Vi avevo promesso non una, ma ben due recensioni in estremo ritardo, e poiché sono una ragazza di parola, ecco a voi non una, ma ben due recensioni in estremo ritardo. Che poi, parliamoci chiaro: fosse stato per me, avrei ben volentieri fatto a meno del primo esame della sessione estiva per dedicarmi ai telefilm, ma mamma insiste che io mi laurei, e quindi…
Avevamo lasciato Sherlock & co. in balia di un vero e proprio intrigo internazionale: Mycroft invischiato con la malavita francese, Joan rapita da suddetta malavita francese, Le Milieau, Sherlock niente affatto sorpreso dall’invischiamento di Mycroft nella suddetta suddetta malavita francese, ma totalmente sconvolto dal rapimento di Joan da suddetta suddetta suddetta malavita francese. Infine, suddetta suddetta suddetta suddetta malavita francese sgominata dalle forze speciali, con le quali Mycroft appariva ancora più invischiato di quanto apparisse invischiato nei traffici criminali.
Art In The Blood inizia dove Paint It Black si era concluso, ma dal punto di vista di Sherlock, il quale si era recato al distretto di polizia per chiedere aiuto ai colleghi, salvo poi appurare che Joan era a casa sana e salva. La reunion che è seguita è stata ben lontana da quanto avessi fangirlamentamente sperato: mi immaginavo, da parte di Sherlock, un bell’abbraccio stritola-ossa, e invece niente. Ciò non toglie che si è trattata di una reazione coerente col personaggio. Voglio dire, Sherlock ci ha messo così tanto ad aprirsi, ad accettare il fatto che anche lui ha dei sentimenti come qualsiasi altra persona, che figurati se si sarebbe prodotto in un abbraccio stritola-ossa, pur trattandosi di Joan.
Anche se, secondo me, era lì lì per farlo, ma poi ha pensato bene di abbassare il pathos che si era creato chiedendo di suo fratello. A-ah! mi sono detta! Adesso si gira verso Mycroft, prende la rincorsa e gli spacca la faccia. No. Nemmeno questo è andato come speravo, anche se è palese quanto Sherlock sia arrabbiato con Mycroft, tanto da sperare che finisca in galera per un bel po’ di tempo. In ogni caso, siccome ne ho indovinate zero su due, mi si lasci almeno gongolare del fatto che l’intuizione avuta alla fine dello scorso episodio in merito a Mycroft membro dell’MI6 si è rivelata corretta. Mi si lasci, anche, almeno gongolare del fatto di esserci arrivata addirittura prima di Sherlock.
– L’intelligence britannica non è qui per arrestarmi. Io sono l’Intelligence britannica.
E così Mycroft racconta finalmente la verità a Sherlock, il quale, per dirla col gergo di internet, è ancora #NotImpressed. E, coerentemente con tutti gli episodi in cui è comparso Mycroft, non perde occasione per farlo oggetto del suo sarcasmo:
– E io che credevo che l’MI6 fosse un’organizzazione “intelligente”. Ma hanno chiesto aiuto a te, un personaggio dei fumetti virtuale.
– Che tipo di agente doppio zero sei, con licenza di uccidere o solo di annoiare?
Insomma, ci va giù pesante. Ordinaria amministrazione. E sebbene io stia amando Mycroft sempre di più (complice anche il fatto che trovi Rhys Ifans piuttosto affascinante), le frecciatine di Sherlock continuano a divertirmi.
E a proposito di gente che ci va giù pesante, Joan:
– No.
– No, cosa?
– No a qualsiasi cosa tu sia venuto a dirmi. No, non puoi entrare, no, non sto bene. No, non abbiamo nessun futuro… una volta passato del tempo. No e basta.
– […] Se non volessi più rivedermi lo capirei.
– Perfetto, perché non voglio più rivederti. E non perché ho rischiato di morire. Ma perché non posso credere a nulla di quello che esce dalla tua bocca. So che avevi i tuoi motivi per fare quello che hai fatto. Ma qualunque fossero, hai deciso tanto tempo fa che erano molto più importanti dell’onestà verso le persone che tengono davvero a te. Con qualcuno capace di tali raggiri… qualcuno capace di portarli letteralmente avanti per anni… non potrei mai sentirmi a mio agio. Ora, Sherlock può essere insensibile e invadente e forse fin troppo onesto, ma con lui so esattamente da che parte sto. Lui merita di meglio. E anch’io.
Una presa di posizione fin troppo chiara, se non fosse che poi le sue convinzioni fanno molto più che vacillare, quando scopre che la collaborazione di Mycroft con l’MI6 è parte di un accordo che serve a proteggere Sherlock dai suoi errori di tossicodipendente, che gli avevano perfino fatto incrociare la strada di un terrorista. E incrociare le strade dei terroristi significa parecchi anni di galera. Quindi, il solo fatto che Mycroft si stia prendendo cura di Sherlock, seppure a distanza, e seppure tramite un’agenzia di intelligence, serve a riconciliare i due. Parafraso Venditti e faccio la battuta: “Rapimento e perdono”.
Ed è una ship che è più o meno salpata, anche se boh, ancora non ho capito se la trovo convincente o meno. Cioè, soprattutto dopo il discorso “non potrò mai fidarmi di te nemmeno tra un milione di anni”, e dopo il discorso “io, Sherlock e Clyde ci meritiamo di meglio”. Tanto più che Mycroft è, pur se non intenzionalmente, un’enorme elemento di disturbo nella vita di Sherlock, ciò che più di qualsiasi altra cosa è suscettibile di minare il suo equilibrio. Equilibro di cui Joan è artefice per la massima parte, e una frequentazione tra lei e Mycroft non vedo come possa finire bene.
(infatti)
Già che Sherlock ha preso non male, ma malissimo il fatto che Joan voglia andare a vivere per conto suo. All’inizio liquida la richiesta della sua partner come una fesseria, una reazione dovuta al trauma che ha subìto e all’intrusione di Mycroft, ma quando vede che Joan è molto più che risoluta, sposta il focus dell’attenzione sul lavoro, e sui benefici che ad esso la loro convivenza ha apportato. Ecco, Sherlock riduce sempre qualsiasi cosa al lavoro, il che, considerato il personaggio, è giusto, ma io, in quanto fangirl, mi sento in dovere di ritenere che sì, dai, è anche un po’ tutta una scusa: la verità è che lui non vuole rinunciare alla Joan-amica (e all’averla intorno il 100% del tempo), dato che la Joan-partner resterà tale anche in seguito al trasloco.
Che poi, insomma…
– Allora, mi perdoni se non mi perdo in chiacchiere. A casa, ho un’amica traumatizzata dalla quale vorrei tornare.
Ad ogni modo, poiché quando ci sono di mezzo le spie non si può mai stare tranquilli, mi pare logico che, a un certo punto, Mycroft venga incastrato per omicidio, al che Sherlock è costretto (ah, l’amore fraterno) fare di tutto per tirarlo fuori dai guai.
The Grand Experiment, season finale, chiude la storyline di Mycroft (anche se spero non definitivamente) e ne riapre un’altra manciata o, per meglio dire, va ad approfondire alcune cose che nel corso dei precedenti episodi si erano solo accennate
Partendo da Mycroft, il tentativo di incastrarlo per omicidio e tradimento perpetrato ai suoi danni dal suo responsabile all’MI6, Sherrington, si risolve con un nulla di fatto, ma non per questo la vicenda è senza conseguenze. Sherrington, infatti, era in affari con la suddetta suddetta suddetta suddetta suddetta malavita francese, e si era procurato un’assicurazione sui generis in caso di suo eventuale arresto o morte: dato il coinvolgimento di Mycroft nell’operazione che ha portato a sventare i piani di Le Milieau (ep. 2×22), avrebbe fatto in modo che i francesi venissero a dargli la caccia per conciarlo per le feste. Quando Sherrington muore per mano della sicurezza nazionale americana, la soluzione più logica per proteggere la vita di Mycroft è quella di fingere la sua morte e, praticamente, scomparire. Scomparire, oltre che “dal mondo”, anche dalla vita di Sherlock e di Joan. Cosa che tocca i due in maniera molto diversa. Se Joan è decisamente dispiaciuta, Sherlock sembra decisamente arrabbiato. E dire che per tutto l’episodio, nonché quelli precedenti, sperava che Mycroft scomparisse dalla sua vita il più presto e il più definitivamente possibile. Se fosse stato un qualsiasi altro personaggio, e se ignorassi la strada che Sherlock ha fatto per arrivare fin dove è ora, direi che potesse essere arrabbiato perché Mycroft non se ne è andato ai suoi termini, ma la verità è che l’idea di non poter avere più suo fratello intorno l’ha colto decisamente di sorpresa, e forse si è reso conto che, alla fin fine, non è quello che voleva. Perché è vero, hanno sempre avuto un rapporto più che mai turbolento, non perdeva occasione per sbeffeggiarlo, ma chiunque di voi abbia fratelli o sorelle, sa bene come funzionano certe cose.
Tanto più che Mycroft ha dimostrato di avere a cuore Sherlock molto più di quanto si potesse prospettare all’inizio della stagione. E anche Sherlock, a modo suo, dimostra a sua volta la stessa cosa. Quando Mycroft si accommiata, infatti, Sherlock non può non ribadirgli quanto sia pigro e stupido: ma forse, ai suoi occhi, ad essere stupida è, in realtà, semplicemente l’idea che Mycroft abbia accettato la soluzione di “scomparire”, senza valutare, insieme a Sherlock e Joan, altre eventuali alternative.
Dicevo che l’episodio ha approfondito alcuni aspetti della trama. Senza dubbio è accaduto per la storyline di Joan, il quale è più che persuasa ad andare a vivere per conto suo. Una scena, in particolare, mi è piaciuta tantissimo:
– La nostra collaborazione funziona, Watson. Anche quando le cose non vanno molto bene tra di noi… funziona. Quando ripenso agli ultimi 18 mesi, spesso li considero come un grandioso esperimento. I risultati del quale mi hanno dimostrato, con mia grande sorpresa, che sono capace di cambiare. Quindi lo farò. Cambierò. Per te. Per il bene della nostra collaborazione. Per il bene del nostro nostro lavoro. Resta.

I’ve been loving you for quite some time, time, time…
A quello “stay”, così sentito, mi sono detta “dai, è fatta!” e sono partita per la fangirlante tangente. Purtroppo, però, Joan ha deciso di non dar retta né a Sherlock, né a me, né a Taylor Swift:
– Hai questo tipo di forza di attrazione. Come la gravità. Sono molto fortunata di essere entrata nella tua orbita. Ma se viviamo insieme, sarà sempre così. Io che orbito intorno a te. Ci sarà sempre un altro caso, un altro problema. E io mi lascerò sempre trascinare. È un modo eccitante di vivere, ma… Risolveremo tutto. Ne sono certa. Ma ho bisogno di vivere da sola.
Il che è tutto giusto e tutto legittimo, ci mancherebbe, ma Joan ignora totalmente l’effetto devastante che la sua decisione ha su Sherlock. Se il suo arrivo nella sua vita era servito a tenerlo lontano dalla droga, il suo parziale allontanamento ha l’effetto opposto: quando Sherlock si trova ad ascoltare una conversazione tra la sua partner e un padrone di casa in merito ad un appartamento da visitare, la sua prima reazione è quella di andare a prendere la bustina di cocaina che aveva nascosto in un libro alla fine dell’episodio 2×21. #SherlockRipigliatiPls
E decide anche di accettare l’offerta dell’MI6 di collaborare ufficialmente (ok, visto che si tratta di un servizio segreto, non proprio così ufficialmente) con l’intelligence.
Insomma, c’è di sicuro parecchia carne al fuoco in vista della terza stagione. In merito a questa, di stagione, devo dire che mi è piaciuta parecchio, a parte solo un paio di episodi più fiacchi. La storyline di Mycroft, che si è sviluppata nel corso di diversi episodi (2×01, 2×07, 2×08, 2×21, 2×22, 2×23, 2×24) l’ho trovata molto interessante e ben costruita, e l’averlo reso un agente dell’intelligence britannica ha aggiunto un bel po’ di pepe. Un’altra cosa che mi è piaciuta è stato vedere come la serie sia stata in grado di reggersi perfettamente anche senza IL cattivo principale (Moriarty è comparsa solo due volte: come voiceover nel 2×03 e fisicamente nel 2×12), cosa che, a parer mio, non è stata assolutamente in grado di fare The Mentalist che, tolto dalle scene Red John all’inizio della sesta stagione, si è trascinata stancamente nella noia e nel disinteresse più totali.
Detto ciò, nella speranza comunque che nella terza stagione LA cattiva principale compaia un po’ di più, e che Sherlock e Joan tornino ad essere Sherlock e Joan sotto allo stesso tetto, vi ringrazio sentitamente per avermi letta, e vi do appuntamento a novembre (la premiere, infatti, andrà in onda il 30 ottobre prossimo).
Ringraziamo: Elementary- Italia | Diario di una fangirl. | TelefilmSeries.Com | Telefilm. ϟ | Serie Tv, che passione ღ | | Gli attori britannici hanno rovinato la mia vita | Serie Tv e film time | I telefilm polizieschi, la mia vita | Film e telefilm ossessione. | Elementary Italia | Elementary Italia Serie Tv | Beyond the Good and the Evil