Il 3 dicembre 2000 Showtime trasmetteva il pilot di “Queer as Folk”, la prima serie andata in onda in America (seppur sia un remake) che avesse come protagonisti dei personaggi omosessuali.
Famosa per le sue scene osè, la serie durò cinque stagioni e ancora ora viene considerata come una delle più importanti dello scorso decennio.
Il 15 aprile 2012 HBO manda in onda il primo episodio di “Girls” che, grazie ad una massiccia campagna pubblicitaria, ha catturato il favore del pubblico ed è riuscita a divenire una delle serie più importanti (per un canale via cavo) degli ultimi anni.
Potremmo dire che la serie che devo recensire quest’oggi è, in un certo modo, la figlia dei telefilm qui sopra.
Perchè?
Perchè nonostante io abbia visto pochi episodi di Queer as Folk e Girls, Looking mi ha ricordato un po’ tutte due, la prima per la tematica legata al mondo LGBT, la seconda per lo stile simil hipster tipico della serie di Lena Dunham.
Ma a differenza della Dunham, spesso criticata per la sua esagerata caratterizzazione dei personaggi di cui scrive, il creatore Michael Lannan scrive questo pilot cercando di evitare i clichè e scegliendo di introdurci nel mondo dei personaggi senza troppi sensazionalismi.
Conosciamo così Patrick “Paddy” (interpretato dal tenerissimo Jonathan Groff, già visto in Glee nel ruolo di Jesse St. James), Agustìn (interpretato dal semi-sconosciuto Frankie J. Alvarez) ed infine Dom (interpretato da Murray Bartlett, conosciuto in America per aver recitato in alcune soap opera).
I tre protagonisti sono persone comuni che fanno lavori semplici (Paddy fa lo sviluppatore di videogiochi, Agustìn l’artista e Dom il cameriere) e sono legati da una forte amicizia.
Non sappiamo come si sono conosciuti e sappiamo ben poco del loro passato (a parte che Dom aveva un fidanzato che provò ad ucciderlo) ma ciò non ci impedisce di capire un po’ che tipi siano.
Patrick e Dom sono due tipi che hanno bisogno di affetto: il primo organizza un appuntamento al buio (dopo un disastroso tentativo di adescare un ragazzo al parco) per non pensare all’ex fidanzato che si sta per sposare mentre l’altro ci prova con un suo collega nonostante cerchi di rimettersi in contatto con una sua vecchia fiamma (sì, quello che aveva tentato di ammazzarlo).
L’atteggiamento di Agustin non m’è ancora chiaro: sarà che la sua storyline è quella che ha avuto più critiche dalla comunità gay (a causa dello stereotipo del “ménage à trois” e della relazione poligama tra omosessuali) ma non ho ancora capito la psicologia del personaggio.
Certo, in trenta minuti è difficile poter fare un profilo dettagliato dei tre ma sicuramente rispetto agli altri due protagonisti, il personaggio di Patrick è quello che riesce più ad avere profondità.
Jonathan Groff riesce così bene a suggellare attraverso i suoi sguardi lo stato d’animo del protagonista, un misto di solitudine e voglia (e paura) di scoprire cosa gli prospetta il futuro.
Lo si denota dalla difficoltà con cui riesce ad abituarsi all’idea che il fidanzato si sposi, lo si denota dalla scarsa bravura nel portare avanti l’appuntamento con l’oncologo ma soprattutto lo si denota da come egli non sia riuscito fin da subito a flirtare col ragazzo in metro.
Questa serie sicuramente ha del potenziale e questo pilot tenta in trenta minuti scarsi di riuscire a farci entrare nelle dinamiche dei protagonisti.
Ci è riuscito?
Non del tutto ma sicuramente ciò non preclude a Looking di diventare un nuovo cult televisivo, la serie che con la sua semplicità e con la sua voglia di raccontare una storia che riguarda personaggi omossessuali senza esagerare e che spero potrà piacere a tutti, uomini e donne, etero e gay, democratici e repubblicani e così via.
VOTO DELL’EPISODIO: 6 (con un + di incoraggiamento).
Ecco a voi, il promo del prossimo episodio, “Looking for Uncut”
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Mah, a me è piaciuto un sacco invece. Sarà che Girls lo seguo ancora, nonostante il problema secondo me non sia “la forte caratterizzazione dei personaggi”, ma proprio che è estremo quasi, che boh.. a volte ancora non so perché lo guardo.
Looking parte completamente differente da Girls e mi fa piacere, penso anche che avrà successo se continua su questa scia, migliorandosi un po’. Oltretutto è uno show che dura si e no 28 minuti, il ché invoglia anche di più a guardarla!
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