Alla voce “Genere” Wikipedia recita: Poliziesco, commedia, romantico.
Con questo ordine, non mi trovo d’accordo!
Castle, in primis, è una commedia, romantica sì, e (quando gli autori si ricordano) un poliziesco; questi due, i Caskett intendo, mi fanno letteralmente sganasciare dalle risate e mi allietano la giornata!
Questa puntata inizia a casa Castle, in camera da letto. Beckett è visibilmente allarmata da una presenza inquietante: Linus! Cosa potrebbe essere Linus se non la rappresentazione a grandezza naturale della testa di un leone? Con occhi che sembrano così vivi che ti seguono in ogni tuo movimento all’interno della stanza, a quanto dice Kate.
“Ho comprato Linus con il ricavo dei primi diritti di “In una pioggia di proiettili”. E’ il mio Totem, selvaggio e incontrollato, e la mia camera da letto è la mia tana.” si lagna Richard, “ma quella dovrebbe essere la nostra tana, non credi?”, di rimando Kate. “Il Leone fa parte della mia identità, non vorrai privarmene vero?”, insiste Castle. “Hai ragione mi dispiace, puoi sempre dormire a casa mia!”, sentenzia Beckett!
Ok, la smetto di fangirlare per i Caskett e ritorno alla ragione. O almeno ci provo!
La vittima di questa puntata è una psicologa molto acclamata e di prestigiosa fama: Alice Amy Clark, 37 anni e guru delle relazioni dei ricchi e famosi della città.
La donna è stata uccisa con dei colpi di pistola al petto nei garage sotterranei del suo ufficio, dopodiché il killer ha pensato bene di sventrare il sedile del passeggero in cerca di qualcosa, ma né telefono, né portafogli con tanto di 10mila bigliettoni all’interno erano il suo obiettivo.
Lanie avanza un’ipotesi per l’ora del delitto, che sembra essere avvenuto tra le 18 e le 20 del pomeriggio. A quanto risulta l’automobile non è stata l’unica cosa che l’assassino ha rivoltato come un calzino; Esposito fa visita all’ufficio della vittima che appare totalmente a soqquadro. Se il parcheggio sotterraneo non era dotato di telecamere, altra storia è l’edificio: la videosorveglianza infatti aveva ripreso un uomo avvicinarsi all’ufficio di Alice. Sfortunatamente il “tipo losco” era stato abile da non farsi riprendere direttamente in volto dalle telecamere.
Scopriamo poi che il promemoria “NF 1945” appuntato sul telefono della vittima corrispondeva al codice di registrazione di un jet privato. La donna, dopo averlo noleggiato alla modica cifra di 50mila dollari, aveva raccomandato il pilota di aspettarla con il serbatoio pieno, senza però comunicargli la destinazione.
I nostri eroi riescono a rintracciare il “tipo losco”, tale Barret Hawke. Quest’ultimo sembra corrispondere al famoso risolutore che fa sparire i problemi dei ricchi Newyorkesi da oltre un decennio. Tuttavia l’uomo sembra essere navigato del campo, difatti, prima di venir catturato da Ryan ed Esposito riesce a cancellare ogni traccia che lo colleghi ad Alice Clark.
Ad ogni modo, Hawke viene rilasciato per insufficienza di prove. Poco dopo l’assistente di Alice informa la squadra che l’unico fascicolo mancante dall’ufficio della Clark è quello di Andrew e Monica Spencer.
A quanto pare, i due coniugi erano ai ferri corti e qualsiasi informazione compromettente fosse stata divulgata grazie a quegli appunti avrebbe creato un danno di miliardi di dollari al magnate; senza contare che Alice non aveva la licenza da analista, perciò non sarebbe valso il segreto professionale.
Andrew Spencer, totalmente all’oscuro della morte di Alice, dichiara a Ryan ed Esposito che era stata proprio la donna a consegnargli il fascicolo in questione a patto che l’uomo gli avesse fornito una stanza in uno dei suoi hotel per qualche giorno, senza lasciar traccia della sua permanenza. I Caskett trovano così un enorme diamante, dal valore inestimabile, nascosto all’interno della cassaforte della camera d’albergo. Per rintracciare il proprietario della gemma Castle suggerisce di chiedere la consulenza di un esperto, dal momento che ogni diamante di notevole importanza ha alle sue spalle una determinata storia.
La pietra arriva perciò nelle mani del Direttore della Fondazione Gemmologica Americana, che sostiene di non aver mai visto un esemplare simile prima d’ora; ne esclude anche una recente importazione dato che ogni movimento alla dogana gli sarebbe stato segnalato. La provenienza di questa gemma perciò è un vero e proprio mistero. Stimata all’incirca 60milioni di dollari, Ryan ed Esposito vengono sollecitati dal capo a tornare in fretta alla centrale per mettere la pietra in cassaforte sotto sorveglianza di una guardia armata. Lungo il tragitto però, i due, sono vittima di un attentato: alcuni uomini mascherati, nel tentativo di rubare il diamante, aprono il fuoco. Fortunatamente, i due poliziotti riescono a scampare alla sparatoria senza riuscire a prendere gli attentatori, che scappano su di un furgoncino.
Nel frattempo, in centrale, mentre le fantasiose teorie di Castle spaziano tra cospirazioni e quant’altro, Beckett collega Steve Warner, l’imprenditore elettronico, e sua moglie alla Clark, essendo suoi clienti.
Ciliegina sulla torta, Kate, scartabellando tra le foto di internet, ne trova una che ritrae Mister Warner e sua moglie Janet con al collo proprio il diamante da cento carati in questione.
I Coniugi Warner vengono convocati: durante l’interrogatorio scopriamo che sono clienti della Clark da un paio d’ anni nell’intento, a quanto pare riuscito, di salvare il loro matrimonio. Risulta strano però che Steve Warner neghi di aver subito il furto del diamante che solo due giorni prima la moglie aveva sfoggiato al collo per la serata di beneficenza. Addirittura affermano che la pietra non è loro. Tuttavia il portinaio degli Warner dice di ricordarsi di Hawke; l’uomo, infatti, era stato assunto da Steve e Janet per cercare di recuperare il diamante rubato.
I tasselli del puzzle si vanno via via riordinando!
E’ ormai chiaro che la gemma era stata rubata da Alice, ma Hawke aveva scoperto che il rapinatore era senza dubbio un uomo, ventilando così l’ipotesi che l’analista avesse un complice: Matt Lanchet, per l’appunto, il fidanzato della vittima!
Mentre la polizia recupera Leo Wyngaard alias Matt Lanchet all’aeroporto, pronto a darsela a gambe levate, il Direttore della Fondazione Gemmologica Americana scopre che la pietra non è di origine naturale, bensì artificiale.
Leo, o Matt che dir si voglia, racconta così una storia interessante!
Lui ed Alice si erano conosciuti in Ruanda, da giovani. Un giorno furono testimoni della strage di un intero villaggio attuata dai soldati finanziati dai cartelli dei diamanti. Da quel giorno l’uomo aveva dedicato tutta la sua esistenza cercando di fermare le azioni sanguinose dei cartelli, finché un giorno non comparvero in Europa e Medio Oriente alcune gemme artificiali perfette e vendute per milioni di dollari. Un amico di Leo riuscì ad analizzarle, arrivando alla conclusione che la provenienza di queste pietre fosse americana. Un giorno Alice chiamò il suo vecchio amico/amante conosciuto in Ruanda, rivelandogli che un suo paziente, tale Steve Warner, era in possesso di un diamante artificiale enorme simile a quelli trovati in Europa. Sembrava, infatti, che Mister Warner avesse trovato un modo per ricreare pietre artificiali di notevole grandezza e per di più perfette. Così Leo pregò il magnate di divulgare la sua scoperta tecnologica, ma l’unica cosa che ricevette fu un tassativo rifiuto. Per rivelare al mondo l’esistenza di questa tecnologia e porre fine una volta per tutte alle stragi finanziate dai cartelli, Alice e Leo idearono il furto della pietra e avere, in tal modo, la prova tangibile di tale scoperta tecnologica. L’aereo che la vittima aveva noleggiato avrebbe condotto i due “ladri” ad un laboratorio privato per esaminare il diamante.
A questo punto Steve e Janet sono costretti a “vuotare il sacco”!
Ai tempi della crisi economica l’impero Warner aveva subito un importante declino, perciò il magnate era stato costretto a vendere ai Vonroenn (dei cartelli dei diamanti) l’attrezzatura, da lui stesso ideata, per creare diamanti artificiali. A seguito di un brutto periodo di crisi, Steve volle fare un regalo alla moglie: un diamante, guarda tu le coincidenze! Ma non voleva comprarlo, bensì crearlo! Durante il processo l’uomo scoprì, involontariamente, il metodo per realizzare gemme enormi e perfette da sembrare naturali. Tuttavia, non poteva rivelare a nessuno la sua scoperta, dal momento che la tecnologia era ormai di dominio dei Vonroenn, che, se lo avessero scoperto, avrebbero, come minimo, rovinato la famiglia Warner.
Quando Beckett collega tramite alcuni tabulati telefonici Steve Warner all’assalto alla macchina di Ryan ed Esposito, l’uomo capisce che dietro entrambi i crimini c’è, ahilui, proprio sua moglie Janet.
La donna aveva scoperto, tramite Hawke, che Alice, con l’ausilio di Leo, aveva rubato la gemma preziosa. Tentò di dissuadere l’analista affinché non rivelasse al mondo la scoperta di Steve rovinando, altrimenti, la loro vita; quando la Clark estrasse la pistola, Janet reagì d’istinto e le sparò alcuni colpi al petto uccidendola. Dopo la confessione, il povero Steve, non sembrava molto lusingato dal gesto eroico della moglie, anzi, sembrava avere piuttosto uno sguardo alla Linus.
Giusto un paio di considerazioni che avevo lasciato per strada..
– L’intelligenza femminile vince sempre! (Si, lo ammetto!, sono un pochino femminista)
Castle, nel vano tentativo di far ricredere Beckett riguardo il tenere Linus in camera da letto, gli dice che al lavoro il loro posto è la scrivania e siccome a lui non vanno a genio la famigliola di elefantini felice, lei dovrebbe buttarli.
– O mio dio quanto è tenero il mio Richardino che ha tenuto le conchiglie raccolte insieme alla sua fidanzata durante la loro prima passeggiata agli Hamptons?!? Devo ammetterlo, questa mossa vince su tutto e tutti, per quanto risulta tenera, dolce e del tutto inaspettata!
Ho ancora gli occhietti a cuoricino, perciò mi dissocio da qualsiasi cosa possa aver scritto di insensato o incoerente con la puntata!
Vi lascio col il promo della prossima puntata. I Caskett ci danno appuntamento a lunedì prossimo! Stay tuned!
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