Telefilm/The Walking Dead

Recensione | The Walking Dead 4×12 “Still”

Avete presente Carrie Underwood, una delle voci più belle del panorama della musica country? Sì? No? Vabbè, è uguale (anche se vi consiglio caldamente di ascoltarla). Fatto sta che domenica si è imbattuta in Norman Reedus (com’è che a me non capitano mai ‘ste cose?) e oltre al tweet in cui scriveva appunto di averlo incontrato (esordendo con un “holy crap”: #CarrieFangirlModeON) ha anche pubblicato il seguente

 

[Nota a parte, una fonte molto affidabile mi ha detto che il prossimo episodio di The Walking Dead è fantastico]

Inutile dire che la fonte era Norman in persona, il quale peraltro già in una precedente occasione aveva definito “incredibile” l’episodio in questione.

Still vede protagonista lui e Beth, ed è quella che io ormai chiamo “La strana coppia”, facendo il verso al film del ’68 con Jack Lemmon e Walter Matthau. Strana, o per meglio dire “insolita”, più che altro perché non li abbiamo mai visti interagire tanto. In questo episodio, invece, vediamo i due stabilire un legame, e anche molto profondo. Non per dire, ma abbiamo scoperto più in questo episodio sul passato di Daryl e su quello che gli frulla in testa, che in quattro stagioni. E tutto perché Beth l’ha praticamente spinto fino al punto di rottura. Che sembra una brutta cosa ma invece è… no, perché consente l’introspezione del personaggio (oh, se per caso avete una sensazione di déjà vu, forse è perché la frase di prima mi è uscita come in Notte Prima degli Esami – Oggi: Molinari alle prese con la tettonica a placche).

Dicevo, infatti, che abbiamo scoperto molto sul personaggio di Daryl: intanto, è andato a raccontare a Beth episodi della sua tristissima infanzia, quando mai prima di ora si era aperto così tanto con qualcuno. E colpisce anche il suo momento di totale vulnerabilità: complici la sbronza e Beth che l’ha portato all’esasperazione, confessa che si sente in colpa per quello che è successo alla prigione, si sente responsabile per tutte le persone che crede di aver perduto:

Ci siamo ritrovati il governatore alla porta. Magari se non avessi smesso di cercarlo… Forse è perché mi sono arreso. È colpa mia. E tuo padre… Forse… forse avrei potuto fare qualcosa.

Ma è ovvio che non c’era nulla che lui potesse fare. Scommetto che ha provato le stesse cose anche riguardo a Sophia, la figlia di Carol: e anche lì, non c’era nulla che potesse fare, perché lei era probabilmente già morta prima ancora che iniziassero le ricerche.

E questa scena è, tra l’altro, la seconda volta in tutte e quattro le stagioni che lo vediamo piangere (la prima volta era per la morte di Merle, ricordate?) e la prima che piange di fronte a qualcun altro. Niente, una piccola nota di colore per la rubrica “anche i redneck piangono” (e qua faccio il verso alla famosa telenovela “Anche i ricchi piangono”. Boh, oggi ho voglia di citazioni).

Poveri zombie, non li abbraccia mai nessuno, poi per forza vanno in giro a mangiare la gente. Lancio ufficialmente la campagna “abbraccia uno zombie”.

Il fatto è che Daryl aveva davvero bisogno di sbroccare. Già dicevo un paio di recensioni fa quanto fosse scoraggiato, e il contrasto con Beth è palese. Lei è ingenua, crede ancora che ci sia speranza, che gli altri del gruppo siano sopravvissuti. Gli dà, per così dire, una scossa, e se bisogna passare da una sbronza per realizzare che ancora non tutto è perduto, ben venga. Lo stesso Norman Reedus in una intervista ha dichiarato

La speranza di Beth è ciò di cui Daryl ha bisogno di trovare nel prossimo [cioè questo, n.d.a.]. L’episodio 12 inizia con toni molto cupi e durante i primi 20 minuti Daryl continuerà a lamentarsi con Beth. Eppure per lui la giovane ragazza diventerà la luce alla fine del tunnel. L’episodio 12 risponderà a molte domande sullo stato mentale di Daryl. Beth è come una candela nel buio e in un certo senso riaccenderà la speranza di Daryl

Ed effettivamente Daryl all’inizio è come se si muovesse per inerzia, il suo unico obiettivo è la sopravvivenza fine a se stessa. Ed è ovvio che ad un certo punto sbrocchi, quando vede che Beth si comporta come se fosse in campeggio. Tra l’altro, sembra proprio che Beth abbia invertito le priorità: il suo obiettivo ora è farsi un drink come una stronzetta idiota del college. Certo, per arrivare al drink sono quasi finiti mangiati, ma ehi! chissene. Dai, nemmeno Bob arriverebbe a tanto. In ogni caso, è proprio il drink che mette in moto l’ingranaggio introspettivo di cui sopra. Quando i due si sbronzano, infatti, viene fuori tutto: i sensi di colpa di Daryl, la speranza di Beth, la consapevolezza di poter lasciare il passato alle spalle e “ricominciare”. Bellissima la scena in cui danno fuoco al capanno in cui si erano rifugiati, capanno che aveva suscitato in Daryl ricordi dello squallore della sua vita “precedente”, proprio a simboleggiare la chiusura col passato.

 

 

Niente, praticamente l’apocalisse zombie ha reso Beth una mezza teppista (l’idea di giocare al piccolo piromane infatti è stata sua), ma almeno è servito a riscuotere Daryl dal torpore e dallo scoramento.

– Devi continuare ad essere la persona che sei adesso, non quella che eri. Posti come questo… devi dimenticarli.

– E se non ci riesco?

– Devi. Altrimenti ti ucciderà. Qui.

– Dovremmo tornare dentro.

– Dovremmo dargli fuoco.

In conclusione, è un episodio che mi è piaciuto particolarmente perché ha saputo coniugare efficacemente momenti introspettivi molto significativi a momenti di azione e tensione (tipo la scena iniziale, quando Daryl e Beth si chiudono nel bagagliaio di una macchina attendendo che la mandria di zombie li superi senza, beh, mangiarli).

E anche il prossimo episodio, Alone, sembra piuttosto intrigante. Vi lascio quindi col promo:

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5 thoughts on “Recensione | The Walking Dead 4×12 “Still”

  1. Bello, bellissimo episodio. Ci hanno raccontato di Michonne, non potevano non raccontarci di Daryl. Mi mancava il piattino per la bava ed ero una fan girl fatta e finita. Unico disappunto; l’episodio é chiaramente un filler e mi chiedo se era necessario dedicare un’intera puntata all’introspezione dei personaggi senza andare avanti con la storia. Insomma, stiamo arrivando alla fine della stagione e la sensazione é che gli autori non sanno ancora bene dove andare a parare, cos’é, si rincontreranno tutti nel giro di dieci minuti nella penultima puntata?
    Il dubbio che avevo sulle conseguenze di queste puntate monotematiche é confermato adesso… non ne vado particolarmente pazza.

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    • Condivido le tue perplessità: quando TWD decide di rallentare, rallenta. E per quanto sia stato un episodio anche ad alta tensione, è innegabile che alla trama orizzontale abbia contribuito poco. Mi vengono in mente show come Nashville od Elementary, dove il primo è praticamente tutta trama orizzontale, e il secondo anche negli episodi riempitivi riesce comunque a tener presente sempre l’orizzontalità.

      Anche perché io mi aspetto una reunion in questa stagione, non nella quinta. Quindi sì, hop hop gadget! (poi va a finire che stanno tutti a due metri di distanza tra loro e non se ne sono accorti, come tra seconda e terza stagione: sembrava che avessero fatto chissà quanta strada, e invece sono sempre stati nei paraggi della prigione).

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