprensione tra i due, nata sicuramente dalla fretta di voler vivere una relazione senza conoscersi davvero. Il lettore lo sa, e anche l’autrice, la quale gioca su questo per tenerci in pugno, in quanto sarà proprio questo nostro non capire che ci porterà alla fine del libro. Non sono riuscita però davvero a godere dei momenti di tenerezza tra i due perchè da parte di Hardin sentivo puzza di bruciato e perchè Tessa si concedeva con un’estrema facilità che urta il buon senso. Io tra i due l’attrazione l’ho sentita, ma quella scintilla che ci preannuncia un “qualcosa” di importante, l’ho vista svanire a metà libro, praticamente da quando all’improvviso tutto sembrava andare per il meglio. Da qui si corre, si va veloce e poi sul finale c’è il botto di capodanno. Nonostante la trama sia un gigantesco clichè, io non mi aspettavo che quello che Hardin nascondesse fosse una gigantesca bugia. Ero più propensa a sesso, droga e rock’n roll. Questo ha reso il libro ancora più sterile di quanto già lo fosse, perché bisognerebbe insegnare ai giovani di oggi il bene e il male anche in amore, e non sorvolare e creare favolette inzuppandole di tensione sessuale solo per coprire le vere debolezze dei protagonisti.

Tanti sono gli spunti in questo libro, ma pochi sono andati a buon fine. La mamma di Tessa è stata ridotta ad una semplice zitella acida che vuole comandare sulla vita della figlia senza una profonda caratterizzazione del personaggio; il suo primo ragazzo, Noah, a un manichino sempre ben vestito capace di provare una vasta gamma di sentimenti che vanno dall’indifferenza all’indifferenza: il resto degli amici sono solo un contorno, nessuno ha un vero ruolo in questa storia, forse sono solo stereotipi pescati da varie sit-com. Inoltre, a niente sono valsi i trascorsi burrascosi di Tessa e Hardin. Hanno entrambi un passato di un certo spessore, peccato che l’autrice abbia buttato lì i dettagli come se fossero cose di poco conto. Tutto viene subito raccontato, senza davvero argomentare e cercare di spiegare perchè questi due giovani sono così problematici. Per non parlare dei momenti intimi, inizialmente messi in punti strategici, che erano forse, per noi lettori, gli indizi più consistenti per capire cosa provassero i due, peccato che dalla loro prima volta tutto è andato a rotoli. Mi è parso di vedere dei giovani Christian e Anastasia; e poi questi momenti, così delicati e così intimi hanno perso il loro significato, diventando solo dei tappa buchi tra un litigio e l’altro, mancando di una sincera passione giovanile.

Alla mia veneranda età, mi sono sentita tremendamente “vecchia” a leggere questo libro. Mi sono imbattuta davvero in tante storie tra adolescenti, e ora si aggiungerà anche questa. Nonostante la mia critica sembri averlo demolito, spero più che altro abbia mostrato il mio stupore per l’enorme successo avuto. Non dico sia immeritato, ma non è affatto scritto bene, tanto da mettere in ombra alle volte una trama di per sè con del potenziale, un po’ troppo stereotipato, e con un amore che può farci sognare e ritornare (vecchiette come me) young. Ci sono dei grossi difetti, ma l’amore incondizionato che proviamo a prescindere per le storie d’amore tormentate ci fa apprezzare After in fin dei conti, facendoci sospirare d’amore come delle ragazzine di fronte ai poster dei nostri beniamini. Ha i suoi punti interessanti certamente, come il conoscere un lato dolce di Hardin  a cui nessuno ha avuto accesso, oppure vedere una Tessa fuori dal suo guscio che sbatte la porta in faccia ad una mamma poco interessata a lei e più al pettegolezzo, eppure nonostante il loro amore, questo non può bastare a tenere in piedi un intero libro di più di 400 pagine. Al pubblico giovane non si deve solo offrire l’eccesso mostrandolo come normalità .

Lo Consiglio? no. C’è assolutamente di meglio. After è nato come fanfiction e i suoi limiti li dimostra tutti, perchè credo non si sia mai evoluto a romanzo. Forse rispecchia le nuove generazioni, specchio appunto di un Amore più liquido, fatto principalmente di emozioni che di sentimenti, o semplicemente la nostra società. Se vi piace il genere fanfiction, amore tormentato fatto più di schiaffi che carezze, è il libro per voi. Per tutti coloro che sono cresciuti con Cime tempestose, proseguite senza mai voltarvi.

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Ringraziamo: Citazioni film e libri | I love telefilm & film ∞

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2 thoughts on “Recensione | “After” di Anna Todd

  1. Ho letto solo il primo libro e mi è bastato. Essere “scrittore” è una grande definizione per Anna Todd, buon per lei, ma secondo me un romanzo del genere è adatto solo alle ragazzine. Trama inconsistente, storia quasi convincente, ma tutti quegli elementi che l’avrebbero potuto rendere un buon romanzo li ha lasciati sfumare senza grandi sviluppi… che delusione!

    Piace a 1 persona

    • L’ho letto perché spinta dall’entusiasmo di chi si era appassionato, e purtroppo non erano ragazzine. Quindi una volta finito sono rimasta interdetta dal successo…ne ho lette di storie adolescenziali tormentate, ma con un filo logico, qui si perde tutto dell’amor proprio alla ragione. E ciò che mi fa accapponare di più la pelle sono i dialoghi. Io mi domando: se i traduttori italiano hanno per l’appunto tradotto così male, in lingua originale era davvero così pessimo? Il successo è immeritato, ma purtroppo alle nuove generazioni piace…

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